"Pochi giorni or sono è stata aperta la nuova bretella di collegamento con la viabilità ordinaria locale del tratto sud della circonvallazione di Pescara; e poi... "demolirò lo svincolo", afferma il sindaco. Auspicabile che ciò accada: dopo aver brutalmente addobbato l'area a ridosso della Riserva, di una scuola e di un intero quartiere, quest'opera, contestatissima all'epoca da movimenti e associazioni, fatta di sopraelevate e svincoli di penetrazione nel tessuto urbano, come il tratto gemello di Montesilvano e l'asse attrezzato, ha finito il suo tempo, che non sarebbe mai dovuto cominciare. Ma per diventare cosa, oggi? Apprendiamo dagli organi di informazione che questa è la domanda che si pongono anche i cittadini residenti in zona e che si sono ritrovati insieme per chiedere chiarimenti all'amministrazione".
Così la lista civica “Radici in Comune”, che sottolinea: “Anche questo è un caso di processi partecipativi ex post: prima si fanno le opere e poi si chiede ai fruitori se vanno bene. Via Marconi docet, come oggi la discussa nuova viabilità intorno alla stazione. E da pochi giorni anche il nuovo raccordo di San Silvestro. Infatti non ci risulta avviata mai alcuna iniziativa informativa ovvero di confronto con la popolazione residente nei pressi dei luoghi dell'intervento, sia al fine di comunicare le motivazioni e le dinamiche funzionali dell'opera, né tanto meno per avere riscontri in termini come minimo di presa d'atto e successivamente di suggerimenti per eventuali modifiche o integrazioni. Le prime informazioni relative al progetto i residenti le hanno raccolte interpellando le maestranze dell'impresa o referenti, a diverso titolo, dell'amministrazione raggiunti per conoscenze personali”.
"Radici in Comune" ha consultato i documenti progettuali, e “nulla è stato rilevato in tema di inquinamento atmosferico (scenari possibili), come anche sulla ripartizione degli spazi di mobilità, soprattutto per il fatto che lungo le vie in esame, interessate dai flussi generati dalla nuova bretella, oggi si svolge un traffico minore, residenziale, non certamente di attraversamento, soprattutto di chi si sposta a piedi o in bicicletta, di tutte le età, da chi va a scuola, a lavoro o a passeggio”.
Nel complesso ci si chiede "se siano mai state fatte valutazioni in ordine all'impatto dell'opera sull'intero isolato; ovvero se si conosce o è stato stimato l'ordine di grandezza del traffico che si riverserà sul quartiere, numero di auto, flussi e direzioni di attraversamento; se sia stato condotto uno studio di valutazione dell'inquinamento atmosferico e acustico che in ragione dello scenario prefigurato o ipotizzabile potrebbe determinarsi (nella relazione tecnica si scrive che "gli unici rumori udibili in zona sono quelli dovuto al traffico veicolare del passaggio dei treni sulla ferrovia adriatica. Saltuariamente, visto anche il periodo particolare di Covid che ci troviamo a vivere (!!) sono avvertibili sorvoli aerei"). Nei documenti di analisi la zona viene classificata come "area di intensa attività umana – Classe VI", la sesta è quella industriale, per cui "non sono previsti interventi di mitigazione". E' a nostro avviso necessario che l'amministrazione fornisca chiarimenti".
Il Comune viene invitato a risolvere “tutti i dubbi richiamati”, e al contempo a valutare "interventi immediati di difesa, come barriere antirumore statiche, ovvero quinte vegetali antinquinamento, costituiti da arbusti o alberi a rapida crescita, interventi di deterrenza della velocità, in uscita (corsie di decelerazione) e in entrata (monitor dissuasori di velocità), ma anche segnaletica di cortesia, con messaggi motivazionali ("state attraversando un quartiere: procedere con prudenza – transito di pedoni e ciclisti: procedere con prudenza" etc.), fino a sistemi di segnalamento semaforico. Per la mobilità attiva, quella di pedoni e ciclisti, come anche per la dotazione di spazi verdi e di socializzazione, si ritiene necessario istituire un tavolo di confronto a cui invitare la cittadinanza per dare il proprio contributo".