Il secondo dei cinque appuntamenti previsti per questa III Serie, svoltosi nell’ormai consueta sede dell’Aurum di Pescara, si può considerare come facente parte di uno “spin-off” dedicata ai popoli e agli uomini (e alle donne) che con le loro conquiste, le loro guerre e dominazioni, hanno scritto i destini del territorio Abruzzese nel corso dei secoli.
L’odierna conferenza, come sempre ottimamente tenuta da Camillo Chiarieri, si riallaccia idealmente a quella della precedente Serie, svoltasi lo scorso 7 marzo, che narrò L’età dei Longobardi.
Siamo nell’XI secolo e i Normanni (letteralmente “Uomini del nord”), da forti invasori quali erano, presero possesso (anche) delle terre destinate a prendere il nome di Abruzzo, proprio sotto la loro dominazione.
Da Roberto I, figlio maggiore di Goffredo D’Altavilla, che a partire dal 1070 iniziò la conquista di città quali Ortona e Teate (l’odierna Chieti), l’elenco di Re e Regine, Papi e condottieri, che in quei secoli si contesero il meridione d’Italia, è davvero lungo. Gli intrighi furono degni, come ci ricorda Chiarieri, se non addirittura superiori, a quelli delle moderne e infinite serie televisive.
Davvero interessante e al tempo stesso inquietante immaginare come vivessero le popolazioni in quei tempi, basti pensare che, ad esempio, l’ansa del fiume Pescara, a cavallo fra le odierne Bucchianico e Chieti Scalo, fosse una zona talmente impervia e malsana che, chi vi si avventurava, molto difficilmente ne faceva ritorno, al punto che si narrava fosse abitata da terribili draghi! La leggenda in questione è giunta fino ai giorni nostri, infatti, la zona, tuttora, è denominata “Dragonara” …
Un periodo relativamente tranquillo fu quello in cui regnò Federico II di Svevia (1194-1250) che dal 1222, dopo aver distrutto Celano, riunificò la nostra Regione, all’epoca divisa in sette giustizierati, consegnandole Sulmona quale capitale e assegnandole il nome ispirandosi a quello che corrisponde all’odierna provincia di Teramo: Aprutium.
Lanciano divenne un’importantissima città di scambio, luogo di Fiera per eccellenza, dove una volta l’anno era nominato il Mastrogiurato, che aveva il compito di organizzare e gestire le moltitudini di persone e merci che vi giungevano. Nel 1230 fondò la città de L’Aquila, che in seguito, nel 1315, fu drammatica protagonista del primo dei tanti terremoti che la scuoteranno nel corso della sua secolare storia. Come ci ha ricordato Camillo Chiarieri, gli episodi tellurici della zona in questione hanno sempre avuto medesime modalità, resta pertanto almeno sconcertante l’atteggiamento che ebbero i cosiddetti esperti nei giorni che precedettero il 6 aprile 2009, tesi a dichiarare che nulla sarebbe potuto accadere …
Il figlio illegittimo di Federico II, Manfredi, sarà l’ultimo sovrano svevo del regno di Sicilia. Celebre per aver costruito, nel cuore dei Monti della Laga, Castel Manfrino, un’opera all’epoca di fondamentale importanza quale punto di osservazione e, secondo le leggende, custode dei tesori degli Svevi, nascosti lì proprio da colui cui deve il suo nome.
Gli scontri con il papato favorirono l’avvicendarsi con gli Angioini, anche nei nostri territori, per opera di Carlo I D’Angiò, fratello del Re di Francia, Luigi IX, desideroso anch’egli di un regno da possedere. La resa dei conti avvenne nell’anno 1266 e una delle battaglie fondamentali ebbe luogo fra Scurcola Marsicana e Tagliacozzo. Questi divise l’Aprutium in Ulteriore e Citeriore, separandolo tramite il corso del fiume Pescara (flumine Piscaria).
In seguito furono due donne fra le principali protagoniste, nel bene e nel male, della famiglia D’Angiò, rispettivamente Giovanna I (1327-1382), una delle prime regnanti femminili europee per proprio diritto, e Giovanna II (1373-1435), celebre soprattutto per le sue dissolutezze, che intrecciò la sua vita con quella di Alfonso D’Aragona, prima come alleato e in seguito, stufo quest’ultimo delle “bizze” della regina, scontrandosi con lui, dando il “là” alle vicende che portarono alla fine degli Angioni e all’inizio dell’età aragonese, che nel quarto incontro di questa III serie, precisamente il prossimo 13 febbraio 2016, il nostro narratore ci svelerà da par suo.
Foto di I. Barigelletti