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A Casa Flaiano incontro della delegazione Pescara Aternum Accademia Italiana della cucina

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Ieri gli accademici della Delegazione Pescara Aternum dell’Accademia della Cucina Italiana, si sono incontrati in una conviviale presso il ristorante Casa Flaiano in Corso Manthonè. Riunirsi in un luogo che rievoca un personaggio storico per la città di Pescara è stato importante. Il ristorante è al piano terra della casa dove si narra nacque Ennio Flaiano o meglio Enio come è registrato sul certificato di nascita. 

Nacque il 5 marzo 1910, anche se nello stesso è registrato il giorno 6 marzo. Molto spesso l’impiegato dell’anagrafe segnava come giorno quello di quando veniva denunciata la nascita del bambino oppure, come ha spiegato, l’avv. Mimmo Russi, accademico, presente durante l’incontro e cultore della storia di Flaiano, quello fu un espediente che il padre utilizzò per registrarlo come nato a Pescara e non a Cappelle sul Tavo probabile luogo effettivo della nascita.

Tante le cose da raccontare sul noto personaggio che è stato giornalista, scrittore, commediografo e soprattutto un uomo con una verve incredibile nel pronunciare frasi ricche di ironia e qualche volta anche di sarcasmo. Frasi che oggi conosciamo come aforismi che si ripetono molto spesso anche nel discorrere comune.

È stato l’avv. Russi che, cultore e ammiratore dello storico personaggio, ha raccontato della sua vita e della sua famiglia.

“Ennio -ha detto l’avv. Russi- aveva la famiglia molto combattuta. Il padre era un donnaiolo, ricco commerciante, che sposò la mamma di Ennio in seconda nozze. Aveva sette figli, da Francesca di Michele, nata a Capelle Sul Tavo. Aveva anche altri due figli dalla donna delle pulizie di casa, con la quale aveva una storia. Quindi aveva nove figli. Sei con la Franceschina, due con la donna di casa, e poi alla fine arrivò Ennio Flaiano, che era il nono della situazione.

Quindi, era una situazione conflittuale. Il padre non viveva con la famiglia in questa casa, ma viveva altrove con questa signora, con Marietta Bevilacqua, detta semplicemente Marietta. Veniva qui, ogni tanto, a trovare la famiglia e pare che in uno di questi incontri fu concepito e poi nacque Ennio.

Il padre Cetteo era un ricco commerciante, e l'attività commerciale si svolgeva su sette numeri civici di questa strada, quindi dal portone in poi.

Vendeva numerosi articoli ed era diventato ricchissimo e aprì anche una nuova attività in Piazza Garibaldi dove c’era il forno dello zio il famoso forno Flaiano. L’odore del pane è anche ricordato nella novella a Vergine Orsola di Gabriele D’Annunzio.

Ma Ennio non ebbe un’infanzia felice perché non fu accettato dalla madre e dalle sorelle e dal fratello e a cinque anni fu mandato a studiare nelle Marche e a dodici a Roma”.

Visse a Roma e in ogni occasione in cui veniva a trovarsi, con Fellini, e addirittura con il Re e con vari importanti politici, riusciva a narrare le situazioni in cui veniva a trovarsi coniando aforismi che ancora oggi fanno sorridere e soprattutto sono attualissimi.

L’incontro degli accademici è continuato con la degustazione di ottime pietanze in un menu organizzato dalla simposiarca Maria Cristiana Serra.

Al termine della conviviale che, oltre gli accademici, ha ospitato anche i postulanti, la brigata di cucina guidata, dallo Chef Maico Di Nicola con tutto il personale e il direttore di sala Riccardo Martini, ha salutato gli ospiti ricevendo dal delegato Giuseppe Di Giovacchino il gagliardetto e la vetrofania, simboli dell’Accademia, a ricordo di una serata trascorsa in serenità con dell’ottimo cibo.

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