Oggi l’Abruzzo è stato attraversato da una massiccia mobilitazione che ha coinvolto lavoratori, studenti e cittadini in occasione dello sciopero generale. A Pescara, cuore della protesta, centinaia di manifestanti si sono radunati per far sentire la propria voce su temi fondamentali come i diritti dei lavoratori, il caro vita e il futuro dei giovani. Ma non è stata solo Pescara a mobilitarsi: presidi e cortei si sono svolti in molte altre città della regione, tra cui L’Aquila, Chieti e Teramo, segno di una partecipazione diffusa e capillare.
La mobilitazione è stata indetta per protestare contro l’aumento del costo della vita e le difficoltà crescenti che famiglie e lavoratori affrontano quotidianamente. Tra i temi principali sollevati ci sono la precarietà del lavoro, gli stipendi considerati insufficienti a far fronte ai rincari e la richiesta di maggiori investimenti nei servizi pubblici essenziali, come sanità e istruzione. I sindacati hanno denunciato una situazione economica sempre più insostenibile per le fasce più vulnerabili della popolazione, chiedendo misure urgenti al governo. "Non possiamo più tollerare che siano sempre i lavoratori e i pensionati a pagare il prezzo della crisi", hanno dichiarato i portavoce durante il presidio principale di Pescara.
Tra i manifestanti non c’erano solo lavoratori, ma anche studenti e pensionati, a testimonianza di un disagio che tocca trasversalmente tutte le generazioni. Numerosi studenti delle scuole superiori e delle università abruzzesi si sono uniti ai cortei, portando striscioni e slogan per chiedere un futuro più equo e dignitoso. "Vogliamo certezze, non precarietà", hanno gridato in coro.
Anche nei presidi più piccoli, come quelli organizzati a Lanciano e Avezzano, la partecipazione è stata significativa, confermando l’urgenza di affrontare i temi sollevati dalla protesta. La manifestazione si è conclusa con un appello alle istituzioni locali e nazionali affinché si attivino per trovare soluzioni concrete. I sindacati hanno chiesto un tavolo di confronto immediato per discutere di politiche sul lavoro, aumenti salariali e interventi strutturali per combattere la crisi economica.