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Cartellone estivo: polemica di una giornata di fine estate

Giovani democratici: “Confusionario e senza senso”. Il comune: “Straordinario”

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La prima stoccata parte dai Giovani democratici. Poi il comune risponde prontamente. Tema della polemica di fine agosto è il cartellone estivo delle manifestazioni. Per i primi, gli eventi organizzati a Pescara nell'estate 2011 sono stati “nel complesso mediocri e poco sponsorizzati, un cartellone confusionario, dove si è voluto inserire di tutto senza dargli nessun senso”. Per il comune, nelle parole del vicecapogruppo Pdl Foschi “un cartellone di eventi straordinario”. Sono stati 251 mila gli euro investiti dal comune per gli eventi estivi in città. Che non sono piaciuti ai Giovani democratici. “E sia chiaro - dicono - non ci riferiamo agli spettacoli e ai concerti a pagamento dove il comune non c'entra nulla, che certamente sono importanti per una città come Pescara e non devono mancare”. Ma il comune non ci sta. “Sparare sul cartellone senza fornire numeri, indagini, dati concreti - dice Foschi - ma per pura sterile demagogia politica, è svilente per chi porta avanti tale opera di demolizione. Ancor più se chi denigra l’immagine della città si definisce ‘Giovani’ democratici: proprio la giovane età dovrebbe consigliare prudenza, accortezza e soprattutto una maggiore capacità di approfondire le tematiche affrontate per produrre almeno argomenti fondati e verificabili”. Si sfiora lo scontro generazionale. I democratici incalzano: “Gli eventi non sono stati all'altezza delle aspettative della città. La parte nord della città è stata nettamente dimenticata e priva di qualsiasi evento. Nel centro città invece lo Stadio del mare non è stato in grado di aggregare più di duecento persone ogni sera, salvo un paio di spettacoli che comunque sono passati inosservati alla città. Stesso destino per la zona Portanuova dove non è stato organizzato nulla dall'amministrazione. Per finire Il centro-storico, dove tutti i martedì sera si sono consumati spettacoli per pochi, anch'essi poco pubblicizzati”. Il botta e risposta va avanti a colpi di sedie. O meglio, di sedie occupate ogni sera. Ecco i numeri del comune: “Allo Stadio del mare ogni sera sono state sistemate 700 sedie, puntualmente tutte esaurite, con una media di 2mila spettatori per ogni evento, culminati nei 5mila della serata del Comedy Central Tour, trasmesso il 10 agosto sugli schermi Sky con una visibilità incredibile della nostra città a livello nazionale, e i 15mila della serata del Ferragosto con i fuochi pirotecnici sul mare”. E ancora: “Per ogni concerto della rassegna di Live & Art al centro storico - aggiunge Foschi - l’amministrazione ha sistemato almeno 150-200 posti a sedere, tutti esauriti”. Per non dire di Lou Reed, l'Aurum, il Teatro D’Annunzio, il Festival internazionale dannunziano (del quale ha parlato Rai Uno). Ma, tornano all'attacco i Giovani democratici: “L'estate pescarese ha retto sul lavoro di alcune associazioni culturali e sociali che hanno fornito eventi di qualità completamente gratuiti alla città. Ci dispiace constatare che questa estate, la terza, da quando c'è il centro-destra al governo cittadino è stata la più scarsa e povera di movimento e iniziative”. Ma “fa sorridere” il Pdl “sentire i Giovani democratici, che evidentemente avranno trascorso fuori Pescara le loro ‘giovani’ vacanze terminata la scuola, parlare di ‘eventi per pochi'”. Guerra anche di tipologia di pubblico. Non solo di numeri. Al comune ricordano il concerto di Manu Chao organizzato proprio dall'allora amministrazione di centro-sinistra. Quello che “ha affollato” il centro storico per i concerti lì organizzati dall'attuale amministrazione è “sicuramente un pubblico diverso” da quello appunto di Manu Chao. Mentre, sempre nelle parole di Foschi “per anni il centro storico ha purtroppo dovuto sopportare qualche concerto strapaesano”. “De gustibus non disputandum est” usava dire chi è venuto prima di noi. Cioè: è sostanzialmente tempo perso parlare di gusti. Meglio stare sui numeri. Ma soprattutto sulla qualità. Vedremo come andrà a finire. Senza però lasciare ai tanto citati “posteri” la cosiddetta “ardua sentenza”.
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