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Presentazione della mostra Tra Cielo e Terra, domani alle 18 all'Aurum il vernissage

La redazione
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Aprirà le porte domani, venerdì 17 luglio alle 18 all'Aurum la mostra Tra Cielo e Terra, promossa dalla Fondazione PescarAbruzzo, sotto l'egida di Expe, l'intesa che unisce Comune di Pescara, Fondazione, Camera di Commercio e Provincia di Pescara. Si tratta di una mostra che fonde innovazione e tradizione, concepita sui temi dell'Expo, nata per raccontare l'Abruzzo e la Fatica del Cibo, visitabile presso la sala d'Annunzio fino al 28 luglio e presentata stamane in conferenza stampa a Palazzo di Città.


"La mostra rientra nell'ambito del percorso Expe per Expo – dice il sindaco Marco Alessandrini – e nell'ambito di questo percorso presentiamo un evento perché si lega ai temi della grande esposizione universale e lo fa attraverso una guida molto particolare che rappresenta la cultura religiosa, devozionale e anche enogastronomica della nostra regione qual è Sant'Antonio abate. La mostra è innovativa per essere Sant'Antonio una olografia narrante lungo il percorso del consumo del cibo e della tradizione culturale e sociale della nostra regione. L'appuntamento è domani alle ore 18 presso l'Aurum, nell'invitare tutti colgo ulteriormente questa occasione per evidenziare che non mi iscrivo al partito degli sfascisti sul fronte Expo e rinnovo l'idea che l'esposizione sia una grande sfida che questo paese ha saputo vincere e cogliere. Grazie alla Fondazione che promuove questo evento e che ci è vicina con l'idea che nei momenti di difficoltà le istituzioni fanno positivamente massa critica".

"Ringrazio l'Amministrazione che insieme ha fatto sinergia per essere presente all'Expo e per dare voce al territorio – così il presidente della Fondazione PescarAbruzzo Nicola Mattoscio – Expe è il codice di accesso del nostro territorio ad un evento partecipato, con un pubblico che ha superato anche le più rosee aspettative. Questa fortunata declinazione che si intitola Expe è un'invenzione di questa area metropolitana ed è pilota, all'avanguardia, sperimentatrice, che cerca di condividere esperienze innovando, cercando di captare il cambiamento e con poche risorse esprimere capacità di presenza e protagonismo. Frutto di questa filiera di attenzione è questa mostra che gira intorno a Sant'Antonio perché va alla ricerca delle radici profonde, coniugandole al futuro. Ognuno può elaborare un suo ricordo, in base alle esperienze maturate, attraverso mla mostra questo mosaico si ricompone perché ci sono contenuti e ricordi che appartengono a tutti. Abbiamo molto da lasciare in eredità alle future generazioni, lo sforzo di ripercorrere queste esperienze con una grammatica moderna, con l'intelligente trama che vede insieme cultura e la sensibilità della tradizione. Sant'Antonio dunque è il garante della stagione della sopravvivenza, è l'inverno, la ricchezza povera della popolazione che non muore mai di fame, la filiera compiuta che va dalla terra al piatto con poco, che guarda oltre, perché benedice gli animali che per la nostra dimensione rurale erano futuro, sussistenza, capacità".

"Ringrazio con forza la Fondazione –
aggiunge l'assessore al Patrimonio Culturale Paola Marchegiani – che promuove questa fusione con Pescara che è leader, è città trascinatrice. Lo dimostra questo evento in cui due artisti come Cascella e Odoardi pur con tanti anni di differenza ma dialogano insieme. L'uscita delle tele di Cascella sono anche una scommessa, un'opera di valorizzazione del nostro museo che contiene grandi opere e che vogliamo diventi frequentato, scoperto, vissuto dalla città".


"L'Expo è un treno da prendere e un viaggio da fare -
così l'assessore alla Cultura Giovanni Di Iacovo - Pescarabruzzo ci ha permesso di non perdere questo treno, di avere protagonismo dentro l'esposizione, attraverso linguaggi nuovi, diversi, dandoci opportunità promuovere alternative e talenti della nostra realtà contemporanea. Il filo che congiunge gli artisti è inedito, la riflessione è sul cibo, in modo da partecipare anche noi a questa grande esperienza qual è l'Expo per accomunare la città e il suo contributo alla grande stagione di espressione qual è l'Expo".

"L'idea nasce un anno fa, distillata ascoltando suggerimenti dal territorio e da soggetti culturali importanti –
dice la curatrice Daniela Luciani - siamo riusciti a mettere insieme dei linguaggi diversi e del tutto inediti. La guida sarà Sant'Antonio, figura ideale del popolo abruzzese che coltiva la terra e produce cibo, eclettico e molto amato dalla comunità tutta abruzzese dove ha una tradizione enorme di fede e di cultura collegata. Il Sant'Antonio è la nostra guida e viene presentato con un linguaggio innovativo che è quello olografico di terza generazione. La mostra ha diverse prospettive. La narrazione affidata al Santo, popolare con cadenze anche dialettali, parla la stessa lingua del popolo sulla tradizione culturale, sociale ed enogastronomica che ci appartiene. Poi abbiamo un secondo piano con le tele di Tommaso Cascella, quattro grandi dipinti che per la prima volta saranno all'Aurum: lo sguardo poetico di Cascella che riesce a sublimare le genti d'Abruzzo e "La fatica del cibo", raffigurata nella dimensione rurale dei suoi dipinti. Il terzo piano è un atto di natura concettuale con l'espressione artistica di Gino Sabatini Odoardi, che interpreta il rapporto fra il popolo e il Santo di riferimento in modo laico. Mostra e allestimento che sono un esperimento che nasce grazie all'Expo, adottandone e riflettendone temi, contenuti e riflessioni, concentrato sul cibo come fortissimo elemento identitario del popolo. Per l'apertura ci sarà una piccola lectio del professor Ernesto Di Renzo antropologo dell'alimentazione dell'Università Tor Vergata di Roma che parlerà ci cibo e identità della popolazione abruzzese".

"Ricerca del territorio e del contenuto, è l'originalità che si mostra – conclude Silvana Prosperi del Festiva del Mediterraneo, parte della produzione dei contenuti – questo per esprimersi in modo innovativo, trattando il tema del nutrirsi in un linguaggio che riconduce al legame tra terra e territorio, che oggi più che mai è salvifico da rischi e pericoli maggiori che arrivano da cattive abitudini alimentari. L'ologramma e il teatro che è dentro l'ologramma, rendono poi il tutto contemporaneamente molto concreto e spirituale".

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