Arriva a Pescara una superstrada a 4 corsie sul lungofiume per migliaia di tir con quello che ne consegue in termini di scadimento della qualità della vita dei cittadini. E' quello che prevede il Piano regolatore Portuale tanto osannato dai suoi fautori e appena approvato in Consiglio Regionale. Un Piano di cui si sta molto parlando senza però entrare nel merito di ciò che prevede realmente. Un intervento che sembra avere proprietà taumaturgiche solo perchè esiste.
L'emergenza dragaggio derivante dall'incapacità amministrativa proprio di chi ora esulta per l'approvazione di questo piano ha infatti indirizzato tutta la discussione sull'avere uno strumento, purchè sia, incentrando il dibattito sulla cornice (abbiamo il piano) e non sul contenuto (cosa prevede il piano).
Per questo il Forum H2O inizia oggi un vero e proprio viaggio tra le carte e gli elaborati del Piano, affinché i cittadini dell'area metropolitana siano consapevoli di cosa li attende nei prossimi anni, sulle infrastrutture per le quali saranno spesi i loro denari e di cosa possono perdere in termini di qualità della vita e di economia.
Partiamo dalla viabilità del nuovo Porto, che è sostanzialmente incentrata sul famigerato prolungamento dell'asse attrezzato fino praticamente a raggiungere la base del Ponte del mare.
Le mappe contenute nel Piano regolatore Portuale parlano chiaro e non lasciano dubbi: una superstrada a raso a 4 corsie dividerà per sempre come una barriera insormontabile la città dalla sponda sud del fiume che sarà trasformata in un nastro di asfalto percorso da auto e mezzi pesanti.
Tanto parlare in questi decenni di far la pace con questo fiume martoriato, tante chiacchiere e poi si va nella direzione opposta.
Sì, mezzi pesanti, a migliaia, in considerazione dei dati contenuti nel Piano Portuale, che dovrebbero entrare ed uscire dalla città percorrendo il nuovo asse stradale la cui costruzione costerà alla collettività una decina di milioni di euro.
Questo è il "regalo" alla città del nuovo Piano regolatore.
L'impatto sulla qualità della vita è facilmente immaginabile; basti pensare alla questione delle emissioni inquinanti degli autoveicoli. La cosa più drammatica, però, è cosa si perde: è possibile, infatti, uno sviluppo alternativo?
Sì, visto che lo stesso Comune di Pescara nel 2012 aveva previsto una progettazione diversa del lungofiume nel Piano particolareggiato n.2 (PP2) che in parte si sovrappone alle aree oggi normate dal nuovo Piano regolatore Portuale. Ebbene, nel PP2, mai approvato, si pùò vedere cosa potrebbe diventare in alternativa la sponda del fiume.
Una pista ciclabile che collega il mare fino al Bagno Borbonico, al suo museo, al suo auditorium, tanto verde, riqualificazione degli spazi anche ad uso turistico. Ecco quelle che la sponda sud del fiume potrebbe diventare fino al mare.
Il confronto lascia senza parole ed è a nostro avviso impietoso: da un lato cemento, smog, traffico a fare da barriera insormontabile tra la città e il fiume; dall'altro un progetto di riconnessione tra tessuto urbano e sponda fluviale con tanto verde e mobilità a misura di cittadino.
Mentre tutte le altre città , anche quelle con grandi porti, cercano di ridurre il traffico nell'area urbana e di riqualificare i waterfront, qui si va nella direzione opposta, promuovendo tir e auto in pieno centro in quella che potrebbe diventare un'area di pregio anche con la riqualificazione dell'ex Di Properzio.
Per ora sulla viabilità ha vinto l'idea di chi sembra avere in testa solo bitume, cemento e grandi appalti.
Ci piacerebbe conoscere la posizione del nuovo assessore all'urbanistica Civitarese: tra le due opzioni quale scieglierebbe?
Nelle prossime puntate affronteremo altre questioni centrali del piano, dall'economia alla questione dei dragaggi.