“L’Abruzzo e, in particolare la provincia di Pescara, vivono una stagione straordinaria per quanto riguarda la produzione dell’olio e la sua qualità. Il cittadino deve però farsi parte consapevole e informata, e deve imparare a leggere le etichette prima di acquistare un prodotto, distinguendo tra l’olio extravergine d’oliva e il semplice olio d’oliva. Poi basta affidarsi ai propri sensi per distinguere un prodotto ottimo, dall’odore forte, il sapore piccante, da un prodotto contraffatto”. Lo ha detto Marino Giorgetti, massima autorità nel campo dell’analisi sensoriale dell’olio, che ieri ha aperto la quinta edizione del ‘San Martino dei Briganti’, promosso come da tradizione dall’Associazione Fontevecchia nel Borgo di Case Troiano, un San Martino dedicato non solo al vino novello, ma soprattutto all’olio dop.
“Ovviamente l’interesse dei presenti si è concentrato sulle ultime notizie di cronaca, ovvero sulla scoperta di alcune aziende della grande distribuzione che spacciavano per olio extravergine d’oliva quello che era invece un prodotto diverso – ha ricordato il presidente dell’Associazione Luciano Troiano -. In tanti hanno chiesto come può concretamente difendersi il cittadino-consumatore dalle insidie per acquistare un buon prodotto alimentare”. E Giorgetti ha dato alcune indicazioni materiali, spiegando la distinzione tra la spremitura delle olive a freddo, con le presse, e con la continua, e illustrando le qualità organolettiche minime che possono aiutare l’utente nell’acquisto di un buon olio extravergine, proponendo anche l’assaggio e il confronto tra alcune qualità di olio, provenienti dalle campagne di Spoltore, da Tocco da Casauria e anche dalla provincia teramana, decretando, per tutte, comunque, l’appartenenza all’extravergine d’oliva. Ma la manifestazione, svoltasi alla presenza, tra gli altri, del vicesindaco di Spoltore Ennio Rosini e di Marco Pompilii, dell’Associazione Canabruzzo, che ha portato anche un campione dell’olio estratto dalla canapa, ha visto molti momenti storico-culturali legati alla tradizione: nell’aia del Borgo l’Associazione Le Ginestre di Ortona, con Anna Recchia, ha riproposto la lavorazione e la coloritura tradizionale della lana con i ricci delle castagne, mostrando tutta la tecnica utilizzata dalle nostre nonne in tempo reale, “quando la chimica non c’era, né tantomeno si poteva pensare all’uso di coloranti artificiali prodotti in fabbrica. E infatti i colori degli abiti erano, appunto, naturali e piuttosto scuri, sul nero, sul marrone, o verdone, perché si poteva fare affidamento solo su ciò che la terra offriva”.
A ripercorrere le gesta dei briganti abruzzesi è stato il professor Pasquale Di Prospero, autore del volume ‘Dove osarono i Briganti’ che ha raccontato ai presenti la storia di Fra’ Diavolo, ucciso dai francesi 209 anni fa, proprio nel giorno di San Martino. Infine i balli e canti della tradizione, con lu ‘dubbotte del Maestro Adorino Graziani e la zampogna e la ciaramella di Settimio Rapposelli, zampognaro per passione, che ha ripercorso le melodie natalizie “che – ha ricordato Rapposelli ai presenti – dall’Abruzzo nei prossimi giorni porteremo in tutta Italia per l’intero mese di dicembre”.
A guidare i balli e i canti, con Lu’ Passett e la Quadriglia, alla presenza anche di una rappresentanza del Coro Esperia di Tocco da Casauria, con Mario Di Curzio, è stato il professor Francesco Stoppa, Presidente del Cata dell’Università ‘d’Annunzio’ e presidente del Consorzio Tradizioni Teatine, che ha anche ripercorso le celebrazioni del ‘San Martino in Abruzzo’, accompagnato dall’assaggio dei cibi rituali del San Martino, preparati dalle ‘brigantesse di Fontevecchia’, con l’olio e il vino novello, dolci col mosto cotto, zucca e patate, li sgajuzze, il dolce di San Martino e le classiche ‘rivotiche’, ossia le antiche focacce fatte con acqua e farina che vengono cotte in una padella ben unta di olio nuovo, una preparazione tipica dell’Abruzzo che veniva storicamente consumata da sola o farcita con formaggio e prosciutto, “il tutto – ha precisato il Presidente Troiano – sempre all’insegna del recupero della tradizione, dei suoi usi e costumi, al fine di non disperdere un patrimonio immenso che rappresenta la storia del nostro Abruzzo”. Nel corso della manifestazione è stato anche distribuito l’Almanacco del Transumante, fatti, curiosità e racconti scritti a mano in ogni copia. A chiudere la serata è stata la distribuzione del ‘pane di San Martino’, “un pane beneaugurante che, per tradizione, viene spezzato dalla persona più anziana presente alla manifestazione – ha ricordato il Presidente Troiano -, nel nostro caso il signor Lucente, di 93 anni, ed è stato condiviso con tutti, nel nome di San Martino. Quest’anno a confezionare il prodotto è stato il panificio Giglio, di Roberto D’Intino, che ha portato una straordinaria ‘cornucopia’ di pane e miele”.