A distanza di quattro giorni, ci ritroviamo a commentare la splendida impresa del Delfino, capace di superare anche l’ultimissimo ostacolo prima dell’agognato ritorno in Serie A: il gagliardo Trapani del mai domo Serse Cosmi. Non è stato semplice affrontare i siciliani, tecnicamente inferiori ai biancazzurri ma dotati di una carica agonistica che ne ha compensato, per quasi tutta la stagione, tale deficit, non solo nei confronti del Pescara, ma anche di altre squadre, quali Bari e Cesena; alla fine però ne poteva salire solo una ed è opinione comune che la più meritevole sia stata certamente la compagine guidata da Mister Oddo.
Infinite le considerazioni che possono condurre alla narrazione di questa meravigliosa e mai scontata stagione agonistica, tante le storie già raccontate e chissà quante ancora da sviscerare. Nel corso di questo lungo cammino, settimana dopo settimana, fra alti (per fortuna tanti) e bassi (il catastrofico periodo a cavallo di febbraio e marzo), abbiamo esaltato pregi e difetti di un gruppo molto più coeso di quanto si potesse immaginare, costruito grazie a un sottile, ma assolutamente efficace, lavoro psicologico, operato dal tecnico emergente forse di maggior spessore che il calcio nostrano ha saputo sfornare in questi ultimi anni: Massimo Oddo è cresciuto tantissimo in questi lunghi mesi alla guida del Delfino, scommettendo su se stesso, sui suoi giocatori e sul suo staff, che ha saputo preparare fisicamente, non dimentichiamolo, atleti in grado di correre e lottare fino all’ultimo minuto, molto più di quanto non abbiano dimostrato, di volta in volta, gli avversari affrontati.
Fra i tanti spunti che questo sport ama fornire ai cronisti, uno dei preferiti è il “termine di paragone”, quel divertente ma complesso e assai soggettivo, accostamento, fra una figura e l’altra, spesso separate da molteplici differenze, sebbene unite da un comune denominatore: la vittoria o la sconfitta finali. In questo caso ci sembra opportuno accostare il trionfo di Oddo a quelli di galeoniana e zemaniana memoria, senza per questo voler sminuire le figure, non meno importanti e fondamentali per la storia dei colori biancazzurri, dei vari Mario Pizziolo, che nel lontanissimo 1941 centrò la prima promozione in serie B, Tom Rosati, Giancarlo Cadè e Antonio Valentín Angelillo, tutti artefici di successi che sono ben impressi nelle menti e nei cuori della tifoseria. Giovanni Galeone, per ora, rimane a buon diritto il capofila di questa “lista”, capace di ottenere ben due promozioni in serie A, oltre che della finora unica salvezza raggiunta, al termine del campionato 1987/88, l’ultimo a sedici squadre, fattore certamente decisivo nella fattispecie, giacché quell’anno retrocedettero solo le ultime due, una delle quali fu l’Empoli, penalizzato a inizio stagione di un meno cinque (ricordiamo che la vittoria valeva all’epoca ancora solo due punti), ma l’elemento fortuna, dote sicuramente spesso “utilizzata” dal tecnico friulano nel corso della sua carriera, nel calcio è spesso preponderante per il raggiungimento degli obiettivi prefissati, quindi non bisogna sminuirla … ex aequo, a nostro parere, il secondo posto per Zdeněc Zeman e Massimo Oddo. Se il primo raggiunse addirittura la vittoria assoluta in campionato, quattro anni or sono, con una squadra che a tratti fu accostata al mitico Barcellona, al secondo va aggiunta, oltre al recentissimo successo, anche la finale dello scorso anno, una sorta di “doppietta” finora mai ottenuta da altri allenatori. Considerata la conferma in panchina anche per la prossima stagione, se l’ex campione mondiale del 2006 dovesse centrare la salvezza, virtualmente staccherebbe il boemo, mentre in caso di raggiungimento di una posizione finale del campionato, magari a metà classifica, perché no, in questo caso, nel giro di un solo anno, saremmo tenuti a collocarlo definitivamente sul trono biancazzurro, costringendo il buon Galeone a cedergli definitivamente la corona da lui detenuta!
Pensare che siano trascorse solo poche settimane da quando, alla fine del mese di marzo, in tanti, noi inclusi, avevamo addirittura ipotizzato un possibile esonero del tecnico pescarese, nel tentativo di risollevare le sorti di una compagine che pareva allo sbando, incapace di risollevarsi psicologicamente dall’inopinata e immeritata sconfitta di Cagliari, ci da il senso di questo sport, che nella sua imprevedibilità racchiude un gradimento assoluto a livello mondiale, regalando a tifosi di ogni credo ed età, emozioni uniche ed esaltanti.
In questo, per ora, ultimo appuntamento con il Lunedì del Delfino, abbiamo appositamente evitato di porre l’accento sugli aspetti tecnici della gara di Trapani, già abbondantemente sviscerati nel corso di questi giorni, così come ci è parso inutile ricordare le imprese dei singoli, da Lapadula a Caprari, da Memushaj a Benali, da Campagnaro a Zampano, abbondantemente elencate nel corso dei precedenti 31 editoriali, anche perché le luci della ribalta finali se le è accaparrate, meritatamente, uno dei meno elogiati nel corso di questa stagione, ovvero Valerio Verre, autore di una rete già entrata di diritto nella leggenda del calcio pescarese, altra dimostrazione della vera forza di questo Delfino, lo spirito di gruppo, nella misura in cui tutti, nessuno escluso, hanno dato il loro importante e fondamentale contributo alla causa, rendendo finalmente possibile ciò che lo scorso anno divenne solo un’incompiuta.
Ci piace pensare che questi 32 momenti di riflessione settimanale, iniziati il 26 ottobre dello scorso anno, figli di una sensazione che si è rivelata vincente, abbiano in fondo portato un pizzico di fortuna al nostro amato Delfino, accompagnandolo, non senza patemi, ma con tante soddisfazioni, all’approdo della Massima Serie, che stavolta speriamo davvero di conservare a lungo, per la gioia di una città che merita tante soddisfazioni, con tifosi davvero unici e incomparabili. L’estate calcistica è spesso condita più da sogni che da certezze, forse non tutti i progetti che la società ha in mente potranno riuscire, ma di sicuro gli operatori di mercato ora sanno che affidare i loro calciatori nelle mani del nostro tecnico, rappresenta una quasi assoluta certezza di crescita e valorizzazione, il che fa ben sperare circa la riuscita della costruzione di una rosa valida e affidabile, per il raggiungimento di un altro importante obiettivo, spunto di partenza anche per la redazione di un nuovo, auspicabile, lavoro editoriale.
Buone vacanze a tutti i lettori e, come sempre, FORZA PESCARA!