Dopo le plusvalenze e le civili contestazioni al presidente, è arrivato anche il turno dei bilanci non dichiarati veritieri: settimana dopo settimana per il povero Delfino ormai non c’è più pace. Certamente non sono le partite di campionato l’argomento più interessante, il che è tutto dire.
Che il Tribunale smentisse Sebastiani in merito a quanto dichiarato dal 2015 al 2017 non deve sorprendere più di tanto. In fondo ad accusarlo è stato il suo ex socio, Danilo Iannascoli, che all’epoca “manovrava” le questioni societarie insieme a lui, quindi ha saputo di certo ben indirizzare i controlli. In ogni caso, al di là di quanto ufficialmente accertato, già da parecchi anni si discute circa la veridicità di certe cifre, scambi e valori assegnati ai giocatori e solo i più ingenui fra i tifosi non riuscivano a comprendere le verità. Praticamente quelli che, paraocchi ben montati sul cranio, si limitano a commentare sempre e solo con un “Forza Pescara” dopo ogni sconfitta, retrocessione o presunte irregolarità. Per essi, noi giornalisti con la schiena dritta siamo solo “gufi” che godono delle disgrazie del Delfino, mentre i loro eroi mediatici sono quelli ben vestiti dei salotti televisivi. Questi “ingenuotti” sono però sempre meno, i veri tifosi hanno ormai capito tutto.
Incapace di accettare dei contraddittori, ma anche almeno di rilasciare dichiarazioni consone alla realtà che lo circonda e da lui creata, il presidente prosegue nel dire cose piuttosto fastidiose da ascoltare. Non staremo qui a ripeterle, è sufficiente seguire i social per leggerle. Dubitiamo che potrà un giorno cambiare registro, d’altronde mai, nemmeno di fronte a verità incontrovertibili, come le vergognose (per come sono maturate) retrocessioni, si è mai posto il problema di dover chiedere scusa all’ambiente biancazzurro.
Ormai la tifoseria, quasi per intero, lo ha delegittimato. Il sogno, a prescindere dalla categoria, sarebbe quello di poter contare su un presidente che non abbia paura di confrontarsi con chiunque, soprattutto con chi non gli da ragione e lo contesta. Una società che abbia voglia di costruire un gruppo solido a cui dare continuità. Che non svenda ogni singolo giocatore dopo una sola rete, un dribbling, un passaggio riuscito. Che prenda un allenatore “prima” di fare mercato, non “dopo”, perché dovrebbe essere lui a scegliere i giocatori, non i procuratori amici. Che abbia le spalle solide e che non necessariamente debba rimetterci, ma nemmeno guadagnarci a tutti i costi. Utopie? Sogni? Al momento sì, il futuro prossimo non sembra poter regalare nulla di nuovo in tal senso. Un po’ come per le previsioni del tempo, però, nessuno può davvero conoscere quelle dei giorni più lontani, troppe sono le variabili e per questo vale la pena di fantasticare momenti migliori.
Giusto un breve cenno, in conclusione, su quanto accaduto ieri pomeriggio all’Adriatico. Seconda vittoria consecutiva contro una squadra che naviga nelle zone basse della graduatoria. Dopo il Grosseto, stavolta è toccato alla Pistoiese, con un secco 2-0, corroborare il magro (per le ambizioni iniziali) bottino di punti del Pescara. Domenica prossima si concluderà questo mesto girone d’andata con la trasferta di Imola (anche gli emiliani annaspano al momento in zona retrocessione), che farà da preludio all’ultima gara prima della sosta natalizia, ad Ancona, dove i biancazzurri sfideranno il Matelica.