Ci siamo, oggi pomeriggio, poco prima delle 16, i calciatori della Sebastianese, ex Delfino Pescara, saluteranno i campi della serie B, mentre, in contemporanea e dinanzi ai loro occhi, la Salernitana andrà a conquistare la serie A. Un epilogo impietoso, ma giusto, per chi, con supponenza e avidità personali, ha trascinato nell’inferno (calcistico) della serie C una città e un numero incredibile di appassionati, che di padre in figlio da decenni seguivano (molti, convinti si tratti ancora della loro squadra continueranno a farlo) con tutto l’amore possibile i colori biancazzurri.
Le finte scuse di Sebastiani ai soliti microfoni dell’amica tv con sede a Chieti Scalo stavolta non hanno avuto nessun effetto. Ormai non gli crede più nessuno. Lui stesso riteniamo non sia più in grado di riconoscere il vero dal falso rispetto a quanto dichiara. Non avendo contraddittori né, presumiamo, veri amici con cui disquisire serenamente e apertamente, egli si trova nell’impossibilità di correggersi e migliorarsi. Il limite di chi si circonda solo di signorsì è questo. Ci viene in mente una frase di Don Luigi Sturzo a tal proposito: “Soprattutto, non agire da ignoranti, né da presuntuosi. Quando non si sa, occorre informarsi, studiare, discutere serenamente, obiettivamente, e senza mai credere di essere infallibili.”
Il nostro (vostro) editoriale per questa volta termina qui. Più che ricordare, settimanalmente, ai veri tifosi, quale disgrazia abbia colpito I colori biancazzurri il disgraziato giorno che l’attuale presidente fu contattato da uno dei proprietari del noto pastificio, non possiamo fare. Noi e pochi altri continuiamo a sperare che certi pseudo giornalisti con la tessera dell’O.d.G. in tasca finiscano virtualmente nel dimenticatoio, almeno nella testa di coloro che dichiarano amare davvero il Pescara. Nel frattempo, imperterriti, proseguiremo nell’opera di sensibilizzazione, pur nella triste consapevolezza di avere poche speranze di riuscire a ribaltare certi concetti.