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La Cattedrale di San Cetteo

La storia della cattedrale dedicata al Santo Patrono

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Pescara, meta di shopping e passeggiate, è sicuramente una delle stazioni balneari più frequentate della regione ma è anche ricca di occasioni di arte e cultura, di monumenti, di musei e architetture da visitare e ammirare. Tanti sono gli itinerari possibili.

La grandiosa Cattedrale di San Cetteo che si trova nei pressi di corso Manthonè, che offre diverse chiavi di lettura di un luogo di culto e di arte unico per le sue caratteristiche e i tesori che custodisce all’interno. Facciamo un piccolo passo indietro nella storia. La moderna città di Pescara è formata dall’unione di due centri: Castellammare (oggi Pescara centrale) che si sviluppava a nord del fiume Pescara e apparteneva alla provincia di Teramo, e Pescara (ora Porta Nuova) che si sviluppava a sud del fiume Pescara e apparteneva alla provincia di Chieti. Nel 1927 fu istituita la provincia di Pescara che accorpò i due centri originari a formare un’unica grande città e acquisendo al proprio territorio molti altri piccoli comuni. Allo scopo fu decisivo l’immancabile impegno di Gabriele D’Annunzio che nel 1924 scrisse a Mussolini una lettera nella quale chiedeva la fusione di Castellammare e Pescara. Lo stesso D’Annunzio appoggiò la costruzione della nuova Cattedrale di San Cetteo in sostituzione della vecchia chiesa ormai fatiscente e inadeguata alle crescenti esigenze della nuova città. Il Poeta scriveva nel 1929 a Don Pasquale Brandano, allora abate della cattedrale, “…edificheremo la nuova chiesa al Patrono antico, e io voglio che le sacre ossa di mia Madre siano traslate e custodite in una cappella che io disegnerò e ornerò votivamente. Questa è condizione assoluta perché io promuova e soccorra l’opera. E fin da ora offro, come cittadino, centomila lire in quattro rate. E penso che questa non è se non una prima offerta…”.

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