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"Stop ai pesticidi, sì ai distretti biologici"

Presentato il dossier "Stop pesticidi nel piatto" di Legambiente

redazione
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Anche quest'anno, torna l'appuntamento con il dossier "Stop pesticidi nel piatto", una importante collaborazione tra Legambiente e Alce Nero nata allo scopo di fotografare la situazione relativa alla presenza di fitofarmaci utilizzati in ambito agricolo nella matrice alimentare. Una istantanea che, da Nord a Sud, vede protagonista la Penisola di uno screening unico nel suo genere.

In questo contesto, è necessario non dimenticare che il settore agricolo è responsabile del 20% delle emissioni globali dell'intero comparto. Vittima e carnefice, dunque, essendo danneggiato dalle emissioni che esso stesso produce.

Nel 2022, sono stati analizzati 6085 alimenti provenienti da agricoltura convenzionale e biologica. I campioni, di origine animale e vegetale, hanno incluso generi alimentari appartenenti a frutta, verdura e prodotti trasformati. Sul fronte dei dati provenienti da agricoltura convenzionale (5940 campioni), emerge una percentuale molto bassa di alimenti irregolari, pari all'1,62% dei dati. In questa categoria è doveroso ricordare che rientrano tutti gli alimenti in cui si è verificato il superamento del Limite Massimo di Residuo (LMR) o quelli in cui è stata registrata la presenza di una sostanza non ammessa per la matrice in analisi o un fitofarmaco revocato dal mercato. I dati evidenziano che il 59,18% degli alimenti risulta regolare e privo di residui. Nel 39,21% dei campioni analizzati, invece, sono state rilevate tracce di uno o più residui di fitofarmaci con una percentuale di monoresiduo pari al 15,67%, contro un multiresiduo del 23,54%. In linea con il trend degli anni precedenti, la categoria più colpita dalla presenza di residui è risultata la frutta, arrivando a quota 67,96% di campioni con uno o più residui.

"Il Paese è pronto alla transizione ecologica delle filiere agroalimentari, chiede un cibo sempre più sano e giusto e vuole poter contare su un prodotto sostenibile dal campo alla tavola - dichiara Silvia Tauro, Presidente Legambiente Abruzzo - Per andare in questa direzione serve, a partire dalla nostra Regione, rimettere al centro i tre pilastri della sostenibilità - ambientale, sociale ed economica - e garantire reddito e maggiore sicurezza agli operatori del settore. Promuovere con convinzione un modello di agricoltura virtuoso, riducendo gli input negativi, alzando l'asticella dell'agricoltura integrata, puntando su innovazione tecnologica, ricerca e sperimentazione e sostenendo l'agricoltura biologica per ridurre l'utilizzo delle molecole chimiche di sintesi è l'unica via".

Appare chiaro come l'agricoltura biologica sia strumento fondamentale per ridurre gli input negativi, fornire prodotti salubri, mitigare i cambiamenti climatici, tutelare la biodiversità e rivitalizzare le aree rurali.

In questa ottica, grazie anche alle strategie europee From farm to fork e Biodiversity 2030, la spinta verso sistemi di produzione che abbracciano la sostenibilità a trecentosessanta gradi è stata notevole.

Anche l'Abruzzo è chiamato ha fare la sua parte e l'approvazione, lo scorso novembre, delle linee guida per il riconoscimento dei distretti del cibo e biologici definiscono il percorso giusto per continuare a far crescere i nostri territori in questa direzione.

Ufficio stampa Legambiente Abruzzo

 

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