I carabinieri di Penne hanno arrestato in flagrante due uomini, di 46 e 44 anni, residenti nel Napoletano. I mirati servizi svolti giornalmente dai militari dell’Arma vestina hanno permesso di cogliere sul fatto i due truffatori giunti in trasferta dalla Campania. Nella mattinata odierna è stata messa in scena la solita dinamica.
Un anziano residente a Penne riceveva una telefonata sulla sua utenza fissa da parte di un uomo che si spacciava per suo nipote: la nuora dell’anziano era in grave pericolo per dei pagamenti arretrati che, che se non saldati immediatamente, avrebbero condotto all’immediato arresto della donna. La richiesta, sempre la stessa: evitare che la donna potesse essere arrestata e sanare l’architettato danno grazie ai contanti e ai monili in oro posseduti in casa che, da lì a breve, sarebbero stati ritirati da un fantomatico carabiniere presso l’abitazione dell’ignara vittima.
I due truffatori però non avevano fatto i conti con il dispositivo dei militari già sul territorio che, grazie alle precedenti segnalazioni, giunte in mattinata presso la locale Centrale Operativa, di altre ipotetiche vittime che avevano ricevuto telefonate dello stesso tenore senza però permettere ai truffatori di accedere alle loro abitazioni, si era attivato per le vie del capoluogo vestino alla ricerca di un’auto sospetta.
Auto che veniva rintracciata, dai militari del Comando Stazione e del Nor, con uno dei due arrestati a bordo, proprio mentre l’altro truffatore stava facendo accesso all’abitazione dell’anziano: cosi, dopo qualche minuto di osservazione da posizione defilata, il soggetto usciva precipitosamente dalla casa nel tentativo di raggiungere il complice e darsi, quindi, alla fuga. Veniva però bloccato immediatamente, con l’intera refurtiva appena asportata dalla casa del povero anziano che, pochi istanti prima, gli aveva consegnato tutti i monili in oro che possedeva e la somma in contanti di 250 euro.
Immediatamente veniva bloccato anche l’uomo alla guida del veicolo e per i due, quindi, scattavano le manette per il reato di truffa aggravata, inasprito oltretutto nelle pene e nella procedibilità dal recentissimo D.L. 11 aprile 2025, n. 48; la somma di denaro ed i monili in oro, venivano invece restituiti alla vittima del reato. Gli arrestati, assolte le formalità di rito, su disposizione dell'Autorità Giudiziaria, sono stati associati presso il carcere di Pescara, in attesa dell’udienza di convalida.