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Il Lunedì del Delfino

Forse ai titoli di coda una Storia durata fin troppo a lungo

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Il finale che da anni era stato rinviato, in una sequenza di stagioni penose e beffarde per il Delfino, sta finalmente arrivando. Grottesca e surreale la situazione attuale, che dopo le ovvie dimissioni di un frastornato Bucaro nel dopo partita di Rimini (ricordiamo 5-1 a favore dei romagnoli), ha visto il susseguirsi dei rifiuti da parte dei tanti allenatori contattati con l’unico scopo di portare a termine il campionato.

Senza nessuna garanzia per il futuro, giustamente nessuno si è preso la briga di sedersi un paio di mesi su una panchina che fino a qualche anno fa era tutto sommato ambita, mentre oggi rappresenta solo la punta dell’iceberg di un cumulo di macerie e spavalderie, perpetrate fin troppo a lungo da una società che credeva davvero si potesse gestire il calcio senza amore e passione, usando esclusivamente i bilanci come modello da esibire.

Nel momento in cui stiamo scrivendo queste righe, parrebbe che una vittima da sacrificare l’abbiano trovata: l’ex calciatore Emmanuel Cascione.

Ma serve ancora parlare di calcio giocato finché questa società non si consegnerà alla città di Pescara, chiedendo umilmente perdono per averla trascinata nel ridicolo e umiliato una tifoseria fra le più calde e appassionate d’Italia, nel contesto di un’infinita serie di chiacchiere raccontate attraverso i microfoni amici, ormai anche loro sbugiardati dai tifosi, senza se e senza ma?

Da alcuni mesi avevamo iniziato a chiedere alla politica locale di farsi avanti, invano. Finalmente un consigliere comunale, tale Massimiliano Pignoli, del quale francamente non ci interessano né le appartenenze né le idee, ha deciso di uscire allo scoperto, chiedendo a Daniele Sebastiani di consegnare simbolicamente al sindaco le chiavi della società. Sicuramente scarsa come presa di posizione, ma pur sempre un inizio, benché timido, rispetto all’assordante silenzio fin qui ostentato dalle istituzioni. Si dirà che sono altri i problemi di cui la politica si dovrebbe occupare: vero, ma una cosa non deve necessariamente escluderne un’altra, perciò auspichiamo altre dichiarazioni e che giungano da tutti i livelli e colori di pensiero.

Iniziammo a scriverlo diversi anni or sono, che il tempo è galantuomo e che la Storia seppellirà in eterno le tante interviste senza contraddittorio, da un po’ di settimane reperibili sui vari social, quotidianamente rimbalzate dai tifosi a mo’ di sfottò, grazie alle quali per oltre un decennio si è riusciti a far credere che in fondo gli asini possono volare e che i risultati sul campo non contano nulla se i bilanci sono a posto (sono a posto?) e gli stipendi si pagano per intero a fine mese (si pagano per intero?).

Prima o poi qualcuno dovrà spiegarci cosa accadde davvero al termine del girone d’andata della stagione 2012/2013 in serie A. Dopo diciannove giornate il Pescara, corsaro a Firenze nell’ultima, datata 6 gennaio 2013, aveva collezionato 20 (venti) punti, in piena media salvezza, essendosi lasciato alle spalle ben 5 (cinque) squadre: Bologna con 18, Genoa a 17, Cagliari, terz’ultima e quindi prima delle virtuali retrocesse, con 16 (quattro in meno dei biancazzurri), Palermo 15 e Siena 11. Dalla giornata seguente e all’improvviso la luce si spense di colpo, divenne buio assoluto: i vari undici mandati in campo, che raramente superavano la tre quarti avversaria, incassarono una marea di reti, raccogliendo alla fine due pareggi e ben diciassette sconfitte, retrocedendo da ultimissima e battendo ogni record negativo fino ad allora immaginabile in un intero girone di ritorno. Perché ricordiamo, oggi, quell’assurda stagione? Forse una sensazione, che se i protagonisti dell’epoca potessero raccontarci la verità, magari avremmo tutte le risposte alle tante domande che da anni ci facciamo e che nessun giornalista, fra quelli ricevuti a corte, ha mai avuto il coraggio di chiedere. Chissà, forse un giorno lo scopriremo e addirittura potrebbe raccontarcelo proprio il nuovo allenatore, che, guarda caso, in quell’insensato campionato, fu il più presente in campo, collezionando ben 30 (trenta) gettoni.

A puro scopo informativo ricordiamo, infine, che un manipolo di giocatori con la casacca biancazzurra scenderà nuovamente in campo sabato prossimo allo Stadio Adriatico, il 23 marzo quindi, alle ore 17:30, in occasione della 33ª giornata del campionato di serie C, girone B, nel tentativo di non essere sommerso di reti dall’avversario di turno, il Pontedera, che attualmente li precede, in sesta posizione, di due punti.

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