Simona Barba, che il prossimo venerdì 15 luglio, insieme alla collega e amica Gisella Orsini, presenterà il suo ultimo libro, Veleno nelle gole, ha recensito per noi, sotto forma di suggestione poetica, la messa in scena dello Shakespeare di Elchin, rappresentata con successo dal 5 al 7 luglio, presso l'Aurum di Pescara, dalla compagnia l'Arte del Teatro di Patrizia Di Fulvio, in collaborazione con il Teatro dei Borgia del regista Gianpiero Borgia, che, visto il successo ottenuto, sarà presto replicata in date ancora da definire e di cui vi terremo aggiornati:
Come gli altri mi guardo intorno, cercando di capire se la sensazione di incertezza è un sentimento comune. Inizia cosi lo spettacolo Shakespeare di Elchin: lo spettatore è il suo bersaglio fin dal primo momento. Non avendo la sicurezza di dove indirizzare lo sguardo sono obbligata a girarmi, spostarmi, muovermi per seguire gli attori che dolcemente portano il pubblico per mano all’interno della storia attraversando la struttura dell’ Aurum.
Incosapevolmente, salendo le strette rampe di scale, come una iniziazione, entro nella spettacolo e ne divento parte.
Nessuna linea di confine da questo momento separa il pubblico dagli attori, nessun palco, nessuna scenografia.
La vuota architettura razionale dell’Aurum è ora riempita da un ospedale psichiatrico, e la nostra Primaria ci osserva attentamente per capire chi tra noi possieda la scintilla della follia.
Dopo aver conosciuto la Primaria, la Dottoressa Vice e l’Inserviente, mi è subito chiaro da che parte stare, dalla parte degli altri pazienti: Stalin, Sarah Bernhardt, il Marziano, il Secondo Extraterrestre e l’Uomo con il Cappello, sono quelli che possono raggiungere la felicità grazie al dono della follia.
Loro non possono entrare nella realtà cinica e cupa, la sfiorano soltanto, forse la ricordano, e continuamente ci rimbalzano sopra gioiosi, come si può rimbalzare su palle di gomma colorate.
Unico punto di contatto fra il magico mondo della follia ed il perverso mondo della realtà diventa l’opera di Shakespeare, che come un germe infetta le anime di tutti: da questo momento c’è solo la sua poesia e la sua conocenza profonda dell’uomo. Shakespeare ci puo’ portare tra le stelle, c’è solo un filo invisibile che bisogna prendere, si trova sul terrazzo piu alto dell’Aurum, ma bisognerà fare in fretta.
Gli attori:
Daniele Ciglia
Zulima Memba
Francesca Persico
Angelo Petrone
Anna Pieramico
Giulio Scocchia
Guido Silveri
Lorenzo Talotti
Traduzione: Margherita Cristiani
Regia : Patrizia Di Fulvio
Supervisione : Gianpiero Borgia