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"Riscontri cromatici" all'Officina delle arti "Stetari" di Montesilvano

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Giovedì 19 maggio alle ore 18,00 è stata inaugurata a Montesilvano in via Verrotti presso Espansione 2, la Galleria "Officina delle arti Stetari" con la mostra d'arte contemporanea "Riscontri cromatici" a cura dell'Associazione culturale "L'Incontro degli artisiti" di Montesilvano. La mostra è stata presentata dal prof. Bruno Paglialonga e dal prof. Gianfranco Zazzeroni con l'intervento del vice-sindaco di Montesilvano Ottavio De Martinis.

39 artisti, di recente impegnati nella trasferta urbinate con la riuscitissima mostra "Variatio delectat" al Collegio Raffaello, si sono nuovamente incontrati nella Galleria appena inaugurata per una nuova mostra, ma anche per condividere idee e progetti per l'avvenire. Nello spirito dell'amicizia e dell'amore per l'arte, il sodalizio abruzzese ha organizzato quest'ulteriore incontro per una collettiva d'alto livello artistico dove sono state esposte le opere prodotte dagli associati durante questi ultimi tempi.

Mi piace riportare parte dell'intervento del prof. Paglialonga, vice-presidente dell'Associazione, che rappresenta un'introduzione e una nota preliminare al titolo e al tema della mostra. Dunque, "se agire in arte – dice Paglialonga – deve rispondere con coerenza al principio della necessità interiore, allora è un atto di onestà intellettuale. Riscontrare il proprio operato vuol dire pertanto analizzarlo per sé stesso, porlo a verifica; ma anche confrontarlo con gli altri, cercare negli altri concordanza, conferma, sostegno. Scopo di una mostra, e di più di una collettiva come questa, è proprio riscontrare e riscontrarsi". Dunque, confronto con sé stessi, ma anche e soprattutto con gli altri per non cadere nell'autoreferenzialità. Su tutto Paglialonga parla di "visione plausibile", oggetto della comunicazione, "che consiste nella trasmissione delle proprie emozioni, dei sentimenti, del proprio sogno lucido", dove"ingredienti dell'arte sono forma e sostanza fisica: forma e colore, forma e materia nelle arti visive; forma e suono nella musica, forma e parola nella poesia". Di qui ne è seguita un'analisi precisa con puntuali riferimenti alla storia dell'arte sul rapporto tra l'elemento della forma e quello del colore. E dunque, "nel riscontrare la forma, la mente interpreta razionalmente la raffigurazione, cioè il soggetto trattato; ne coglie anche reazioni legate alla spigolosità o rotondità degli andamenti, agli intrecci compositivi, agli arabeschi di collegamento tra le parti". Mentre "antagonista e complementare è il colore: il pittore utilizza i colori per impressionare la persona e per raggiungere i sentimenti". Ma a parte i riscontri di tipo simbolico, o i richiami alle teorie dei colori, tratteggiati nella nota critica, Paglialonga conclude dicendo: "Io personalmente non condivido l'idea, diffusa e consolidata, che la propensione per la forma si accordi con il carattere introverso di chi opera in arte, con un forte controllo dei suoi impulsi, con il presunto atteggiamento scarsamente emotivo. E che, viceversa, il predominio del colore indichi apertura agli stimoli esterni; che risieda quindi in individui sensibili, facilmente influenzabili, instabili, disorganizzati, di facile eccitabilità. È tutto da dimostrare, da riscontrare rispetto alla singolare personalità e alle differenti capacità reattive".

Un punto di vista autorevole sull'arte che apre le strade a libere interpretazioni e ad infiniti approfondimenti che ci auspichiamo possano dialogare e confrontarsi tra di loro per trovare positivi riscontri. La mostra proseguirà fino al 29 maggio e potrà essere visitata negli orari di apertura della Galleria.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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