Quando accadono, quasi contemporaneamente, così tanti fatti da raccontare, in un arco temporale ristretto, per assurdo si fa maggiore fatica a esporli. La giornata di ieri, domenica 4 marzo 2018, sarà ricordata per l’importante tornata elettorale? Per la tragica scomparsa del capitano della Fiorentina, il nazionale Davide Astori? Per la sospensione del campionato, in seguito proprio al lutto che ha colpito il mondo del calcio nostrano? In casa biancazzurra, per l’esonero, relativamente a sorpresa, di Zdeněk Zeman? Forse per tutti questi eventi uniti, comunque in qualche modo legati al mondo del calcio e dello sport ma nessuno positivo. Nel momento in cui scriviamo, i risultati elettorali non hanno ancora il crisma dell’ufficialità, ma alla luce di com’è stato strutturato il voto, difficilmente ne scaturirà qualcosa di definitivo per il Paese, per cui, in attesa di sviluppi, ci sentiamo di dover inserire anche quest’avvenimento fra gli aspetti negativi della giornata appena trascorsa.
E pensare che già i risultati calcistici dell’altro ieri, regalavano motivi di discussione importanti. Gli anticipi della giornata di serie A, che avevano visto la Juventus battere a tempo scaduto la Lazio, grazie a una magia di Paulo Dybala nel pomeriggio e il Napoli perdere nettamente in casa con la Roma durante la serata, incanalavano per il settimo anno consecutivo lo scudetto verso Torino, sponda chiaramente bianconera. Lo sport nazionale per antonomasia non riesce più a emozionare come un tempo. Mentre la Nazionale ha toccato il fondo, mancando la qualificazione ai Mondiali, come ben sappiamo, a livello di campionato un monopolio ormai consolidato, quello appunto della Juventus, ha reso privo di qualsiasi interesse lo spettacolo. E non è detto che i collegamenti fra i due fatti sopra menzionati, siano poi così distanti fra essi …
Ben altro risultato aveva, nel frattempo, incupito gli animi dei tifosi biancazzurri, sempre durante la giornata di sabato. Ci riferiamo, evidentemente, alla sconfitta del Delfino in casa del Cittadella. Una gara brutta e sfortunata, che avrebbe potuto anche “regalarci” l’ennesimo 0 – 0, se Gravillon non avesse involontariamente deciso di diventare l’involontario, negativo, protagonista della partita. Invece stavolta è andata malissimo e la sconfitta è giunta puntuale, complice, oltre al difensore francese, l’ormai perenne sterilità offensiva del Pescara.
Tornando ai fatti di ieri, non ci soffermeremo ulteriormente sulla morte di Astori, nel rispetto, anche, di quanto pubblicamente chiesto dal presidente del CONI, Giovanni Malagò, in merito alle eventuali illazioni e conseguenti speculazioni, che un simile avvenimento, più o meno giustamente, potrebbe avere. Solo cordoglio, quindi e tanta tristezza nel ricordo di un ragazzo, da tutti definito perbene. Circa l’esonero dell’allenatore boemo, invece, qualcosa possiamo scrivere. Lo avevamo anticipato a più riprese, che molto difficilmente la stagione attuale avrebbe potuto continuare a lungo, con lui sulla panchina biancazzurra. Le continue e pesanti schermaglie con il presidente Daniele Sebastiani, non potevano che preludere a questo scontato epilogo, rinviato di qualche settimana solo grazie ad alcuni risultati, parzialmente positivi, un po’ fortuitamente colti sul campo. L’impressione, a caldo, è che Zeman abbia cercato in tutti i modi di farsi cacciare. Andando a ritroso nel tempo, ricordiamo che l’altro ieri, nel post partita, si era lasciato andare a dichiarazioni abbastanza “strane”, che non definiamo farneticanti solo perché conosciamo ormai fin troppo bene, il suo modus operandi. Definire positiva la gara dei suoi, francamente è stato solo un modo per prendere bellamente in giro chi gli aveva fornito questo materiale umano, del tutto inadatto ai suoi canonici schemi. Già nel corso della settimana, la presa di posizione politica in favore del Movimento 5 Stelle, con tanto di partecipazione in prima persona a un convegno presso l’Aurum, aveva prodotto non pochi sussulti. Un fastidio ormai troppo grande e ingestibile, per un uomo così legato ai poteri forti, del calcio e della politica, qual è Sebastiani.
Squadra affidata, per ora, all’allenatore della Primavera, Massimo Epifani. A costo zero, o quasi, la società vorrebbe ripetere quanto già visto a suo tempo, con l’esonero di Marco Baroni, cui subentrò Massimo Oddo. La Storia si ripeterà? Difficile, le condizioni non sembrano esserci. Di certo questa squadra era inadatta a sopportare il 4-3-3 zemaniano, per cui ci aspettiamo un cambio di rotta anche in questo senso, ma, eventualmente, i giocatori faranno in tempo ad apprendere le nuove direttive di gioco, prima di sprofondare nei bassifondi della classifica?
Se Epifani non fosse in grado di gestire la situazione, obtorto collo bisognerà affidarsi a un nuovo tecnico, di sicuro navigato e più esperto. Ci chiediamo con una certa curiosità, chi potrebbe mai essere, disposto a fare il “signorsì” e con l’ingrato compito di terminare la stagione, almeno degnamente. Nuovamente siamo costretti a rilevare come sia impossibile, alla lunga, gestire una società di calcio, in Italia, a Pescara in particolare, fra le tante, solo pensando ai bilanci, senza cuore e passione. Il risveglio da questo sonno, in cui siamo precipitati all’indomani della promozione nel 2012, rischia di diventare traumatico: non disperiamo, ma prepariamoci al peggio.