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Pescara e i suoi 8 luoghi identitari, alla scoperta di una città senza rughe

Si comincia sabato 26 ottobre alle ore 17.30 nella sede del Flag di via Paolucci - mercato ittico, dove si parlerà di Borgo Marino

Redazione
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"Otto luoghi identitarii, per una città senza rughe": così lo storico Licio Di Biase ha definito Pescara. “Le catalogazioni, Pescara città veloce! Pescara città giovane!, vanno riconsiderate alla luce di una lettura meno superficiale e disattenta della città, che appare policentrica non solo sotto l’aspetto urbanistico, ma anche storico. In questi ultimi anni un’attenta ricerca , confronti e pubblicazioni puntuali hanno evidenziato che l’assenza di rughe, cioè dei segni del tempo, non è dovuta alla mancanza di storia e di un passato importante, ma conseguenza delle disattenzioni volontarie e di eventi inevitabili, su tutto la distruzione provocata dai bombarda menti nella seconda guerra mondiale, che hanno determinato l’eliminazione di tutto ciò che apparteneva al passato”, scrive Di Biase. 

“Lifting, dunque, volontari e involontari, ma la storia c’è, mancano gli elementi visivi della “memoria”, che è cosa diversa rispetto ai “ricordi. C’è stato qualche tentativo di recupero e di salvaguardia di qualche “segno”, ma con tanta disattenzione e tante distrazioni. E così si sono riportate faticosamente, all’atten zione della pescaresità l’Aurum e il Circolo Aternino, ma mancano all'appello tanti segni… e poi si buttano giù con baldanzoso menefreghismo i simboli della città e questo pesa sulla coscienza delle classi politiche contemporanee, come ad esempio la stazione di Porta Nuova (1883) per fare spazio a d un intervento di riqualificazione urbana. Ecco il lifting volontario. Ma potremo annoverare nella categoria del lifting volontario anche Villa Sabucchi, Villa de Riseis, il teatro Pomponi, molte ville liberty e la palazzina degli anni ’30, che ospitò la Centrale del latte, abbattuta una decina di anni fa. Tanto per rimanere nei casi più eclatanti”, aggiunge Di Biase. 

“In questa città le ruspe sono state più violente dei bombardamenti della seconda guerra mondiale. Ed ecco perché possiamo definire questa città, smemorata. L a Chiesa della Madonna dei Sette Dolori della fine del 1600, sta lì, a ricordarci che “c’eravamo”, con una città, distratta, che guarda con interesse solo altrove. Però, c’è una fetta di città che non demorde. Ecco il percorso tra gli otto luoghi, che ho e videnziato come luoghi della conservazio ne della memoria da ricercare nella città contemporanea, tirando fuori le identità. Ho detto: otto luoghi identitarii... e dalle descrizioni riemergeranno le emozioni sepolte che, anche attraverso le immagini e attraverso i sapori che essi traggono dalle immagini, ci riportano all’attenzione anche la parte di città dimenticata”. 

E così ricordiamo “Castellamare collinare, oggi i Colli”, “Castellamare pianeg giante, oggi il Centro”, “Borgo Marino, area nord”, “Pescara, oggi Porta nuova”, “Villa del Fuoco”, “Fontanelle”, “S. Silvestro” e la “Pineta”: questi sono appunto gli otto luoghi da cui la città ha preso origine, “luoghi inglobati nel processo dinamico della urbanizzazione a volte selvaggia del dopoguerra e che ne ha in parte reso di difficilissima individuazione. Pescara non ha rughe, scriveva nel libro “La favola pitagorica” il giornalista Giorgio Manganelli, proprio guardando alla città giovane, moderna, ma smemorata, meticcia, contaminata. E il giornalista Pino Coscetta, nell’ultimo incontro, ci racconterà del suo “Viaggio in Abruzzo con Giorgio Manganelli”. Un’ultima considerazione: Pescara è una città che va osservata guardando in alto. Ci accorgeremo, così, che questa città esiste ancora ed è una città da leggere e da conservare”, conclude Di Biase.

Si comincia sabato 26 ottobre alle ore 17.30 nella sede del Flag di via Paolucci - mercato ittico, dove si parlerà di Borgo Marino.

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