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Il Lunedì del Delfino

Rispettate le gerarchie in campo e il Pescara supera un buon Pordenone

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Ha vinto l’esperienza ieri sera, non ci sono dubbi su questo. Il più consumato Delfino (come accennato lo scorso Lunedì) ha avuto la meglio sugli esordienti friulani del Pordenone, squadra questa apparsa ben più attrezzata e, soprattutto, rodata, rispetto ai padroni di casa. Si era messa davvero male alla fine del primo tempo, con gli ospiti che lo avevano chiuso in vantaggio e in recupero, dopo il rigore di Galano, che aveva regalato ad inizio gara un, forse, inatteso vantaggio al Pescara. Il secondo tempo, poi, ha donato tre punti davvero preziosi a Luciano Zauri e ai suoi, grazie ad alcune invenzioni dei singoli, perché di gioco, è bene sottolinearlo, se n’è visto davvero poco. Nonostante i parecchi cambi rispetto al pessimo esordio di Salerno, fra i quali l’inatteso ritorno di Machin dal Parma, celebratosi nei giorni scorsi, il neo tecnico non sembra sia ancora riuscito a dare coralità ad una squadra troppo spesso messa in difficoltà dagli avversari.

Tanti, troppi, tiri e cross, ma quasi tutti fuori misura o troppo alti. Forse i biancazzurri non hanno ancora preso le misure al nuovo pallone in dotazione quest’anno al campionato cadetto? Il Kappa Kombat Ball 2020 è spesso sembrato più una sfera da spiaggia che da calcio, fra i piedi degli uomini di Mister Zauri, che hanno provato inutilmente a domarla nel corso dei novanta e passa minuti di gioco. Fortunatamente alcuni regali dell’ancora inesperta (per questa categoria) difesa dei “ramarri” neroverdi, hanno comunque consentito di mettere a segno ben quattro marcature, alla fine più che sufficienti per ottenere, come detto, la vittoria finale.

La prima sosta, di solito mal digerita soprattutto dai tifosi, i quali dopo aver assaporato il ritorno al calcio giocato che conta, devono subito spegnere i primi entusiasmi, stavolta giunge quanto mai opportuna, almeno in casa biancazzurra. Se davvero Zauri ha le qualità per allenare una squadra professionistica, nei prossimi giorni dovrà dimostrarlo rimboccandosi le maniche per impartire lezioni di tattica e moduli. Di schemi, infatti, non ne abbiamo quasi mai visti, salvo sporadici casi, grazie esclusivamente alle iniziative dei giocatori più navigati (Galano e Memushaj su tutti), in grado di far sentire in campo tutto il peso della loro esperienza.

Stasera si chiuderà finalmente anche il lungo (lunghissimo …) mercato estivo, che non dovrebbe regalare clamorose sorprese in entrata, mentre si assisterà a qualche necessaria cessione, per sfoltire una Rosa numericamente sproporzionata, soprattutto a centrocampo.

In conclusione dobbiamo ammettere che se la partita di ieri si fosse chiusa con il risultato del primo tempo, avremmo profetizzato un’annata da probabile incubo per i tifosi del Pescara, ma il calcio, si sa, è lo sport più bello e seguito proprio perché spesso sfugge alla logica. Non bisognava abbattersi più di tanto dopo la disfatta della prima giornata, così come non ci si può esaltare per il successo nella seconda. Forse solo al termine del primo quarto di campionato (a fine ottobre insomma) potremmo provare a definire i possibili obiettivi stagionali di Fiorillo e compagni. Al netto di ciò bisognerà poi fare i conti con il solito, in genere negativo e distruttivo, mercato invernale, nel corso del quale gli intrecci di scambi e prestiti vari che Sebastiani mette in atto, indeboliscono la Rosa biancazzurra, per la gioia delle “casse societarie” e il rimpianto di tifosi e staff tecnico. In attesa di vederci più chiaro, rispetto a quest’inizio dai due volti, per ora è tutto.

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