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Il Lunedì del Delfino

Il Carnevale ci offre una maschera per coprire la vergogna

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L’asticella dell’imbarazzo, per il Delfino, stagione dopo stagione, riesce ad abbassarsi sempre di più. Ogni volta i suoi sostenitori si augurano che il punto più basso sia stato toccato, salvo poi scoprire che questa società ultradecennale riesce ogni volta a scavare ancora il terreno, facendo sprofondare questi colori, un tempo blasonati, verso un precipizio che sembra non avere fine. La sconfitta di venerdì scorso per 4-0 in quel di Gubbio (ho scritto proprio Gubbio, sì), con gli umbri che a un certo punto sembrava potessero avventurarsi verso un punteggio tennistico, salvo poi frenarsi, ha lasciato un nuovo, terribile, sfregio, al già martoriato volto della tifoseria biancazzurra.

Dopo aver fatto rimpiangere i tempi di Pietro Scibilia, la cui innata testardaggine e permalosità gli negarono un posto definitivo nel cuore dei supporter locali, che pure avrebbe meritato, per aver regalato loro alcune stagioni indimenticabili, siamo giunti all’incredibile paradosso di paragonare l’attuale amministratore unico all’inverosimile periodo targato Massimiliano Pincione, quasi preferendogli quest’ultimo. Confronto non così esagerato come potrebbe apparire ad una prima, superficiale, analisi, in quanto all’epoca, quindici anni or sono, nonostante tutto esisteva la speranza, poi tradottasi in realtà, di un risorgimento, mentre oggi non si intravede alcuna possibilità di invertire la rotta. Il malato di quei tempi sapevamo tutti dovesse morire per poi rinascere, era solo questione di tempo. Oggi invece questo lungo degente (il Pescara) è stato attaccato ad una macchina che lo mantiene in vita al solo scopo di trarne vantaggi ad personam e la spina non sarà mai staccata, purtroppo. La questione assume contorni anche patetici, quando alcuni pseudo tifosi glorificano questa realtà, come se mantenere in stato vegetativo il Delfino fosse meglio che vederlo nuovamente spegnersi. 

Intanto il tempo passa e non gioca certo a favore di un’ipotetica resurrezione. Il calcio italiano non attraversa un periodo facile e, anno dopo anno, diventa sempre più impensabile credere in una nuova società che possa subentrare all’attuale. Anche se il suo valore continua a scendere, visto il contemporaneo impoverimento pure del settore giovanile, ormai ridotto ai minimi termini, con calciatori venduti al miglior offerente con il ciuccio ancora in bocca, pur di fare cassa alla bell’è meglio, il Pescara non fa certo gola a ipotetici acquirenti, ammesso e non concesso che sia davvero in vendita, come da troppi anni si vuole far credere.

Con la mestizia che ci accompagna da troppi anni e la certezza che nulla di nuovo si intravede all’orizzonte, ricordiamo l’inutile gara di domani sera all’Adriatico, contro la Spal, inizio alle ore 20:45. Magra consolazione sarà Carnevale e quindi lecito, almeno in questa occasione, indossare le maschere, che copriranno, legittimamente, la vergogna. Domenica prossima, poi, trasferta a Pesaro, sempre in orario serale.

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