Mentre prosegue a subire quaterne di reti nei vari campi della serie C, il Delfino sembra avviarsi ad un tristissimo finale di stagione, dove, nella migliore delle ipotesi, la prospettiva più ottimistica consisterà nel raggiungere gli inutili play off e superare un paio di turni.
Una squadra senza nerbo e carattere, a detta proprio di chi sarebbe deputato a fornirglieli, ovvero il suo allenatore, quel Giovanni Bucaro che conosce molto bene i suoi giocatori, giacché li segue direttamente o indirettamente da inizio stagione.
Ma ormai non sono più i fatti che accadono all’interno del terreno di gioco a tenere banco. La parabola societaria di Daniele Sebastiani è giunta ormai al capolinea, in un modo o in un altro il suo destino in qualità di presidente del Pescara è segnato. La frattura con l’ambiente della tifoseria è divenuta insanabile e gli unici dubbi riguardano il quando e il come ciò accadrà . Da una parte si è arrivati, dopo gli striscioni, ad appendere dei manichini, gesto da stigmatizzare doppiamente, sia per l’oscuro significato, sia perché si rischia di farne una vittima, il che rasenterebbe davvero il ridicolo, mentre dall’altra non ci si fa scrupolo di far telefonare un emissario ad un giornalista non allineato. Da sempre abbiamo sottolineato come la mancanza di contraddittorio, unita al fin troppo esplicito gradimento di alcuni microfoni piuttosto che di altri, hanno reso forte più del dovuto questa società , nel segno di un consenso in puro stile di controllo restrittivo. È trascorso quasi un secolo dall’emanazione del Regio Decreto 26 febbraio 1928, allorquando il regime fascista diede inizio al controllo totale sull’informazione, grazie ad una norma che prevedeva la possibilità di potersi iscrivere all’Albo dei giornalisti solo in caso di attività che non entrassero in contraddizione con gli interessi della patria. Nonostante una Costituzione invidiataci dal mondo intero, con un articolo 21 in bella mostra che delinea in maniera chiara e decisa la libertà d’informazione, è chiaro che l’abitudine al controllo da parte dei potenti, verso chi è costretto a subire per sopravvivere, non viene mai meno.
In queste ultime settimane ci vengono spesso in mente le parole di Sebastiani, quando raccontò, durante una trasmissione televisiva in cui lui era l’unico ospite protagonista, di quel giorno in cui il padre decise di condurlo per la prima volta allo Stadio Adriatico, avvenimento da segnarlo a tal punto, che l’allora piccolo Daniele decise, una volta terminato l’incontro, non di diventare calciatore, non allenatore e nemmeno arbitro, bensì, per l’appunto, presidente della società . Chissà cosa avremmo potuto raccontare in questi ultimi anni, se il suo papà , quel giorno, avesse deciso invece di portarlo al cinema o al circo: magari oggi avremmo un dirigente calcistico in meno e un nuovo Nando Orfei o un produttore cinematografico in più, ma così non è stato.
Il calvario biancazzurro, intanto, proseguirà fin da domani sera, con la trasferta a Recanati, per la 30ª giornata, proseguendo poi domenica prossima, all’Adriatico, ospite la Carrarese, attualmente terza in classifica.
Chiudiamo con un consiglio per gli acquisti, quanto mai in tema per il periodo che stiamo subendo. È in vendita infatti da pochi giorni l’ultima fatica editoriale del decano dei giornalisti locali, Gianni Lussoso: Marinelli e Sebastiani, da lui raccontati. Un volume che definiremmo essenziale per meglio comprendere le dinamiche che hanno condotto questa ex blasonata società all’attuale declino sportivo. Per acquistarlo potete rivolgervi direttamente all’autore tramite i canali social.