Il previsto copione, già scritto da parecchie settimane, è finalmente andato in scena a Cerignola, dove il Delfino è stato abbattuto nettamente, a prescindere dal risultato di 1-0. Sconfitta doveva esserci ed è stata, senza troppo clamore, con il minimo scarto, in modo da salvare le apparenze. L’annunciato esonero di Alberto Colombo nei fatti non è nemmeno accaduto, perché l’allenatore, sicuramente ben consigliato in prospettiva futura, ha rassegnato le dimissioni.
Il teatrino o, meglio, il circo, come molti tifosi definiscono questa gestione societaria, ha pertanto aggiunto uno dei suoi più celebri lampi, fra i tanti che i posteri un giorno ricorderanno. Chi, se non di nuovo Zdeněk Zeman, poteva essere chiamato a placare gli animi di un ambiente ormai sospeso fra rabbia, delirio, incredulità, delusione e, quella pare non debba mai venire meno, speranza? Il quasi settantaseienne mitico allenatore, per la terza volta tornerà a sedersi sulla panchina biancazzurra, nel tentativo di mettere a segno forse l’ultimo miracolo della sua particolare carriera, fatta più di applausi e complimenti che di trofei, ovvero di vincere i play off e riportare il Pescara in serie B.
Strano che a distanza di pochi mesi da alcune dichiarazioni non propriamente amorevoli, scambiatesi fra Sebastiani e Zeman, all’indomani dell’uscita della sua biografia, oggi avvenga questa incredibile réunion, con l’aggiunta del figliol prodigo Pierluigi Iervese, che affiancherà il boemo, ma da queste parti ormai tutto ha proprio l’aria di un circo, come scritto sopra. Mentre cavalli e funamboli volteggiano sulla pista, alle spalle del pubblico può apparire, beffardo e irriverente, il più colorato dei clown, per la gioia dei bambini e dei loro genitori. Qualcuno dirà, ma se pago per andare a vedere una partita di calcio (compresi gli spettatori televisivi abbonati chiaramente), perché mi devo sorbire uno spettacolo circense? Giusta osservazione, ma questo è il fantastico mondo di Daniele Sebastiani, dove nulla di ciò che sembra appare come ciò che, in effetti, è!
Probabile, inoltre, che il desiderio di allenare del profeta nativo di Praga sia tale, che alla sua ormai veneranda (dal punto di vista strettamente lavorativo) età, anche l’offerta del Diavolo in persona, l’avrebbe presa in considerazione. Quindi perché non qui, visto che l’ambiente, in un mix fra amore per la città e nefandezze varie, gli sono già note e pertanto più facile da affrontare in corsa?
Cosa accadrà ora, si chiedono incuriositi e sempre speranzosi i tifosi? Le nostre personali considerazioni convergono in un futuro sicuramente positivo, almeno dal punto di vista dei risultati, giacché nulla e nessuno ci toglierà dalla testa che la squadra abbia volutamente atteggiato un rendimento di basso profilo, in palese contrasto con Alberto Colombo. Di conseguenza ora potrà tornare a giocare come sa e come vedemmo durante le prime giornate di campionato, con l’aggiunta di un condimento speciale: l’indiscussa capacità tecnica e psicologica di Zeman. Da qui a vincere i play off ce ne passa, ma se fino all’altro ieri non potevamo nemmeno immaginare un Delfino protagonista nel finale di stagione, adesso almeno ne coltiviamo la concreta speranza.
Ogni tanto ci tocca rispondere indirettamente a qualche tifoso (o presunto tale) che scambia i (pochi) giornalisti liberi e indipendenti per qualcos’altro, rei di non parlare e scrivere solo cose belle e positive sul Pescara. A costoro facciamo stavolta rispondere da Luigi Marattin, giovane politico italiano: “se uno dice che piove e l’altro che c’è il sole, compito del giornalista non è dar conto delle loro opinioni, ma aprire la finestra e controllare che tempo fa”.
Per l’atteso nuovo esordio di Zeman, appuntamento a sabato prossimo, 4 marzo, allo Stadio Adriatico, contro la Juve Stabia, fischio d’inizio per le ore 14:30.