Di carteggi, biglietti, diari, epistolari Gabriele D'Annunzio (1863-1938) ne ebbe moltissimi tanto da essere definito un vero e proprio grafomane. Scriveva sempre e a tutti: alle amanti, ai familiari, agli amici, agli editori, ai compagni di vecchie avventure ma anche alla cuoca e all’autista.
Usava portare con sé nelle tasche, ovunque andasse, veri e propri quadernetti per poter annotare, in ogni momento, qualsiasi osservazione e pensiero gli passasse per la mente. Dei luoghi amava riferire con minuzia tutti i particolari, ciò non gli impediva tuttavia la loro trasfigurazione da spazi reali a luoghi mitizzati. Anche nei i Taccuini quei paesaggi appena accennati, schizzati, disegnati o colorati, testimoniano tale mitizzazione.