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Elezioni politiche 2018: l’importanza del tuo voto

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Il conto alla rovescia ormai è agli sgoccioli, la fine di febbraio si avvicina e così anche il 4 marzo, data stabilita per lo svolgimento delle elezioni politiche 2018 per il rinnovo del Parlamento. Si avrà così un Consiglio dei Ministri che eleggerà poi il Presidente del Consiglio, il quale quindi non sarà votato dal popolo. A questo toccherà invece la scelta del partito o della coalizione, nella speranza che possa raggiungere la maggioranza al Parlamento, sia alla Camera sia al Senato, e che possa guidare al meglio il Paese nei prossimi cinque anni. Il 4 marzo 2018, i cittadini italiani sono chiamati a votare presso i seggi a loro attribuiti dalle 7:00 di mattina alle 23:00 di sera dello stesso giorno. Alla chiusura seguirà subito lo spoglio e nel giro di qualche ora si avrà un risultato definitivo.

Il grande timore, relativo a queste elezioni, è rappresentato dall’astensionismo. Il dubbio, la mancanza di fiducia, la crisi dilagante, la poca chiarezza da parte dei politici, ha fatto sì che le statistiche contino una percentuale alta di cittadini che non andranno alle urne. La speranza è che nel corso di queste due settimane anche questi prendano una decisione e votino. Votare, infatti, ricordiamolo, è un diritto e un dovere civico.

Perché andare a votare

Non sempre il popolo ha avuto il diritto di voto. Nella storia d’Italia c’è stato qualcuno che ha combattuto e si è sacrificato per ottenere per tutti questo privilegio, quindi, per non rinnegare l’acquisizione di un tale diritto, è importante fare il proprio dovere di cittadino ed esprimere il proprio voto. Le elezioni sono inoltre l’unico strumento con il quale gli elettori possono manifestare il proprio volere, premiando o meno l’efficacia di un determinato partito politico di governare e legiferare.

Se un certo partito ha deluso, a poco serve lamentarsi sui social network, se non si accompagna a questo a una presa di posizione in cabina elettorale votando qualcun altro. Anche se si ritiene che ai vertici onestà e democrazia non siano parole molto comuni, questo non è una giustificazione per l’assenteismo, perché, come detto, votare è un dovere civico, anche se significa mettere al governo il “meno peggio”, come molti ritengono per queste elezioni politiche 2018.

Nell’ultimo quinquennio di legislatura, l’Italia ha visto susseguirsi diversi governi, tutto di natura pressoché tecnica. Al comando si sono viste compagini di governo costituite da partiti diversi, cha hanno dovuto affidarsi forse un po’ troppo al Consiglio dei Ministri per mettere in pratica il proprio potere legislativo che invece sarebbe proprio del Parlamento. Un clima incerto, quindi, che dovrebbe aver solo insegnato che l’ingovernabilità è un fenomeno da cui guardarsi bene.

L’iter del buon cittadino

Se gli ultimi cinque anni sono serviti a qualcosa, se vogliamo avere speranza per un futuro, che comunque domattina arriverà in tutti i casi, la scelta migliore è andare a votare. È chiaro che muoversi fra i tanti programmi politici, tuttavia, non è affatto semplice. Ogni partito ha, infatti, le sue figure di riferimento che, come ogni volta, si vedono un po’ dappertutto proprio nelle settimane precedenti il voto. Per fare una scelta cosciente, il cittadino dovrebbe ascoltare o leggere le proposte di tutti i candidati, privo di pregiudizi. In questo modo egli potrà individuare quelli che più rispecchiano il suo modo di pensare e i suoi valori.

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