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Dal 1867 Pescara rende omaggio al protettore dei pescatori: Sant’Andrea Apostolo

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A Pescara, ogni estate, l’ultima domenica di luglio si rinnova un appuntamento che affonda le sue radici nel cuore marinaro della città: la festa di Sant’Andrea Apostolo, protettore dei pescatori. È una tradizione che resiste da 158 anni, un legame profondo tra il mare, la fede e la comunità.

La festa nasce nel 1867, prima che la città venisse istituita, nel borgo marinaro di Castellammare Adriatico, l’antico comune in provincia di Teramo che occupava la zona a nord del fiume. La zona a sud, invece, era il comune di Pescara in provincia di Chieti. Nel 1927 fu creata la Provincia di Pescara e i 2 comuni furono uniti in uno unico che fu chiamato Pescara.

La festa ha origine con la costruzione della prima chiesa dedicata a Sant’Andrea per volontà dei pescatori, che ne invocavano la protezione nelle uscite in mare. Da allora, ogni anno, la comunità celebra il santo con un rito religioso solenne, che rappresenta il cuore spirituale dell’intera manifestazione.

Uno dei momenti più sentiti è la processione in mare. Dopo la messa nella parrocchia di Sant’Andrea, la statua del santo viene portata in corteo fino al porto-canale e caricata su un peschereccio, tradizionalmente scelto tramite sorteggio, che guida una flotta di imbarcazioni. Il corteo marittimo si spinge lungo la costa, fino a Montesilvano, accompagnato da decine di barche addobbate a festa. Durante la navigazione, vengono gettate in mare corone di fiori in memoria dei pescatori scomparsi, un gesto semplice e commovente che ogni anno rinnova il legame tra la città e i suoi caduti in mare.

Accanto al rito religioso, la festa si estende a un ricco calendario di eventi popolari, che trasforma l’intera zona del porto e delle vie adiacenti in un grande spazio di convivialità. Bancarelle, stand gastronomici, giostre per bambini, concerti serali e spettacoli pirotecnici animano le serate, attirando migliaia di cittadini e turisti.

Nei decenni scorsi, soprattutto tra gli anni Ottanta e Novanta, la partecipazione popolare era altissima. Un ricordo vivido di quegli anni è quello delle famiglie che, terminate le celebrazioni religiose, si fermavano a pranzare direttamente sui pescherecci. Era un’occasione per condividere i pasti della tradizione marinara pescarese: brodetto, pesce fritto, vino e racconti di mare, con lo sfondo del porto e il profumo salmastro dell’Adriatico. Un’usanza spontanea e genuina, oggi forse in parte perduta, ma che rappresentava pienamente lo spirito della festa: comunità, semplicità e gratitudine.

Con il passare degli anni, la festa ha vissuto cambiamenti legati anche all’evoluzione del porto, alla crisi del settore pesca e alla trasformazione urbana. Tuttavia, grazie all’impegno del comitato parrocchiale, del Comune, delle autorità civili e religiose, e soprattutto della gente del posto, la Festa di Sant’Andrea continua ad essere un appuntamento identitario per la città.

Ogni anno, nonostante le difficoltà logistiche o economiche, la processione in mare viene riproposta con rinnovata partecipazione. In un tempo in cui le tradizioni si perdono con facilità, la Festa di Sant’Andrea Apostolo a Pescara resta un punto fermo. Unisce la dimensione sacra, fatta di preghiera e memoria, con quella civile, fatta di festa, musica e sapori del mare. È l’espressione più autentica di una città che non dimentica le sue origini e che continua a rendere omaggio, con orgoglio, al suo protettore dei pescatori.

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