L’associazione Insieme Per Pescara, facendosi portavoce per tanti cittadini “alla vigilia di una crisi di nervi”, apprende “con immenso dispiacere” che “a nulla servono le evidenze di scelte sbagliate nel corso degli ultimi due anni in tema di viabilità. Via De Gasperi, l’unica arteria ad alto scorrimento, che permette di fluidificare il traffico proveniente da Porta Nuova, da tre corsie, in un paio di settimane, è diventata ad una corsia. Prima con la corsia ciclabile (pur essendoci già un progetto di ciclabile lato ferrovia fermo da più di un anno, nonché essendoci ampio spazio per la stessa lato monte) e poi con la corsia preferenziale per mezzi pubblici, che però poi si ferma all’incrocio di via Teramo, quindi totalmente inutile, perché corre per soli 200 metri lineari... come le corsie “vai e vieni” di Viale Marconi. Una città scollegata, dove il senso logico di linearità viaria viene meno ad ogni incrocio”.
Da oggi, aggiunge Insieme per Pescara, “chiunque dovrà accedere al parcheggio centrale o dovrà raggiungere la stazione centrale o dovrà recarsi a Pescara nord, avrà una sola corsia o dovrà imbottigliarsi in corso Vittorio con le macchine in doppia fila, o dovrà percorrere via Forca di Penne, una “vietta” di paese con asfalto rattoppato da mesi e portoni che escono direttamente in strada. I cittadini non vogliono “abituarsi”, perché i cittadini pagano per avere servizi e infrastrutture funzionali e efficienti, pagano chi deve garantire e fornire servizi degni di questo nome. Essi sono i datori di lavoro degli amministratori e di chiunque lavori in Palazzo di città: per questo motivo si aspettano che le istanze vengano quantomeno valutate e prese in considerazione”.
L'associazione conclude: “Ascoltare è un obbligo… non un’opzione. Ricordiamo agli amministratori che c’è oltre il 50% della città che non è schierato nel teatrino delle tifoserie destra/sinistra, che vuole essere ascoltato ed avere riscontro fattivo rispetto alle iniziative proposte. La critica e la tifoseria da curva partitica la lasciamo ad altri consessi: qui c’è una città che, incarnata dai cittadini stessi, è arrabbiata e delusa”.