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Il Lunedì del Delfino

Ripartenza sprint per il Pescara nel ricordo di Mario Tontodonati a cura di Gianni Lussoso

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Tre mesi e mezzo dopo l’ultimo editoriale, eccoci di nuovo qui, in punta di piedi, che proviamo a ripartire, parlando di qualcosa che sembra ancora abbastanza lontano dai tanti pensieri che ci assillano: il calcio giocato. Era lunedì 8 marzo, quando con un articolo assolutamente breve e conciso, raccontavamo, sinteticamente appunto, l’ennesima sconfitta del Delfino, un 2-0 senza attenuanti incassato il mercoledì precedente a La Spezia, in quella che passerà alla Storia come l’ultima partita del calcio professionistico italiano disputata a porte aperte, prima dell’inizio emergenziale COVID-19.

In un clima ancora molto surreale, per svariati motivi, i vari campionati, nazionali (A e B solamente) ed europei, hanno ripreso o si apprestano a farlo. Tante le novità, quasi tutte non positive, che ci si augura possano durare esclusivamente nell’arco temporale destinato a far concludere la stagione 2019/2020. Innanzitutto l’assenza di pubblico, chiaramente una conditio sine qua non assolutamente necessaria, ma che già di per sé fa apparire questo calcio quasi uno sport diverso da quello a cui siamo abituati. Ai giocatori in campo soprattutto, ma anche a chi segue gli incontri da casa, in televisione. Poi il periodo, inizio estate, con temperature e umidità destinate a salire durante le prossime settimane. Per ovviare parzialmente a questo inconveniente non da poco, si è deciso di consentire ben cinque sostituzioni per squadra, permanendo però il massimo di tre “finestre” che le consentano. Un’arma a doppio o triplo taglio questa, che favorirà le Rose più ampie dal punto di vista tecnico e gli allenatori in grado di gestirle. Diciamo subito che dal punto di vista dello spettatore, si fa una grande fatica a prendere “sul serio” questi primi incontri, che per i motivi sopra descritti, ma anche per l’audio, che ci fa ascoltare il chiacchiericcio degli atleti in gioco e le urla dei tecnici a bordo campo, ci rimandano con il pensiero alle partitelle estive di precampionato, piuttosto che a decisivi match per l’assegnazione di titoli, retrocessioni e promozioni.

Forse, un po’ alla volta, riusciremo anche ad abituarci, ma è chiaro che se non si potrà tornare a una condizione di graduale “normalità”, fermo restando le giuste regole di igiene e prevenzione a cui non dovremo mai più rinunciare, il calcio, così come ogni altro sport agonistico legato ad interessi economici, non avrà più motivo di esistere.

Terminato questo lungo, ma necessario incipit, veniamo a noi e al primo match disputato dal Pescara. Sabato 20 giugno, con inizio alle ore 18, lo Stadio Adriatico è tornato ad animarsi, non sugli spalti, ma sul terreno verde. Avversario, per la prevista ventinovesima giornata, la Juve Stabia. Una gara già decisiva per i colori biancazzurri, che in caso di risultato negativo, calendario alla mano, avrebbero visto spalancarsi alle loro spalle le porte della zona play out, se non addirittura peggio. Le ultime partite disputate prima della pandemia, avevano fatto precipitare il Delfino sempre più in basso nella graduatoria, oltre, lo ricordiamo, a una preoccupante involuzione tecnica e, probabilmente, psicologica, che sembrava destinata alla peggiore delle sorti. Sorprendente, quindi, per certi versi, quanto visto in campo l’altro ieri. Il positivo risultato finale (3-1 con reti di Pucciarelli, Zappa e Crecco per il Pescara), è stato il frutto di una condizione atletica che lascerebbe ben sperare per l’immediato futuro. Dopo un discreto, ma equilibrato primo tempo, chiuso a reti bianche, nella seconda parte del match, infatti, si è praticamente vista una sola squadra in campo: il Delfino per l’appunto. I gialloneri campani si sono infatti sciolti come neve al sole, mentre i biancazzurri di Mister Legrottaglie sono stati in grado addirittura di accelerare il ritmo di gioco, tanto che il punteggio finale avrebbe anche potuto essere più rotondo. Se queste sono state le premesse, in prospettiva e per l’immediato futuro, avremmo di che rallegrarci. Sarà senz’altro la successiva gara, che si disputerà il prossimo venerdì a Pisa, che ci darà conferma o meno di quanto visto: troppo a terra fisicamente la Juve Stabia o bravura dei preparatori atletici biancazzurri? Se, come ci auguriamo, sarà la seconda delle due opzioni, quella vera, potremmo anche registrare un inaspettato e felice finale di stagione.

In attesa di scoprire cosa sarà di questo Pescara, ci permettiamo di consigliarvi un paio di libri, freschi di stampa, da leggere magari comodamente sdraiati sotto l’ombrellone. Entrambi a firma del più celebre e longevo giornalista che la città di Pescara possa vantare: naturalmente parliamo di Gianni Lussoso. Oltre al romanzo di stampo autobiografico dal titolo “Dove sei?”, è stato finalmente pubblicato un tomo fondamentale per la Storia del calcio (e non solo) pescarese (e non solo, di nuovo): Mario Tontodonati raccontato da Gianni Lussoso. Per i tifosi più anziani un modo per tornare con la mente e con il cuore ai tempi della mitica Strapaesana, mentre per i più giovani la straordinaria opportunità di conoscere le gesta del più prolifico attaccante della centenaria storia del calcio pescarese. Le prefazioni di questi due splendidi libri sono a cura di chi vi scrive. Per le info su come acquistarli potete dare un’occhiata alla locandina allegata a questo articolo. Attendiamo, nelle prossime settimane, le vostre recensioni. Buone letture.

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