“L’Associazione ‘Pescara – Mi piace’ ha aderito al Presidio permanente contro l’arrivo di 100 immigrati sulla riviera sud di Pescara a inizio stagione balneare. Resteremo nell’area sino a quando non avremo la certezza che il provvedimento sarà stato scongiurato, anche se ci preoccupa l’aver visto arrivare, nel pomeriggio, odierno, interi carrelli di materassi, cuscini e biancheria, un chiaro preludio all’invasione che ci dobbiamo aspettare e che, se non fosse stato per uno dei soci minoritari della struttura, l’amico Mirko Giannandrea, sarebbe rimasta insabbiata sino all’ultimo. Mirko questo pomeriggio, con altri familiari, ha anche firmato la petizione contro l’arrivo dei 100, nel frattempo abbiamo incaricato dei legali per far esaminare meglio i documenti inerenti l’affidamento che, a nostro giudizio, presentano troppi lati oscuri”.
Lo ha detto Armando Foschi, esponente dell’Associazione ‘Pescara – Mi piace’ il primo a svelare l’arrivo imminente dei 100 presunti profughi già entro le prossime ore.
“La cosa che più ci spaventa è il clima di omertà sceso sulla vicenda a tutti i livelli istituzionali – ha osservato Foschi -. Ancora oggi Mirko Giannandrea, che pure è socio dell’Hotel Holiday, ovvero è uno dei proprietari, seppur con quote minori, non riesce a sapere quando arriveranno i 100 profughi, ovvero non sa quando non avrà più la disponibilità delle camere per eventuali turisti. Ed è assurdo, siamo quasi di fronte a un esproprio. Ma, al di là della vicenda personale di un imprenditore, ribadiamo la nostra netta contrarietà alla trasformazione di una struttura ricettivo-alberghiera sul lungomare di Porta Nuova in un albergo di presunti profughi proprio di fronte agli stabilimenti ‘Sabbia d’Oro’ e ‘La Conchiglia’, sul lungomare Cristoforo Colombo, all’incrocio con viale Pepe, dunque a due passi dallo stadio Adriatico-Cornacchia, dal Teatro d’Annunzio e dal porto turistico, oltre che dalle piccole attività di ristorazione a conduzione familiare della zona, in altre parole nel cuore dell’area turistica di Porta Nuova.
Riteniamo inaccettabile che nessuno sapesse dell’arrivo dei 100 disperati: non lo sapevano gli operatori del mare, non lo sapevano i commercianti, non lo sapevano i residenti, dunque la comunità cittadina, men che meno lo sapevano i titolati dell’altro albergo, l’Hotel Regent, situato a due passi dall’Holiday, che ha già tutta la stagione prenotata e che sicuramente si ritroverà a subire il contraccolpo dai propri clienti, che si ritroveranno dinanzi a un vero sbarco con cui dover convivere nei propri giorni di vacanza, e non escludiamo disdette con richieste di danni, che andranno a gravare su una piccola impresa storica della nostra città. E qui non si tratta di razzismo: ormai l’esperienza ci dice che i presunti profughi, una volta arrivati nei nostri alberghi, passano la loro giornata a bivaccare, ed è normale. Non hanno nulla da fare, non hanno un lavoro, non hanno obiettivi, non devono preoccuparsi del mangiare, dormire, del vestirsi, visto che ogni servizio viene loro garantito dallo Stato, che paga 50 euro al giorno per il mantenimento di ciascun immigrato, al massimo devono pensare a cosa fare per passare il tempo nei successivi due anni, tanto quanto occorre affinchè la pratica di richiesta di asilo venga esaminata. Ma a questo punto non comprendiamo perché, nel decidere di dover accogliere tali profughi, si debba decidere di portarli in piena stagione estiva a vivere sul lungomare, come se portarli in un paesino dell’entroterra offendesse la loro dignità. È successo a Montesilvano, è successo a Città Sant’Angelo, e ora accadrà anche a Pescara, una follia politico-amministrativa inaccettabile. E soprattutto non si comprende perché il sindaco Alessandrini sino a oggi non abbia sentito la necessità di informare i cittadini che hanno il diritto di sapere che tra poche ore si ritroveranno come vicini di casa 100 presunti profughi di cui non sappiamo nulla.
Ovviamente – ha proseguito Foschi – chiediamo ancora che vengano subito fermate le procedure di sistemazione dei 100 soggetti sulla nostra riviera e venga disposto il loro trasferimento altrove, magari in una sistemazione meno impattante per la città. Nel frattempo chiediamo ancora chiarezza anche sull’iter intrapreso per l’utilizzo degli spazi dell’Hotel Holiday: innanzitutto abbiamo verificato che la Polis, la Cooperativa sociale di Perugia che si è aggiudicata il bando, ha partecipato all’avviso emesso dalla Prefettura già nel mese di gennaio, impegnandosi a garantire ospitalità già da febbraio per i successivi 11 mesi, ma in realtà il contratto con due dei titolari dell’Hotel Holiday è stato stipulato solo il 12 aprile, dunque ci chiediamo come sia possibile aggiudicare un bando a una cooperativa che, all’apertura delle buste, non ha l’effettiva disponibilità dei posti letto, e dunque ci chiediamo quali verifiche abbia effettivamente effettuato la Prefettura. Poi, con l’Holiday la Polis ha stipulato ben due contratti, diversi nelle clausole: nel primo si impegna a corrispondere all’Holiday la somma di 3,64 euro al giorno per ciascun immigrato ospite, in cambio del servizio di guardiania notturna (quando nell’Hotel non ci saranno gli operatori della Polis), la pulizia degli spazi, il cambio lenzuola e asciugamani; nel secondo s’impegna a erogare invece all’Holiday 10 euro al giorno per ciascun immigrato, scompaiono servizi di guardiania e biancheria, mentre a carico dell’Hotel resta il pagamento delle utenze luce, gas, servizio internet e smaltimento rifiuti, fra l’altro prevedendo che l’albergo riceverà il corrispettivo quando la Polis verrà pagata dalla Prefettura. Entrambi i contratti riportano la data del 12 aprile e a questo punto non comprendiamo quale sia valido, domanda legittima perché in uno dei due non è più precisato chi sorveglierà di notte i presunti profughi e la preoccupazione sorge spontanea. Dinanzi ai troppi dubbi, chiediamo di fare chiarezza, sospendere l’arrivo dei 100 immigrati e di trovare loro una diversa sistemazione”.