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Armando Foschi chiede assunzioni di responsabilità al M5S e a Acerbo sul Piano regolatore portuale

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“Una vicenda tanto delicata, strategica e importante come il Piano regolatore portuale non può essere oggetto di strumentalizzazioni politiche, né da parte del Movimento 5 Stelle, né tantomeno da parte del consigliere comunale Maurizio Acerbo al quale chiediamo un’assunzione di responsabilità. Non si può per cinque anni, accusare una compagine di Governo di aver bloccato il Porto, impedendone lo sviluppo, pur sapendo che quell’amministrazione comunale non ha competenze materiali e tecniche specifiche da permettergli di intervenire in prima persona sullo scalo marittimo, e poi annunciare mille emendamenti a un atto propedeutico all’invio del Piano regolatore portuale al Consiglio Superiore dei Lavori pubblici dove dovrà aprirsi un nuovo iter per lo strumento di programmazione. E’ evidente: in quel Piano ci sono dei punti che meritano approfondimenti, e ci sarà tutto il tempo per farlo in Consiglio comunale, in Tavoli di lavoro, in Conferenze dei Servizi. Oggi però abbiamo una priorità, ossia consentire l’allungamento del porto verso est, per portare il fiume al di là della diga foranea, superando il problema dell’insabbiamento dei fondali, ed è questa l’unica opera già finanziata dal Ministero con 15milioni di euro. In caso contrario il consigliere Acerbo e i grillini, che pretendono di governare la città, dovranno spiegare alla marineria e agli operatori commerciali la propria volontà di bloccare, di nuovo, il porto, e saranno chiamati a farlo quando si ripresenterà il problema dell’insabbiamento e dell’assenza di fondi per il dragaggio”.

Lo ha detto il consigliere comunale Armando Foschi, Presidente della Commissione Lavori pubblici.

“Siamo dinanzi all’ennesimo terribile equivoco – ha sottolineato il Presidente Foschi -: il prossimo 16 maggio il Consiglio non dovrà approvare il Piano regolatore portuale, già passato, ma dovrà ratificare solo l’intesa che il Comune dovrà sottoscrivere con il Comandante della Direzione Marittima per poi inviare il faldone del Piano regolatore portuale all’esame del Consiglio Superiore dei Lavori pubblici dove si aprirà una nuova lunga fase di esami, verifiche, prescrizioni, che richiederà altri 5 o 6 mesi di lavoro. Solo dopo il Piano potrà tornare in Abruzzo per l’approvazione e adozione da parte del Consiglio regionale. A questo punto diventa incomprensibile la posizione del consigliere comunale e regionale Maurizio Acerbo che per mesi, con il centro-sinistra, ha tuonato contro la nostra maggioranza di Governo per aver chiuso il porto, pur sapendo che non abbiamo alcuna competenza sulla materia, mentre con la sua doppia carica di consigliere regionale non si è preoccupato di sollecitare la firma del Decreto di Vas. Oggi Acerbo, che siede sugli scranni, sarà chiamato a un’assunzione di responsabilità nei confronti della città e delle categorie produttive, che vedono in quel Piano regolatore portuale l’unica possibilità di sviluppo per il nostro porto, e sarà chiamato a spiegare a loro, prima che al centro-destra, le ragioni dei suoi mille emendamenti. Non solo: siamo disponibili a rivedere e ridiscutere i vari aspetti del Piano, che a fronte di una previsione di investimenti per 100milioni di euro inevitabilmente verrà realizzato per lotti. Sappiamo che parte della marineria non condivide la realizzazione della nuova darsena pescherecci più a nord, e siamo disponibili e pronti a rivedere molti aspetti del Piano. Ma l’importante oggi è partire con la prima opera, quella fondamentale, ossia portare il porto al di là della diga foranea, con un investimento di 15milioni di euro, tanti quanti ne sono serviti per il dragaggio, somma già assicurata dal Ministero. Quindi ad Acerbo chiediamo di sederci a un Tavolo e affrontare la questione, tanto strategica, serenamente, per la città. Impossibile invece rispondere ai grillini, completamente e strumentalmente disinformati sulla vicenda, ma ai grillini risponderanno le categorie portuali produttive, quelle che senza quelle opere di realizzazione del nuovo braccio del porto, rischiano di veder chiuse le proprie aziende. E in quella sede, magari, spiegheranno anche chi e quando avrebbe ‘messo il bavaglio’ al signor Spina, che ha sempre trovato porte spalancate in Comune per poter esporre le proprie ragioni. Infine: la seduta consiliare a porte chiuse è stata chiesta da alcuni consiglieri comunali non per nascondere alla città un provvedimento pubblico che sarà reso ufficiale, ossia la ratifica dell’intesa, ma proprio per consentire una discussione politico-amministrativa serena, senza strumentalizzazioni da parte di nessun gruppo politico, vista la vicinanza del voto, ovvero per evitare che quella seduta consiliare si trasformi in una passerella promozionale. E credo che gli operatori portuali, per primi, apprezzeranno tale scelta”.

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