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Al Florian “Storie Taciute - contiis di feminis che non son sui libris grains”

Giunge alla conclusione la terza edizione di 'Femminile Plurale | L'arte delle donne'

Redazione
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Giunge alla conclusione la terza edizione di 'Femminile Plurale | L'arte delle donne', rassegna a cura di Giulia Basel e Chiara Sanvitale, che ha messo al centro la creatività femminile e i temi della disparità di genere, con un bilancio estremamente positivo in termini di qualità artistica degli spettacoli visti al Florian Espace, e di gradimento del pubblico che ha seguito ed animato le serate anche negli incontri postPlay, dopo lo spettacolo,  con le artiste e gli artisti che presentavano i loro lavori e il processo creativo, ricevendo dagli spettatori commenti ed input interessanti e costruttivi.

L’ultimo appuntamento di questa edizione è per sabato 23 marzo alle ore 20.45 e domenica 24 alle ore 17.30 con uno spettacolo fresco di debutto che riporta a Pescara una collaboratrice storica del Florian Espace: Flavia Valoppi che presenta “Storie Taciute - contiis di feminis che non son sui libris grains” , in veste autrice, regista e narratrice in scena insieme a Chiara Grillo e Annalisa De Vittor, che arricchiscono e accompagnano con il canto lo svelarsi di queste storie a lungo taciute.

“STORIE TACIUTE nasce dalla voce delle nostre nonne e madri, nei nostri luoghi, paesi di contadini, dignitosi di povertà e relazioni, che si trasformano in paesi di guerra. Il nostro Friuli rappresenta simbolicamente tutte le terre che subiscono la violenza della guerra, e le nostre donne e i loro figli sono vittime del passato e del presente.”- spiega Flavia Valoppi  (che si è avvalsa del contributo per i contenuti di Giulia Sattolo e dell’aiuto alla drammaturgia di Raffaella Simoncini) - “Quando ci siamo imbattute nella drammatica storia dei bambini e delle bambine, e delle loro sfortunate madri, rinchiusi nell’orfanotrofio di Portogruaro ci è parso di aver trovato il soggetto ideale per rendere operativo il nostro intento di dare voce a chi ha pagato pesantemente e silenziosamente il prezzo della violenza che la guerra porta con sé” .

Uno spettacolo di narrazione (in italiano) e canti (in friulano) per raccontare un’altra storia, quella nascosta tra le pieghe della Grande Storia stampata sui libri, quella taciuta e nascosta, quella delle donne che hanno formato la rete di sostegno alla società durante e dopo la Prima Guerra Mondiale.  Sepolte negli archivi stanno le parole, (voci per lo più maschili), e la dignità delle donne abusate, usate dal nemico per offendere la terra e gli uomini che li ha sconfitti:  “Il corpo  della donna come campo di battaglia”, per citare Matei Visniec, che ha scritto un dramma teatrale sulle barbarie perpetrate nel Kosovo. 

Il tempo è quello della Grande Guerra che si trasforma in un tempo sospeso che accoglie anche la nostra modernità perché, purtroppo, le guerre sono uguali sempre. In scena tre artiste, cantanti e attrici che vigilano un baule che non è mai stato aperto, pieno di ricordi e cose da nascondere, vergogne forse. Il racconto si dipana tra narrazione e canti con lo sguardo limpido e tagliente di una ragazzina che ascolta i discorsi delle “donne grandi” e si fa un’idea di quello che accade.

Sabato sera, dopo la prima, il consueto momento di approfondimento e incontro con le artiste postPLAY,  che potrà essere seguito anche on-line sui canali del Florian Metateatro fb e Youtube. Ingresso 12 €, ridotto 10. Info e prenotazioni allo 085/4224087 o al  393/9350933 (anche Whatsapp).

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