Forse, l'Abruzzo non ha mai avuto artigiani della cartapesta. La voce "cartapesta", infatti, è assente anche in prestigiose bibliografie (Profeta 1964, 2005; De Luca-Zuccarini 1971; Giulio Di Nicola 1972; Palmarini 1976; Fucinese 1978; Zuccarini 1980). Attraverso una materia plastica umile, ma carica di storia e di tecnica complessa provetti artigiani del sud, invece, (Puglia e Campania, soprattutto) foggiavano opere di buona fattura legate alla fruizione popolare e all'economia contadina.
Il settore artigianale della cartapesta specialmente quello di carattere religioso, almeno finora, risulta assente in Abruzzo.
Il mio interesse collezionistico verso le opere in cartapesta nasce da un casuale scambio.
Verso la fine degli anni Settanta del 1900 barattai con Grazio Cilli, di Montesilvano, un angioletto di bronzo con un busto in cartapesta di San Cetteo, protettore di Pescara. Qualche anno più tardi il doratore Sergio Smocovich, con bottega a Pescara in via Genova, mi regalò una statuetta di San Rocco, protettore di Cepagatti, miniscultura di buon carattere popolare, rinvenuta presso alcuni contadini dell'entroterra pescarese.
Qualche anno più tardi recuperai, in un mercatino di Chieti, una statuetta di San Giuseppe, protettore di San Martino sulla Marrucina; trattasi di una statuetta particolare, perché assomma le due principali componenti della statuaria devozionale: la cartapesta e la terracotta. Infatti, mentre tutta la struttura figurativa di san Giuseppe è in cartapesta, il Gesù Bambino, la testa, le mani e i piedi del Santo, invece, sono in terracotta.
Nei mercatini di Chieti e Pescara ho acquistato alcuni crocifissi, in pessimo stato di conservazione, ed un Eccehomo. Questi i principali recuperi tra le opere di carattere religioso. Si tratta, presumo, di opere vendute in Abruzzo, ma non prodotte dai plasticatori abruzzesi,esperti nella lavorazione dell'argilla.
Verso la fine del 1980 il costruttore di marionette Giancamillo Rossi (leggi l'articolo sui costruttori di marionette in Abruzzo) mi regalò una testa in cartapesta modellata dal suo allievo Roberto Caprile (leggi l'articolo sulla mostra di marionette di Caprile al Circolo Aternino). Il manufatto, secondo le notizie datemi da Giancamillo, riprendeva i tratti somatici di Gabriele D'Annunzio.
Morfologicamente il modellato di Roberto Caprile si risolve in forme tipiche della cartapesta leccese. La tendenza del Caprile ad esprimersi con rilievi e panneggi tipici dell'artigianato pugliese è dettata dalla fedeltà a norme estetiche apprese, probabilmente, a Taranto durante il suo soggiorno in Puglia, dove svolgeva il ruolo di assicuratore presso l'agenzia di Assitalia.
Il ritratto a tuttotondo di D'Annunzio è in cartapesta acroma. La scultura all'esterno non risulta focata; all'interno manca anche di bagno di solfato di rame,prodotto che difende la cartapesta dai tarli. Forse la testa del Vate doveva diventare una marionetta. opera da destinare alla stanza delle marionette del Vittoriale (Cfr. Alfonso Cipolla, le Marionette di Giancamillo Rossi, Castelli, Andromeda, 2007).
Il ritratto di D'Annunzio, sebbene incompleto, trasmette ancora stimolanti messaggi di puro artigianato e di autentica espressione popolare.
Roberto Caprile potrebbe essere l'unico artigiano ad aver fatto cartapesta in Abruzzo assieme al suo maestro Giancamillo Rossi che, con la cartapesta creava maschere in altorilievo, indossate personalmente (Cfr. V. G., le Marionette di Giancamillo Rossi, Castelli, Andromeda, 2007).