“Dieci giorni di suspence, rinvii, attese e proclami, e alla fine la montagna ha partorito il topolino: la nuova composizione della giunta Alessandrini ha evidentemente risposto alle imposizioni della politica Pd-D’Alfonso, facendo fuori lo scomodo alleato Teodoro, definitivamente fuori dai giochi di maggioranza, e sacrificando due ‘agnelli’, come Sulpizio e Santavenere, recordwoman di voti, per fare spazio a due ingressi calati dall’alto, sebbene il profondo rispetto per le rispettive professionalità. Ma oggi Alessandrini ha sostanzialmente scritto la parola ‘fine’ alla propria avventura da sindaco, visto che ora si ritroverà a fare i conti con una maggioranza consiliare più frantumata di prima. Né lo salveranno i ‘contentini’ distribuiti ai vari consiglieri Padovano o Scurti, in rappresentanza dei ‘partiti minori’, sotto forma di deleghe fittizie, visto che quelle cariche non hanno alcun valore esecutivo e presto lo scopriranno, se non lo sanno già, gli stessi consiglieri. Per questa ragione al sindaco Alessandrini e a tutta la maggioranza oggi torniamo a chiedere di porre fine a questa lunga agonia e di rassegnare le proprie dimissioni, evitando anche una sfiducia che ormai è dietro l’angolo”.
Lo ha detto l’avvocato Berardino Fiorilli, promotore dell’Associazione ‘Pescara – Mi piace’, commentando la nuova giunta Alessandrini, presentata stamane in conferenza stampa.
“Delle due l’una - ha osservato Fiorilli -: o i tre assessori defenestrati hanno lavorato male, non hanno prodotto risultati, e dunque hanno meritato di essere messi alla porta, oppure hanno pagato le logiche della politica Pd che, dopo due anni di disastri e figuracce collezionati dal sindaco Alessandrini, ha deciso di mettere le mani sulla giunta, imponendo, d’imperio, i nomi da inserire in squadra. Di certo il sindaco non può pretendere di prendere in giro la città, affermando che la squadra negli ultimi due anni ha lavorato bene, i tre assessori cacciati hanno prodotto risultati, ma comunque se ne vanno a casa. Impossibile non notare che a oggi la giunta Alessandrini si reggerà su ben 4 assessori esterni, tutti di chiara provenienza Pd, che hanno tolto la poltrona a eletti dal popolo, ossia in due casi ad assessori nominati perché votati dai cittadini, come la Santavenere con i suoi 1.085 voti, o Sulpizio, con oltre 500 preferenze. E comunque anche la giovane Veronica Teodoro era stata nominata in rappresentanza di una lista che è stata determinante per la vittoria di Alessandrini. Impossibile non notare che in due anni di governo il sindaco Alessandrini cambierà per la terza volta l’assessore alle Finanze, segno della sua personale sfiducia nei confronti di chi ha ricoperto sino a oggi quella carica.
Impossibile non notare i musi lunghi e le facce scure alla presentazione del nuovo esecutivo, anche da parte di quegli assessori confermati, ma che comunque si vedranno sottrarre deleghe di spicco in favore di quattro non-eletti, uno sgambetto in piena regola che conferma, per l’ennesima volta, l’incompetenza del sindaco Alessandrini nel governare la città e anche nel gestire la sua maggioranza. Peraltro, fa sorridere verificare che proprio gli autori dei maggiori disastri amministrativi degli ultimi due anni, dal mare inquinato di Enzo Del Vecchio, alla strage degli alberi di Laura Di Pietro, alla ruota panoramica abusiva di Giacomo Cuzzi alle scuole senza banchi e sedie di Giovanni Di Iacovo, sono tutti stati confermati nel proprio ruolo, dunque non comprendiamo di quale ‘rilancio dell’azione amministrativa’ parla il sindaco. Le verità che oggi emergono in realtà sono fin troppo chiare: un Alessandrini commissariato oggi è stato costretto dal partito e dal suo Pigmalione D’Alfonso a defenestrare alcuni suoi assessori, togliendosi anche un sassolino dalla scarpa, quel cognome scomodo dei Teodoro, con cui comunque dovrà fare i conti in Consiglio comunale. Nella nuova giunta, senza nulla togliere alle professionalità eccellenti dei neo-nominati, non ci sono ‘scienziati’ della pubblica amministrazione e l’esperienza ci insegna che una cosa è fare l’avvocato o l’architetto per lavoro, altra cosa è amministrare una città complessa come Pescara, che si prepara ad altri mesi di paralisi. Infine – ha ancora osservato Fiorilli – è evidente che ormai è implosa quell’immagine bucolica della squadra-Mulino Bianco del sindaco Alessandrini, che da oggi non ha più una maggioranza. Ancora una volta il sindaco prendesse atto del proprio fallimento e rassegnasse le proprie dimissioni”.