Il fallimento dell’ordinanza sulle targhe alterne non esonera il sindaco Alessandrini dall’adottare iniziative tempestive tese a contenere l’inquinamento atmosferico che sta soffocando la città. È chiaro che la situazione odierna è figlia delle scelte strutturali sbagliate e dissennate compiute dalla stessa giunta Pd negli ultimi 19 mesi di governo, una consapevolezza che ha un’unica conseguenza: il ripristino della chiusura al traffico di corso Vittorio Emanuele e la riapertura dei tre assi di scorrimento alternativi individuati dall’amministrazione di centro-destra.
Una misura, quest’ultima che, al di là delle becere strumentalizzazioni dei consiglieri dell’allora opposizione Pd, non era nata per un capriccio, ma da uno studio meticoloso della situazione e dall’individuazione degli strumenti capaci di restituire vivibilità a Pescara. Oggi il dovere del sindaco Alessandrini è quello di ammettere i propri errori e di ritornare sui propri passi, ricordando che l’inerzia, dinanzi a fenomeni di forte inquinamento da smog, lo rendono comunque passibile di un’azione giudiziaria da parte di qualunque cittadino.
A ricordarlo è stato l’avvocato Berardino Fiorilli, promotore dell’Associazione ‘Pescara – Mi piace’.
“Ormai a Pescara stiamo vivendo in un completo paradosso – ha osservato l’avvocato Fiorilli -: nel mese di dicembre i livelli di inquinamento da polveri raggiungono punte record e il sindaco Alessandrini non muove un dito, salvo poi accorgersene a gennaio, dopo un mese in cui abbiamo respirato veleni, e disporre per due soli giorni l’istituzione delle targhe alterne, che sono state in vigore nell’unica settimana in cui le polveri erano ai minimi storici per il forte vento che ha spazzato la città. Ovviamente, sommerso dalle critiche e sfiduciato dalla sua stessa maggioranza Pd per un’iniziativa assolutamente fallimentare e inutile, il sindaco sospende l’ordinanza, e contemporaneamente le polveri tornano dal 20 gennaio a toccare punte record, e il sindaco Alessandrini, l’uomo sbagliato al posto sbagliato, di nuovo non muove un dito. Fortunatamente non ha pensato di ripescare le targhe alterne, che con il suo tempismo comunque sarebbero scattate intorno a metà febbraio, ma non ha ideato alcuna ulteriore iniziativa per contenere il fenomeno che ha riportato Pescara indietro di dieci anni. La verità è che la situazione odierna testimonia come per fronteggiare l’inquinamento occorrono soluzioni strutturali, come la realizzazione di isole pedonali, ma, al tempo stesso, l’individuazione di assi di scorrimento alternativi in cui permettere comunque ai cittadini di muoversi sul territorio urbano e di raggiungere le aree di parcheggio. Oggi finalmente si comprende meglio perché a Pescara è fondamentale intervenire su corso Vittorio Emanuele, uno degli assi stradali più inquinati della città, e perché è fondamentale ripristinare la sua chiusura al traffico, lasciandola accessibile solo ai mezzi pubblici, ai mezzi di soccorso e alle auto dei residenti titolari di garage e posti auto. Basta vedere i dati dell’Arta per verificare, ancora oggi, come la chiusura al traffico di corso Vittorio Emanuele coincise con il quasi azzeramento dei livelli delle polveri, e questo perché non abbiamo semplicemente impedito ai cittadini di utilizzare, da un giorno all’altro, una strada centrale e, sicuramente, strategica, ma agli stessi cittadini abbiamo dato ben tre valide alternative: la nuova strada aperta sulle aree di risulta-lato mare; l’asse di transito dinanzi alla stazione ferroviaria; e poi l’asse via Ferrari-via Da Vinci-via Caravaggio, che peraltro ci aveva permesso di spostare in maniera strutturale verso monte tutto il traffico che oggi è tornato a concentrarsi su viale Bovio. Oggi l’unico atto immediato e tempestivo che il sindaco Alessandrini può e ha il dovere di adottare – ha sollecitato l’avvocato Fiorilli – è tornare a chiudere al traffico corso Vittorio Emanuele, superando con coraggio l’opposizione politica di soli tre commercianti della strada, e riassumendo su di sé la delega alla mobilità, dopo i fallimenti e l’assenza di idee dimostrate dal suo assessore delegato, affiancato da ben tre onerosi consulenti, sperimentando dunque una soluzione che ha già dimostrato di funzionare in modo eccellente. In caso contrario, il sindaco Alessandrini deve comunque ricordare che la legge lo obbliga ad assumere provvedimenti dinanzi a livelli tanto elevati ed eccezionali di inquinamento atmosferico, non può limitarsi a incrociare le braccia e ad aspettare che passi, affidandosi alla buona sorte, e che dopo sei giorni continuativi di inquinamento record, potrebbe essere sottoposto all’attenzione dell’autorità giudiziaria da parte di qualunque cittadino si ritenesse danneggiato. Ovviamente lunedì prossimo, primo febbraio, saremo in aula, nel Consiglio straordinario aperto, per ricordarglielo”.