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Il Lunedì del Delfino

Amarezze, distrazioni e ... play off

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Come ampiamente previsto, la capolista Frosinone ha fatto un sol boccone del Delfino, grazie a un semplice atteggiamento determinato, dopo aver lasciato le redini del gioco ai biancazzurri, nel corso della prima metà di gara. Purtroppo ormai la tendenza degli uomini di Zeman, da quando Pettinari ha smesso i panni del bomber a sorpresa, è quella di non riuscire più a rendere concreto il gioco in fase offensiva, mentre contestualmente continuano a non mancare mai le solite amnesie difensive. Sarà quasi certamente un campionato amaro per i colori biancazzurri, difficile che si possa invertire questa tendenza, auguriamoci solo non diventi amarissimo, perché in serie B, si sa, basta davvero poco per precipitare nell’inferno dei bassifondi di classifica e, a quel punto, la paura potrebbe consegnare il colpo di grazia, a quest’ennesima armata Brancaleone costruita dal presidente Sebastiani.

Al momento l’unica consolazione consiste nel patrimonio di avere in panchina un tecnico che, critiche ingiustificate permettendo, potrebbe anche riuscire a spremere il meglio dai suoi uomini, determinando un rassicurante (si spera) finale di stagione. Altro motivo di tranquillità potrebbe essere generato dal bassissimo livello tecnico delle avversarie: a parte le tre destinate a salire di categoria (Frosinone, Empoli e Palermo, come già ripetutamente scritto), in sostanza tutte le altre sembrerebbero almeno alla portata del Pescara. Insomma, ci apprestiamo a seguire un girone di ritorno senza quel minimo di pathos necessario a generare l’entusiasmo, di cui uno sport agonistico necessita. Il presidente, nel frattempo, all’indomani della debacle in terra ciociara, si è lasciato andare a una dichiarazione che, forse, lascia sottintendere un velato richiamo a Zeman, in altre parole che il mancato raggiungimento dei play off sarebbe da considerare un fallimento. Ora, premesso che da una società in buona salute economica e neo retrocessa, l’ambizione di voler terminare fra le prime otto, dovrebbe essere considerato l’obiettivo minimo, non quello auspicabile, a nostro parere ci sembra che, da buon affarista, egli stia semplicemente mettendo le mani avanti, così che in caso di mancato raggiungimento del suddetto, le responsabilità dovranno essere addebitate tutte, o quasi, al boemo. Buon per il tecnico che proprio da quest’anno il regolamento è stato modificato, i punti di scarto necessari, per evitare la disputa dei play off, fra la terza e la quarta, alla fine dovrebbero essere quindici, non più dieci. Tanti, forse troppi, anche per le tre “grandi”.

Un cenno sul mercato, finalmente alle spalle, va doverosamente fatto. Sono partiti per altre destinazioni, per lo più gradite, tutti quelli che dichiaravano implicitamente di avere un forte mal di pancia nel vestire la casacca biancazzurra. Forse, come di consueto, li vedremo nei panni dei fenomeni con le loro nuove squadre di appartenenza, ma di questo sarà inutile stupirsi o, peggio, lamentarsi: Pescara è ormai una meta ambita esclusivamente come stazione di transito, le carriere si sviluppano altrove. Sui nuovi innesti è prematuro esprimersi, possiamo solo augurarci siano intenzionati, se non tutti, almeno la maggior parte, a dare il loro contributo alla causa. Non ci è dispiaciuto, a tal proposito, l’impegno profuso dal giovane attaccante francese Kevin Yamga, in prestito dal Chievo, nel corso della gara di sabato scorso. Finché le gambe hanno girato, pochi i minuti collezionati in questa stagione, oltre a ben districarsi in fase offensiva, per poco non riusciva a portare i suoi in vantaggio, al 14’, ha mostrato anche tanto impegno in copertura, proprio come un centravanti moderno dovrebbe saper fare. Almeno su di lui si potrà contare, il che non è poco. Un discorso a parte, foriero di grande preoccupazione, è quello dei portieri. Mirko Pigliacelli, approdato alla Pro Vercelli, non è stato sostituito, in mancanza di valide scelte che il mercato non ha saputo offrire (…), ci si dovrà accontentare della soluzione interna, quella del ventiduenne Luca Savelloni. Di là dai pericoli, dettati da un eventuale (facciamo i debiti scongiuri) infortunio del titolare, il vice capitano Vincenzo Fiorillo, a preoccupare è soprattutto la mancanza di competizione interna, assolutamente necessaria in quel delicato ruolo, a meno di non essere dei fuoriclasse, cui invece vanno affiancati solo buoni panchinari. Sarà un caso, auguriamocelo vivamente, ma già sabato scorso, guarda caso, il buon Fiorillo è parso deconcentrato e poco reattivo. Se nell’ambito di una difesa colabrodo come quella del Pescara, andiamo a sommare anche le eventuali distrazioni dell’estremo difensore, ecco che la frittata è servita.

Chiudiamo ricordando che sabato prossimo si tornerà a giocare fra le mura amiche (per modo di dire, visto che la tifoseria sembra ormai in disarmo affettivo), ospitando la Salernitana, compagine sulla carta inferiore a quella biancazzurra, ma in classifica indietro per un solo punto. All’andata terminò 2 a 2, con i campani che riuscirono nel finale a recuperare il doppio vantaggio ospite: una delle tante rimonte subite dal Delfino nel corso di questa maldestra stagione. Ci vorrà tanta grinta e impegno per avere la meglio sugli uomini di Stefano Colantuono, reduci dall’inopinata sconfitta interna con il Carpi, quindi sicuramente determinati a volersi riscattare immediatamente.

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