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Uccise un operaio di Elice nel 2017, patteggia un anno e 4 mesi

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Ha patteggiato 1 anno e 4 mesi di reclusione, con pena sospesa, G.C., il camionista di 43 anni di Reggio Calabria che il 9 agosto del 2017 travolse e uccise Cristian Ruggieri, 31 anni di Elice, mentre era fermo in sosta sull'A24 Roma-L'Aquila nei pressi di Tivoli.

Lo ha stabilito stamattina il giudice Sabina Lencioni del tribunale di Tivoli. I genitori e le sorelle di Cristian Ruggieri, seguiti nel processo penale dall'avvocato Di Lodovico, sono assistiti dallo studio Giesse con sede a Montesilvano.

Erano da poco passate le 12 di quel caldo 9 agosto quando Ruggieri, operario addetto alla segnaletica stradale, a bordo di un furgone assieme a un collega si era accorto che un automobilista gli stava segnalando un possibile problema nel cassone retrostante. Secondo quanto poi raccontato agli inquirenti dal collega che viaggiava con lui seduto a fianco, guardando lo specchietto a quel punto Ruggieri si era accorto di una cordicella che pendeva dal lato del cassone e aveva deciso di fermarsi per controllare.

Raggiunto il primo punto idoneo, dove la strada era perfettamente rettilinea, il mezzo era stato arrestato lungo la corsia di emergenza ed entrambi i colleghi erano scesi per il controllo.

Pochi attimi e si è consumata la tragedia. Mentre il collega scendeva dalla parte verso il guardrail, Ruggieri aveva raggiunto la cordicella pendente sul lato verso la strada. All'improvviso l'urlo del collega, accortosi del sopraggiungere di un camion che stava deviando, come privo di controllo, proprio verso di loro. A nulla era valso il tentativo di fuggire verso la parte anteriore del mezzo da parte di Ruggieri: il camion con alla guida G.C. in poche frazioni di secondo aveva centrato il pieno il mezzo fermo in sosta e subito dopo investito anche lui poco prima che riuscisse a mettersi in salvo gettandosi dietro la parte anteriore del proprio mezzo.

Immediata era scattata la richiesta di soccorso, sul posto era intervenuto anche l'elicottero del 118 ma malgrado un lunghissimo tentativo di rianimazione i soccorsi si erano rivelati inutili.

Per chiarire le esatte responsabilità dell'accaduto la Procura di Pescara aveva disposto una consulenza tecnica affidata all'ingegner Lucio Pinchera di Frosinone, il quale ha accertato che "causa tecnica esclusiva dell'evento è da ritenersi unicamente il mancato controllo dell'autocarro condotto da G.C., per non essersi reso conto, per tutta la fase di entrata in campo del soggetto, di deviare verso destra fino a raggiungere parte della corsia di emergenza: ciò rivela nella sua massima evidenza l'incapacità alla guida in quegli istanti".

Da qui la richiesta di patteggiamento avanzati dai legali del camionista calabrese e accettata dal giudice Lencioni.

«Si chiude una vicenda carica di dolore, che lascia non poco amaro in bocca ai familiari, che non accettano una pena così esigua nei confronti del responsabile - spiega Gianni Di Marcoberardino, responsabile della sede Giesse di Montesilvano»

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