Abbiamo appreso con orrore della possibilità che, addirittura all’interno dell’area cittadina, possa sorgere un nuovo centro commerciale. E’ quanto potrebbe accadere se l’Amministrazione Comunale concedesse il via libera a questo assurdo progetto, relativo alla possibile riqualificazione delle aree dell’ex consorzio agrario in Via del Circuito.
Siamo allucinati dall’ipotesi che possa essere inferto un ulteriore colpo mortale al commercio pescarese, che giorno dopo giorno vede da anni scomparire centinaia di piccoli esercizi per colpa dell’indiscriminato aumento della grande distribuzione, che oltre a massacrare le attività pescaresi ha via via desertificato il centro cittadino, lasciando solo uno scenario spettrale di serrande abbassate e mai più riaperte.
La Confcommercio di Pescara denuncia con forza ogni possibile tentativo di dotare la città di un centro commerciale, del quale non solo non si avverte alcuna necessità , ma che servirebbe solo ed esclusivamente ad impoverire ulteriormente - semmai ve ne fosse bisogno - un settore che, anche in conseguenza di una scarsissima sensibilità da parte delle forze politiche locali, è costretto ad una lenta e irrefrenabile agonia.
Basta con la grande distribuzione, basta con la realizzazione di poli commerciali, in una città in cui gli operatori, seppur con sacrifici immensi, riescono ancora a fornire all’utenza una capacità di offerta abbondantemente sufficiente a coprirne i fabbisogni, anche e soprattutto dal punto di vista qualitativo.
Se le parole di alcuni consiglieri - riportate dai quotidiani locali - si rivelassero vere, sarebbe una gravissima mancanza di senso della realtà e di percezione del dramma di centinaia di negozianti che, complice anche la crisi perdurante, riescono a stento a garantire con il proprio esercizio commerciale la vivibilità propria e delle loro famiglie.
Evidentemente alcuni rappresentanti dell’Amministrazione, seppur con lunghi anni di militanza politica, dimostrano di non conoscere l’economia pescarese o di non averne compreso le reali criticità . Forse dietro tali proposte si celano non meglio identificati interessi speculativi - come ad esempio per l’ex-Cofa - o si tende a privilegiare alcuni settori a discapito di altri?