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Acqua, sicurezza e parcheggi in centro: 'Insieme per Pescara' lancia una petizione

Chieste soluzioni pratiche per recuperare i posti auto. E torna l'idea del vigile di quartiere

Redazione
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‘Insieme per Pescara’ lancia una petizione su tre problematiche che stanno attanagliando il centro: acqua, sicurezza e parcheggi. Si chiede al sindaco Masci di istituire un tavolo di lavoro permanente aperto alla cittadinanza (commercianti, residenti e professionisti) per raccogliere contribuiti di idee su come tamponare la crisi dei parcheggi del centro e delle vie dello shopping, venutasi a creare con il concomitante avvio di cantieri “in un periodo dell’anno in cui la nostra città (a vocazione commerciale e turistica) dovrebbe accogliere ed ospitare importanti flussi di visitatori e turisti”, si precisa nella raccolta firme. 

Qualora Masci valutasse positivamente l’istituzione di questo tavolo, si potrebbe in quel contesto aprire un confronto rispetto alla possibilità di abbattere, con conseguente bonifica e ripristino del decoro, l'ex scuola Muzii di via Saffi, su cui “insisterebbe un progetto di riqualificazione fermo da anni. Visto il non sviluppo del progetto, vista la carenza di parcheggi, viste le scarse condizioni igieniche del luogo, vista l’insicurezza continua del sito e di ciò che vi gravita intorno, si chiede di valutare l’esecuzione di una prima bonifica immediata del sito e l’istituzione di un parcheggio a raso fino al ripristino, nell’interezza, dei posti auto dell’area del parcheggio centrale”.

In alternativa, ‘Insieme per Pescara’ invita a valutare la fattibilità di “siglare un accordo istituzionale con la società Rfi per l’utilizzo temporaneo del sottopasso ferroviario già destinato in passato a ospitare il cosiddetto “mercatino etnico” o di istruire, più in generale, una ricognizione in atti rispetto ad aree di proprietà del Comune da destinare temporaneamente (e almeno sino al termine dei lavori presso l’area di risulta) a parcheggi al fine di mitigare l’improvvisa indisponibilità di almeno 1000 posti auto presenti all’interno della citata area e non attualmente utilizzabili”.

Un'altra possibilità, secondo ‘Insieme per Pescara’, sarebbe quella di “rendere liberi dal pagamento gli stalli presenti nelle vie limitrofe il quadrilatero centrale al fine di favorire l’afflusso di avventori e clienti che, stante l’attuale inaccessibilità al centro cittadino, preferiscono migrare presso i centri di grande distribuzione presenti ai margini della città”. Sarebbe anche importante “informare la città circa l’avanzamento delle attività di bonifica ambientale che risulterebbero essere attualmente in atto presso l'area di risulta e rendere informati e partecipi i cittadini circa i contenuti e le fasi progettuali dell’intervento che si intenderebbe realizzare e, non di meno, aprire un confronto diretto tra l’amministrazione e i cittadini al fine di individuare, per l’area in parola, la migliore destinazione d’uso improntata ai principi di sostenibilità ambientale, sociale ed economica”. 

C'è poi, come detto, la questione legata all'acqua: Masci viene invitato ad avviare “concrete politiche e progettualità volte al reperimento di fondi per il ripristino complessivo dei sottoservizi idrici nella città di Pescara. Avviare un piano quinquennale di concerto con Regione ed il competente Ministero, per il ripristino di 3 acquedotti inattivi in città e l’ammodernamento della rete idrica stessa, rimandato da troppo tempo”. Si sollecita inoltre la garanzia dell’accesso all’acqua come stabilito dall’art. 3 della “Dichiarazione universale dei diritti umani”, evitando “chiusure ad hoc sempre nelle stesse zone ed evitando che si arrivi al punto di avere chi ha accesso all’acqua h24 e chi si ritrova a non averla per più di 12 ore consecutive”. 

L'acqua è “un servizio che non può essere alienato e non erogato per motivi di puro carattere gestionale, infrastrutturale ed amministrativo”. In ultimo, la droga: dopo “gli ultimi funesti accadimenti” e “le evidenze statistiche riportate sulla stampa che indicano Pescara come capitale della cocaina”, senza contare una crescente emergenza sicurezza, si chiede al sindaco di istituire il “vigile di quartiere”, figura “fortemente auspicata dall’intera cittadinanza ed in particolare dai titolari degli esercizi commerciali costretti molto spesso a chiudersi a chiave dentro i propri locali per timore della conseguenze di individui che si introducono negli esercizi commerciali per delinquere e molestare clienti e titolari delle attività”.

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