Giovedì 25 agosto, a partire dalle ore 20,30, presso il complesso balneare “La Playa” in piazza Le Laudi a Pescara, Leonardo Paglialonga, direttore artistico dell’associazione “I Borghi della riviera dannunziana”, presenterà l’artista Fernando Innocente come ospite settimanale della rubrica “Arte a la Playa 3”, che s’inserisce nell’ambito della manifestazione dei “Gelati Letterari”.
Qualche nota biografica sull’artista. Fernando Innocente nasce nel Salento, precisamente a Campi Salentina (LE) nel 1965. Si diploma al Liceo Artistico di Lecce nel 1984, dove dimostra una propensione soprattutto per le arti grafiche e per il disegno. Nel 1991 si laurea in Architettura all’Università “Gabriele d’Annunzio” di Pescara. Libero professionista dallo stesso anno, è iscritto all’Ordine degli Architetti di Chieti. Dal 2020 è docente nella Scuola secondaria di primo grado.
Artista eclettico e poliedrico, è da sempre appassionato di pittura, di grafica e di vignettistica satirica dalla quale attinge profonde emozioni sensoriali. Attento osservatore dei temi sociali, dal classicismo al nichilismo contemporaneo, traspone queste tematiche nelle forme e nei colori delle sue opere.
Negli ultimi anni ha partecipato a diverse mostre collettive organizzate da Leonardo Paglialonga, in qualità di Presidente dell’Associazione artistico-culturale “Nemesis”: Palazzo “Caccianini” di Frisa (CH) (2020), Castello “De Sterlich-Aliprandi” di Nocciano (PE) (2021), Fondazione Michetti di Francavilla al Mare (CH) (2022).
Per l’occasione Leonardo Paglialonga ha scelto un interessante “trittico” tra le opere di Fernando Innocente che andremo ad analizzare singolrmente.
IL CREPUSCOLO DELLE MASCHERE (anno 2022 - acrilico su tela, 70 x 100 cm).
L’opera ha la sua genesi da una lettera con disegno finale scritta ad una sua alunna della scuola media, in seguito alla discussione in classe sul tema “del falso e del vero”. Il docente concludeva la lettera con uno schizzo rappresentante una figura materna, simbolo per eccellenza della Verità, e un fiume di maschere appoggiate su di uno spazio finito come una scacchiera. Successivamente Innocenteha sentito l’esigenza di approfondire questo schizzo, prima con una grafica allargata nello spazio e successivamente con l’acutezza di stamparla sulla tela con uno sfondo crepuscolare (foto di tramonto elaborata al computer). L’effetto era già emotivamente dirompente:un connubio perfetto tra grafica e fotografia. E’ a questo punto che l’artista in questione si è concentrato con l’acrilico per dare luci ed ombre ai personaggi dell’opera, per valorizzare la figura materna posta in primo piano e lo scorrere irruento delle maschere che si sciolgono e precipitano negli abissi delle menzogne in contrapposizione alla figura materna iniziatica della vita e quindi del vero. L’opera è la metafora per cui ciascuno di noi, coscientemente o inconsciamente, indossa una maschera (nel senso pirandelliano) nei diversi periodi della vita terrena, privilegiando il falso rispetto al vero. Due aspetti limitati nel tempo e nello spazio, contrasto tra finito (la materia) e l’infinito (il crepuscolo) da dove noi veniamo e dove probabilmente ritorneremo. La figura materna, d’altronde, è rappresentata con il pollice in alto che sfiora la luce crepuscolare, elemento di vita eterna, rigenerabile all’infinito, lasciando il passo all’oblio delle cose terrene e di facile decomposizione.
CLASSICISMO E TORMENTO (anno 2020 - acrilico su tela, 70 x 100 cm).
L’opera rappresenta il cambiamento temporale delle emozioni artistiche, passando dall’arte classica alle avanguardie fino a giungere ai nostri tempi bui con l’avvento del Covid 19 e delle guerre. Al centro dell’opera è rappresentato il viso di una statua romana (l’Imperatore Augusto) nel suo massimo splendore con le regole auree di bellezza e di proporzione, frazionato nello spazio da linee e piani, dai colori fondamentali, mentre il tempo è decomposto e sedimentato nello scrigno nero. Sui lati è racchiuso il tormento della malattia, della guerra che ci dà l’opportunità di ripensare il nostro tempo, mentre il fuoco e l’inquinamento delimitano nella finestra la vista ad oriente verso la Russia la Cina. L’opera è una denuncia contro la guerra, una resistenza attiva contro la malattia con il suo tormento, ed è, invece, un inno alla vita come esigenza primaria per un ritorno al bello, all’arte come l’unica possibilità concreta di rinascita a nuova vita.
L’opera “Classicismo e Tormento” è ispirata al Maestro e critico d’arte Bruno Paglialonga, recentemente scomparso, “del quale già si sente la mancanza - scrive l’Autore in una sua nota - per la sua esemplare creatività emotiva che trasferiva nelle sue opere”.
INFERNO (anno 2018 - acrilico su tela, 70 x 100 cm).
L’opera rappresenta i quattro elementi della vita (terra, acqua, fuoco, aria), di cui “negativi” sono il fuoco e la terra, mentre “positivi” l’acqua e l’aria. “Inferno” è un’opera sconvolgente, fatta di dolore, di oscurità e di morte, ma anche di percorsi familiari da vivere insieme. Le forme avvolgenti degli ulivi (che rimandano alla terra salentina di facile sua memoria), si trasformano e si mimetizzano con figure umane che a loro volta bruciano e sprofondano nella terra; solo l’acqua, elemento trasparente di vita, tiene testa con il simbolo competitivo delle lumache sulle onde agitate. I vizi capitali come l’invidia, l’avarizia e la lussuria si uniscono alla miseria, alla povertà e alla disabilità, mentre Caronte, intento a portare le anime nell’inferno, nella fantasia dell’artista, accarezza il culo di una bella donna.
Queste opere di Fernando Innocente, nell’insieme un “trittico” di particolare interesse, resteranno in esposizione presso le sale del ristorante “La Playa” di Pescara fino a giovedì 1 settembre (salvo proroga).
Leonardo Paglialonga