Alle prime luci della mattinata odierna i carabinieri del Nor di Pescara hanno dato esecuzione ad un'ordinanza applicativa di misura cautelare a carico di cinque persone, gravemente indiziate di essere responsabili di detenzione e cessione illecita di sostanze stupefacenti del tipo cocaina. In particolare, dal dicembre 2022 venivano intraprese mirate attività , anche di natura tecnica, volte ad individuare e documentare gli innumerevoli episodi di spaccio segnalati a Rancitelli. Le indagini, pur essendo indirizzate da subito su un solo nucleo familiare, sono risultate particolarmente complesse per le modalità adottate nella cessione dello stupefacente, che avveniva esclusivamente nell'abitazione degli indagati.
A ciò si aggiunge che per tentare di eludere le investigazioni delle forze dell'ordine o, quantomeno, per rendere difficile l'accertamento delle condotte delittuose poste in essere, i soggetti che detenevano, commerciavano, cedevano, trasportavano o semplicemente consumavano le sostanze stupefacenti non si riferivano mai alle stese chiamandole con il loro nome. Spesso anche conversazioni senza riferimenti, volutamente prive di frasi ma contenenti solo sillabe o suoni di assenso, erano sufficienti a far comprendere il loro contenuto ed ottenere il fatidico "ho capito".
Le parole "bambino" o "macchina", ad esempio, venivano utilizzate come riferimento alla sostanza stupefacente e ciò si deduceva dall'illogicità con cui i termini venivano spesso utilizzati nelle conversazioni telefoniche intercettate e dai successivi riscontri effettuati attraverso il monitoraggio delle telecamere del sistema di videosorveglianza utilizzato. La compravendita avveniva anche su piattaforme di messaggistica istantanea abbinata ai social network, dove probabilmente, percependo più sicurezza e libertà di espressione, gli indagati si lasciavano andare anche a frasi quali "quella vecchia 30, quella nuova 33", alludendo alla tipologia e al prezzo della sostanza stupefacente.
Le indagini condotte dai militari dell'Arma hanno consentito di appurare che gli acquirenti fossero tutte persone di varie fasce di età che, una volta raggiunto il domicilio degli indagati, suonavano al campanello e salivano a casa per concludere l'acquisto. Sulla scorta degli indizi di colpevolezza raccolti, l'autorità giudiziaria di Pescara ha ordinato per tre di loro la custodia cautelare in carcere, per i restanti due i domiciliari e l'ordine di presentazione alla polizia giudiziaria.