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Mercoledì 3 febbraio il rito di San Biagio a Borgo Case Troiano

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Un canestro con i taralli, dolci e all’anice, devozionali e, accanto, le candele benedette, che verranno utilizzate per il rito della benedizione della gola.

Torna mercoledì prossimo, 3 febbraio, il rito di San Biagio nel Borgo Case Troiano, dove, come vuole la tradizione, verrà allestito l’altare presso la chiesa della Santissima Trinità, aperta per tutta la giornata, evento organizzato dall’Associazione Fontevecchia.

Il culto di San Biagio è fortemente sentito in Abruzzo, tanto che è il patrono di Alanno, Bussi e Castiglione a Casauria, solo nella provincia di Pescara – ha ripercorso il Presidente dell’Associazione Luciano Troiano -.

Senza dimenticare che a Penne è venerato il cranio del santo, nel duomo di San Flaviano a Giulianova è conservato il braccio di San Biagio, racchiuso in un reliquario d’argento realizzato a forma di braccio benedicente e con una palma tra le dita, simbolo del martirio del 1394. E la tradizione della festa è diffusa anche a Taranta Peligna, dove si preparano le ‘panicelle’, ossia i pani a forma di mano che vengono distribuiti tra i cittadini, e, infine, a Lettomanoppello.

Anche nel Borgo di Spoltore si è sempre onorata la ricorrenza del santo protettore della gola, rispettando un rito semplice, ma ben radicato per la festa, denominata ‘Biasciora’. Durante la giornata viene allestito, dentro la chiesa della Santissima Trinità, un altare con i classici taralli benedetti.

Accanto al cesto devozionale vengono posizionate le candele bianche, anch’esse benedette il giorno prima, ossia per la Candelora che cade domani, festa popolare della Purificazione della Beata Vergine Maria e che ricorda anche la presentazione al Tempio di Gesù. Solitamente i ceri vengono utilizzati il 2 febbraio nella processione che precede la Messa, dove la candela è il simbolo di Cristo ‘luce per illuminare le genti’.

Nel giorno di San Biagio le stesse candele vengono utilizzate per il rito della benedizione della gola. Al termine della giornata vengono portate a casa, una per famiglia, dove vengono conservate e accese per invocare la protezione divina durante i temporali, le grandinate e altri eventi a tutela di chi potrebbe trovarsi in condizioni di pericolo. E infatti ogni famiglia domani sera porterà nella propria casa un tarallo e una candela. Come sempre obiettivo dell’Associazione Fontevecchia è quello di ricercare e riportare alla luce antichi usi e costumi, tradizioni talvolta smarrite e che invece avevano un grande significato, rituale oltre che religioso, per i nostri nonni.

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