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Di Marco su Asp: "Situazione di nuovo drammatica, la Regione resta inerte"

Il consigliere Pd: "Senza interventi a rischio il prezioso lavoro degli operatori sanitari"

Redazione
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"Nuovamente con l'acqua alla gola le Aziende per i Servizi alla persona delle quattro province abruzzesi, niente rimesse da parte della Regione, un mare di debiti (la cifra accertata ad oggi è pari a 22 milioni di euro) e dipendenti senza stipendi, un circolo vizioso che si ripete ciclicamente con la gestione Marsilio e che affligge anche questi delicati aspetti dell'assistenza sanitaria. Le Asp fanno un lavoro sensibile e a sostegno delle famiglie di pazienti vulnerabili fisicamente e psichicamente, seguiti da un personale qualificato e affidabile al punto da lavorare anche senza stipendi. Ma questo non significa saper gestire la sanità, o, peggio, che siano gli altri a considerare ingiustamente inefficiente la governance sanitaria regionale: dalla realtà di questi istituti emerge un vero e proprio disinteresse che sta portando al collasso anche il sistema sanitario territoriale". Così il consigliere Antonio Di Marco dopo la Commissione Sanità in cui si è discusso della situazione delle Asp abruzzesi.

"Ancora una volta, dopo pochi mesi, la scure si abbatterà sul personale, con il rischio di vedere ridotte le cure per questi speciali pazienti – sottolinea Di Marco – La condizione finanziaria delle ASP abruzzesi è critica da tempo: fatta eccezione per quella aquilana, Teramo, Chieti e Pescara presentano passivi milionari. Sono caduti nel vuoto i ripetuti appelli della politica, ma soprattutto dei sindacati perché la Regione prendesse in carico il problema, che nel frattempo è divenuto via via più grosso e inaffrontato. Se la Regione Abruzzo avesse messo in agenda un piano di risanamento e destinato allo scopo parte delle mance elargite durante gli ultimi consigli regionali, fra Notti dei Serpenti, Festival della birra, Napoli calcio e altre amenità, oggi, forse, ci sarebbero più risorse da destinare al personale, che resta ignorato come lo è quello dei presidi ospedalieri e territoriali su cui chi dovrebbe gestire e far funzionare la sanità, riesce a produrre solo debiti e brutte figure e zero investimenti".

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