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Spazio Donna: La psicologia perversa del Burkini occidentale

Tutte noi donne abbiamo il nostro Burkini personale, esso è la regola implicita, alla quale dobbiamo sottostare per raggiungere un grado di desiderabilità sociale che rientri nella norma statistica.

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Valeria è una donna di quasi trent’anni, è single e sogna di trovare un uomo che la ami davvero, per far questo s’impegna ogni giorno nell’esprimere al meglio ciò che lei sente di essere; ha acquistato un nuovo fondotinta che copre qualsiasi poro della pelle, riesce a occultare, pensate, persino quella rughetta, quella che Valeria ha sul volto per tutte le volte che ha riso di gusto. Ha gli occhi di una gatta, sembra sempre che faccia le fusa, da sveglia è alta un metro e settanta, mentre quando dorme, circa dodici centimetri in meno. È una grande fotografa, conosce tutti i trucchi di Photoshop, il principale soggetto che usa per condividere i suoi scatti artistici è lei in persona, alle volte fotografa il cibo che da brava donna sa cucinare, ma guai a mangiarlo, potrebbe aumentare il suo volume corporeo, che si sa, può essere gonfiato solo da medici che si occupano di salute.

Maria è una donna, una mamma, una moglie e un’insegnate. Maria tutti i giorni lavora, si occupa della casa e del bambino; Il marito è un importante primario, lavora tutta la settimana e nei weekend passa diverso tempo con la sua famiglia. La madre di Maria è molto fiera di lei, fin da quando era solo una bambina, sognava questa vita per sua figlia. L’altra faccia di Maria prova a guardarla solo lei allo specchio, quando tutti dormono, lei si specchia verso quell’immagine riflessa e non si vede. Non capisce il motivo per il quale allo specchio lei non c’è e mentre l’anima esce dal corpo, per ricongiungersi, si ripete che la sua vita è quello che ha sempre sognato e che la sua famiglia ha sempre sperato per lei.

Annalisa è una ragazza di sedici anni, ama leggere, fare lunghe passeggiate e vorrebbe viaggiare per conoscere il mondo e perché no anche se stessa. Non ha molte amiche, lei ci prova, ma le sue coetanee hanno interessi diversi e la trovano noiosa. Ad Annalisa non interessano i ragazzi, non ama bere ed essere disinibita per mostrare ciò di cui ha paura da cosciente. Riceve il tag di “strana” e con il tempo non avrà persone con cui condividere le sue passeggiate, camminerà spesso su di un tappeto rosso steso per lei e fatto di grasse risate sul suo conto, risulterà inadeguata all’abbigliamento locale e alle parvenze adolescenziali, ma non si darà della perdente, tutt’altro, inizierà a pretendere il massimo nelle sue attività in solitaria e controllerà, pesando su di una bilancia, ogni aspetto che la riguarda, così da essere meno ingombrante.

Luana sono dodici anni del suo matrimonio che riceve carezze magiche, lasciano gli occhi di un viola intenso e i suoi zigomi sono perfetti, di un rosso sfumato, quasi naturale.

Irene è una persona molto ironica, è l’oggetto delle più ilari battute sessuali del suo capo;  sa riderne e preservarsi il posto di lavoro.

Giovanna ha tre anni e ha una madre meravigliosa, ha colorato il suo armadio di rosa e ha comprato per lei tutto il set della famiglia felice del mulino bianco: bambolotti a cui fare da mamma e accessori all’avanguardia con cui cucinare, di cui chef Rubio potrebbe farne l’oggetto della sua invidia.

Siamo davvero fortunate noi donne, femmine occidentali, siamo libere di avere tutto! Possiamo farci belle, scollarci, rifarci, possiamo dire “pitu pitum pah”, anzi non solo, possiamo parlare e dire la nostra! Abbiamo più diritti di tutti, possiamo essere contemporaneamente mamme, compagne, lavoratrici e organizzatrici di eventi.

Sulla spiaggia a noi nessuno dice cosa indossare, nessuno ci suggerisce di coprirci e ovviamente il nostro buon gusto sa che superata una certa taglia, è meglio evitare di mettersi il due pezzi.

Se solo potessi scegliere di cambiare qualcosa, modificherei la bruta condizione delle donne in oriente: non è giusto che i vostri mariti abbiano più di una donna, ad esempio il marito di una  mia amica l’ha tradita, ma poi ha giurato di non farlo più e ora sono più felici di prima!

Inoltre io non tollero che vi si dica come vestire care donne orientali, dovete essere libere come noi di scegliere il modello di shorts che risata meglio le vostre forme, che insomma vi rende più desiderabili!

Infine la condizione che più mi rattrista è che molte di voi si sentano libere di scegliere il burkini, libere nella scelta del velo e del vostro stile di vita; vedete la vera libertà care mie signore è di noi emancipate donne occidentali: ci hanno dato il diritto di voto, ci apprezzano con la minigonna, fanno delle scelte giuste per noi popolo femminile e ci permettono persino di lavorare!           Infondo noi donne occidentali abbiamo degli uomini generosi, forse la differenza tra noi e voi è semplicemente questa.

Dott.ssa Nicolina Capuano

                         Psicologa, sessuologa, counselor strategico

 

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