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Il Lunedì del Delfino

Il "caso Palermo" mina la credibilità di questa già travagliata stagione cadetta

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Se c’è una gara che può spiegare, da sola, questo campionato del Delfino, ebbene è proprio quella disputata sabato scorso a Venezia. Pur giocando, nell’arco complessivo dei novanta e passa minuti, peggio dei lagunari, i biancazzurri stavano comunque portando a casa i tre punti in palio, addirittura rischiando di stravincere, se Monachello prima e Marras poco dopo, non avessero fallito clamorosamente dei contropiedi che francamente, a questi livelli, non si dovrebbero proprio sbagliare. Invece, mettendo a frutto la più importante legge non scritta del calcio, ovvero goal sbagliato goal subito, i veneti sono riusciti a pareggiare in pieno recupero, grazie al secondo rigore loro concesso. A scanso di equivoci vale la pena sottolineare che non solo entrambi i penalty assegnati ai padroni di casa erano giustamente da dare, ma addirittura avrebbero dovuto usufruirne di un terzo, per un ingenuo mani di Marras in area di rigore. Unico comune denominatore di questi falli, appunto la loro ingenuità e inutilità, in quanto giunti nel contesto di azioni tutt’altro che pericolose.

Nonostante la beffa finale, sono almeno tre gli aspetti positivi da riportare. In primo luogo la sontuosa partita disputata da capitan Brugman, che ha praticamente fatto reparto da solo, viste le assenze di alcuni titolari (quella di Memushaj soprattutto) e l’impalpabilità di Bruno e Crecco. In vista dei play off, sapere di poter contare sui due perni del centrocampo in forma smagliante, di certo garantisce qualche possibilità in più. Il secondo è rappresentato dalla classifica, che vede il Pescara ancora isolato al quinto posto, nonostante un’unica vittoria nel corso degli ultimi nove match disputati. Conservare o meno la posizione in graduatoria sabato prossimo, dipenderà pertanto solo dall’esito della gara che concluderà la stagione regolare, all’Adriatico contro la Salernitana, senza bisogno di ascoltare i risultati provenienti dagli altri campi, in caso di vittoria (la sconfitta di ieri sera dei campani, in casa contro il Cosenza, ha però reso alquanto delicata questa sfida, sopratutto per loro in chiave salvezza). Poi, visto e considerato che da alcune settimane sembra che le pretendenti alla volata play off, giochino “a perdere”, molto più di quanto non faccia il Delfino, addirittura potrebbe essere sufficiente anche l’ennesimo pareggio: si vedrà. Ultima delle tre note liete giunte dal pari contro gli uomini di Cosmi, il ritorno al goal di Leonardo Mancuso. Senza le sue marcature il Pescara davvero non poteva fare molta strada in queste ultime gare, quindi applaudiamo con gioia alla sua ritrovata vena realizzativa.

Dicevamo all’inizio che il film della partita contro il Venezia fotografa abbastanza bene la stagione biancazzurra. In modo particolare rende giustizia all’impegno di Bepi Pillon, un allenatore “normale”, che ha però riversato in quest’annata tutto ciò che aveva dentro. Forse, lo abbiamo già scritto in passato, nella consapevolezza che si tratti di una delle ultime occasioni per ben figurare, prima di chiudere la carriera. Se gli fosse stata messa a disposizione una Rosa solo leggermente più competitiva di questa, siamo abbastanza certi che si sarebbe giocato la serie A diretta, insieme a Brescia e Lecce, fino alla fine, altro che play off. Pur dovendo settimanalmente mettere in campo titolari che farebbero fatica a trovare spazio anche in serie C e nonostante la società gli abbia addirittura indebolito l’organico a gennaio, quando si trovava ancora al secondo posto della graduatoria, in condominio con il neo promosso Brescia, ecco che si ritrova, ad una giornata dal termine, ancora fra le prime, in grado quanto meno di poter parlare di serie A. Dal nostro punto di vista, in sintesi, ha quindi compiuto un mezzo miracolo e non meriterebbe affatto le pressoché continue punzecchiature da parte del presidente Sebastiani. Ma il calcio (a Pescara e non solo) purtroppo è anche questo, per il momento bisogna farsene una ragione.

Nel frattempo le vicissitudini di questa anomala stagione di serie B sembrano non avere mai termine. Iniziata malissimo, con l’assurda decisione di portarla avanti con un numero dispari (diciannove) di squadre, ora si ritrova a dover gestire, in extremis, il “caso Palermo”. Se è vero che i siciliani hanno falsificato le voci di bilancio delle ultime tre annate, di certo meritano la retrocessione a tavolino, oltre ad una sonora penalizzazione nel prossimo campionato di serie C che dovessero disputare. Ciò chiaramente comporterà (“comporterebbe” per il momento) lo slittamento di una posizione in avanti per tutte le altre diciotto concorrenti (il Delfino si ritroverebbe addirittura quarto, posizione che ai fini dei play off rappresenterebbe un più che probabile viatico per la finale), il che modificherebbe in maniera sostanziale tutto l’assetto riguardante le promozioni e le retrocessioni. Bisogna decidere in fretta il da farsi insomma, ma poiché le assurde regole del calcio nazionale, la cui giustizia sportiva, già di per sé lacunosa, s’intreccia anche con quella ordinaria, comporteranno tempi non proprio brevi, c’è il rischio (ma forse sarebbe più corretto dire, come ha stavolta giustamente affermato anche Daniele Sebastiani, la necessità) concreto di uno slittamento dei play off e dei play out. Al peggio sembra davvero non esserci mai fine, non resta quindi che rassegnarci ancora una volta ad assistere all’ennesimo, più che probabile, squallido teatrino para-calcistico, le cui vittime certe sono e saranno sempre i tifosi, la maggior parte dei quali dovrà ingoiare l’ennesimo rospo indigeribile.

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