Partecipa a Pescara News

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

D’Alfonso: “Apriamo il dossier sul porto di Pescara – i dubbi sulla processione di Sant’Andrea”

La nota integrale dell'onorevole del Partito Democratico

Redazione
Condividi su:

++ RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO ++

La lunga, intricata e intrigante vicenda del porto di Pescara impone di cambiare metodo di lavoro: alle mille riunioni dialoganti e conviviali dobbiamo far subentrare la capacità di creare dossier, di riannodare le fila, capire dove si è sbagliato e si è registrato ritardo, e rilanciare l’azione amministrativa imponendo la partecipazione di tutte le figure di ruolo e di governo, a partire da Roma. E tale azione diventa un imperativo oggi quando dai social si sta levando un crescente Tam Tam direttamente dalla marineria, senza alcuna voce ufficiale dalle Istituzioni, per annunciare la ‘rinuncia’ alla Processione di Sant’Andrea domenica prossima, 27 luglio.

Quella nei confronti di Sant’Andrea, a Pescara, non è una venerazione qualunque, ma è il rispetto verso quello che è a tutti gli effetti quasi un compatrono della città, con San Cetteo. È il Santo che fotografa la vocazione economica della città nata sul mare, per il mare e con il mare, e che dal dopoguerra in poi ha avuto nella pesca prima, nel commercio dopo, le sue privilegiate chiavi di sviluppo. La marineria è sempre stata una forza per la città, una roccia di solidità che non guarda, come dicevano i nonni, al bello e al cattivo tempo, ma conosce solo un imperativo: sciogliere gli ormeggi per portare il pane a casa. E quella Festa, che ha resistito alla tendenza modaiola della proliferazione dei festival, ha sempre rappresentato un momento per fare comunità con tutta la città, per rinsaldare i legami che le corde del Santo hanno con pazienza costruito, e anche per far emergere le necessità di una categoria che ha bisogno di dialogo, ascolto e risposta.

Da giorni proprio quella categoria, utilizzando lo strumento tanto formidabile quanto gravemente sacramentale del social, ha annunciato la propria ‘rinuncia’ alla Processione per il mancato dragaggio del porto canale che renderebbe impossibile, impraticabile e pericolosa l’uscita delle barche. In conseguenza di ciò la statua di Sant’Andrea che resterebbe a terra e non potrebbe portare la propria benedizione nelle acque e l’omaggio alle anime di quei pescatori che hanno dato la vita per il mestiere. Per la prima volta, non sono, fino a oggi, le Istituzioni preposte, Direzione Marittima, Comune, Regione, Autorità Portuale, a ufficializzare eventuali problematiche che imporrebbero una sospensione della tradizione, ma direttamente i protagonisti di quella storia.

Credo che a questo punto delle considerazioni e delle domande siano d’obbligo e soprattutto urgenti: la prima, la più emergente, la rivolgo alla Direzione Marittima e all’Autorità Portuale, ossia se lo stato attuale dei fondali consenta o meno la tradizionale processione di Sant’Andrea e il transito in sicurezza dei pescherecci destinati a formare il corteo di barche al seguito. E poi: sul tema del dragaggio da due settimane si continuano a svolgere riunioni importanti, in presenza a Roma, a distanza da Pescara, dalle luminose e illuminate stanze di piazza Unione. Riunioni caratterizzate dal vecchio vezzo dell’annuncite, inframmezzato dai ‘faremo’, ‘diremo’, ‘realizzeremo’, rinviando tutto a settembre, per portare via in realtà una cifra irrisoria di fanghi, 25mila metri cubi. Riunioni determinate dal riaccendersi della protesta della stessa marineria, che ha scelto un’unica arma, non occupazioni stradali, picchetti, urla, o mobilitazioni. Ma il semplice richiamo di una sirena lasciata suonare ogni venerdì dalle due banchine del porto, una sirena che ha innescato una sorta di conto alla rovescia di cui non conosciamo termini, distanze temporali né tantomeno scadenze.

A questo punto ritengo sia chiaro che il vecchio metodo del riunirsi non abbia portato i risultati forse sperati, forse tardivi. Credo dunque che vada recuperata con massima urgenza, senza tener conto della pigrizia suggerita dall’estate, la capacità di fare dossier: interpelliamo, convochiamo e riuniamo tutte le intelligenze istituzionali necessarie, tecniche e politiche, considerando che il porto di Pescara è scalo di interesse nazionale. Chiamiamo a raccolta chi ha potere e capacità di decisione e di disposizione, e individuiamo subito risorse, strumenti, corsie di transito delle carte e tavoli di firma per quantizzare e temporizzare in modo puntuale e preciso l’azione della draga.

Il metodo che suggerisco l’ho praticato ampiamente quando ho avuto responsabilità politiche e amministrative, prima come sindaco e poi come presidente della Regione, proprio in relazione al porto e al risanamento delle acque.

Ci tengo a ricordare la definizione del Piano Regolatore Portuale durante il mio mandato da Sindaco, uno strumento fondamentale che è entrato in vigore, dopo un'inerzia di lunghi anni, solo quando sono diventato Presidente della Regione. Un altro fronte di impegno cruciale è stato quello relativo alla depurazione e al parco depurativo. La Giunta regionale che ho presieduto aveva impresso una forte accelerazione sul tema del disinquinamento dei fiumi e del sistema idrico integrato. Ad esempio, per il depuratore di Pescara – il più grande della regione – abbiamo assegnato 8,5 milioni di euro derivanti dal decreto Sblocca Italia (2015) e 4 milioni previsti dal Masterplan (2016). Inoltre, 20 milioni di euro presi dal Fondo Sviluppo e Coesione 2014-2021 sono stati destinati al parco depurativo, per un totale di 32,5 milioni di euro. Nei primi due anni di legislatura abbiamo attivato un piano di risanamento idrico che contava su complessivi 170.878.577 euro per realizzare opere mirate a ottimizzare, anche con nuove costruzioni, il sistema della depurazione, della rete fognaria e degli acquedotti, tendendo alla rinaturalizzazione e al risanamento dei fiumi e delle acque marine per la tutela della balneazione.

È evidente che non possiamo più limitarci a interventi spot o a soluzioni tampone. È necessaria una strategia vera e puntuale di manutenzione costante del sistema portualità di Pescara, ricordando che è proprio quell'asse la ragione per cui Pescara è Pescara. Facciamolo oggi, per rispetto alla marineria e al suo Sant’Andrea.

Condividi su:

Seguici su Facebook