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Siamo per il bus + bici invece che il bus contro bici

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Neanche meno di un mese fa, era il 23 luglio, raccontavamo di un incidente che vedeva coinvolta una ragazza in bicicletta nei pressi di una grande rotatoria posta nelle vicinanze del tribunale.
Ma ancora prima, era il mese di aprile, era stata la volta di una studentessa straniera, a finire a terra con la sua bicicletta in prossimità di una rotatoria posta lungo via Marconi.
Alcune sere fa,  di nuovo, un ciclista finisce sotto le ruote di un autobus di linea, all'incrocio tra via D'Annunzio con Via Conte di Ruvo.
Alle di là delle dinamiche o della diatriba su chi abbia ragione o torto, ovvero su chi abbia o meno rispettato o meno le norme del Codice della Strada, non possiamo non valutare  questi incidenti dal punto di vista dei soggetti deboli coinvolti: i ciclisti e le cicliste.
Sappiamo bene che chi si sposta in bicicletta è  un soggetto debole e in quanto tale, a prescindere dalle regole, è l'utenza che rischia di più sulle strade urbane.
Sappiamo bene che chi si sposta sulle due ruote si porta dietro, per ovvie ragioni, il rischio intrinseco di avere la peggio in caso di incidente stradale.
Obiettivo è quindi quello di ridurre questo rischio adottando una serie di misure.
La più immediata è ovviamente è quella di garantire alle biciclette uno spazio riservato, ovvero piste ciclabili in sede propria, oppure corsie ben delimitate e identificate con relativa segnaletica. Innanzitutto nelle strade ad alta percorrenza e dove non c'è ancora un decisa limitazione della velocità (30 km orari).
Ma questo non basta.
Sappiamo altrettanto bene, grazie anche ai risultati di consolidate ricerca nel settore, che più aumenta il numero di ciclisti in un contesto urbano più aumenta la sicurezza non solo per loro ma per la collettività degli utenti della strada nel suo complesso.
Quindi è importante far aumentare il numero di ciclisti. Come? Con provvedimenti che aumentino la capacità di proteggere questa utenza, e la percezione stessa delle sicurezza. E poi con campagne di comunicazione che potrebbero incidere sugli atteggiamenti e le abitudini di chi si sposta in città con qualsiasi mezzo, rendendolo più consapevole del fatto che, sulle strade, ci sono anche (e tanti) ciclisti.
A Pescara, nonostante qualche timido tentativo, tutto ciò manca ancora, anche se sappiamo essere in cantiere diverse nuove iniziative.
L'auspicio, però non più rinviabile per troppo tempo, è che i  "dieci punti irrinunciabili" presentati da Pescarabici e fatti propri da questa Amministrazione all'epoca del proprio insediamento, comincino a vedere ambiti concreti di attuazione.
Molte misure sono semplici da attuare, altre più complesse.
Partendo dall'ultimo incidente che ha visto coinvolto un autobus e una bici, dobbiamo riuscire a creare, per l'intera città, le condizioni di una condivisione degli spazi, allargando le corsie dei bus,  come fatto in Via Conte di Ruvo,  e lavorando più visibilmente sulla segnaletica.

Noi  siamo per il bus + bici invece che il bus contro bici.

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