“Tornerà a riunirsi domani, mercoledì 16 giugno, alle ore 12, il Tavolo permanente istituito nell’ambito della Commissione Commercio e Attività Produttive per portare avanti il confronto sull’individuazione dei nuovi orari di attività per i locali della movida pescarese nell’estate 2021. All’incontro abbiamo invitato i rappresentanti di Confcommercio, Confesercenti, Confartigianato, Ascom e i piccoli Consorzi del centro. La posizione di Fratelli d’Italia, che domani ribadiremo, è chiara: dopo il 7 luglio, che coincide con l’inizio del clou dell’estate, dovranno essere consentiti orari di apertura più lunghi, ovvero come minimo fino all’una dalla domenica al giovedì, e almeno fino alle 2 nel fine settimana. Fermo restando una ulteriore maggiore apertura per i locali prospicienti la riviera che hanno licenze specifiche anche per fare intrattenimenti notturni. È da qui che dovrà ripartire il confronto, chiarendo un punto fondamentale: i titolari dei bar, ristoranti, gelaterie o esercizi in genere, non svolgono servizio di ordine pubblico, tradotto se i residenti, che hanno diritto al riposo, lamentano ‘i cori sotto i balconi’ e il chiacchiericcio in strada dopo la chiusura dei locali, episodi che, a detta loro, si starebbero verificando anche oggi, ovvero in vigenza delle regole più restrittive, è chiaro che il problema non può essere imputato né può essere pagato dai titolari delle attività, ma piuttosto va discusso e affrontato in altre sedi, a partire dal Tavolo del Comitato per l’Ordine pubblico della Prefettura”.
Lo ha detto il Presidente della Commissione Commercio e Attività produttive Fabrizio Rapposelli ufficializzando l’incontro previsto per domani sul tema ‘caldo’ degli orari di apertura serale e notturna dei locali nel periodo clou dell’estate, ovvero da luglio sino a metà settembre.
“Ormai è chiaro: siamo dinanzi a due esigenze che all’apparenza sono diametralmente opposte, ma che in realtà devono necessariamente trovare un punto di incontro e di equilibrio – ha sottolineato il Presidente Rapposelli -. Da un lato ci sono i titolari delle attività di ristorazione e intrattenimento, dunque bar, punti aperitivo, ristoranti, gelaterie, pasticcerie, piadinerie, cornetterie, che arrivano da 18 mesi di fermo totale causa pandemia, e che oggi, con il ritorno di Pescara in Zona Bianca, chiedono solo di poter lavorare, che è un loro diritto sancito dalla Costituzione. Ovviamente, la particolare tipologia merceologica di tali strutture impone inevitabilmente che il loro lavoro si concentri nelle ore serali e notturne, specie in una città di mare come Pescara, dove d’estate, chiusi gli uffici, si esce intorno alle 21 per cenare, incontrare gli amici, ovvero per intrattenersi fuori casa, dopo un anno e mezzo di reclusione forzata. Dall’altro lato ci sono però i residenti, ovvero coloro che, per fortuna o sfortuna, abitano nelle vie della cosiddetta movida, che arrivano, anch’essi, da 18 mesi di religioso silenzio e pace assoluta, visto che, chiusi i locali, le strade della movida erano deserte. Quei residenti – ha proseguito il Presidente Rapposelli – sono però altrettanto consapevoli che quelle strade vuote significano economia ferma e città paralizzata, dunque quelle strade devono necessariamente, oserei dire obbligatoriamente, tornare a riempirsi, a pullulare di persone, proprio per far ripartire l’economia stessa di Pescara. Che però non significa deregulation e che ciascuno possa fare ciò che gli pare, ma significa convivenza, civile condivisione di uno spazio che ospita sia l’intrattenimento della città che il residenziale, e sta ora all’intelligenza, al buon senso e alla responsabilità delle due parti saper trovare un punto di incontro. Dai residenti non ci aspettiamo posizioni pregiudiziali, ovvero non ci aspettiamo di sentire denunce preventive di situazioni di caos prim’ancora che si verifichino. Ossia: se già oggi i residenti sostengono di non poter dormire perché disturbati, dopo l’orario di chiusura dei locali fermo alle 12.30, dai cori sotto le finestre dei balconi, cori provenienti da cittadini che decidono di restare in strada anche quando i locali abbassano le serrande, è evidente che il problema, allora, non è l’orario di attività di questo o quell’esercizio, ma è un problema di ordine pubblico che non può essere sanato sulla pelle di bar e ristoranti, ma richiede ben altre competenze, che vanno sicuramente organizzate e previste. Perché se decido di far chiudere i locali alle 2, è evidente che alle 2 e 5 minuti le strade devono essere sgomberate, ma non può farlo né pretenderlo un ristoratore che non ha alcuna autorità al di fuori delle quattro mura del proprio locale. Al tempo stesso – ha aggiunto il Presidente Rapposelli – dai titolari dei pubblici esercizi e dalle Associazioni di categoria mi aspetto grande capacità autogestionale e senso di responsabilità. È evidente che vadano adottate delle politiche e una selezione della clientela capace di tenere lontano chi disturba e di avvicinare chi viene nelle strade della movida per consumare, godere di una bella serata d’estate con gli amici e scambiare quattro chiacchiere, senza la necessità di innalzare cori al cielo. Che significa abolire o rinunciare alla clientela del cicchetto a 1 euro, che peraltro nulla porta in termini di qualità alla città, ma piuttosto può solo deteriorare un ambiente sano. Certamente chi abita in piazza Muzii o via Cesare Battisti o anche sulla riviera nord, non potrà mai godere del silenzio che c’è sul Colle del Telegrafo, ma questo ritengo che sia scontato e che tutti ne siano consapevoli, ma sicuramente oggi ci si chiede uno sforzo supplementare e la capacità di dare identica priorità e dignità a due esigenze: il riposo dei residenti e il lavoro di chi ha investito risorse, soldi, energie e competenze professionali per aprire locali e che oggi ha il diritto di poter godere del proprio investimento. Domani partiremo da tale riflessione e consapevolezza per ascoltare la voce delle Associazioni di categoria: siamo pronti al dialogo e alla collaborazione con tutti, ma Pescara ha bisogno di riacquistare la propria vitalità estiva per garantire posti di lavoro, e per far ripartire un’economia altrimenti in stallo, e per farlo coinvolgeremo tutte le forze in campo utili per raggiungere l’obiettivo”.