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Farnesiana a Farindola

Un convegno tematico a 430 anni dalla scomparsa di Margherita D’Austria

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430 anni non sono sufficienti a cancellare la memoria di un personaggio che ha portato un grande contributo alla storia del nostro paese. L’Italia (e tanto più l’Abruzzo) è stata solcata in maniera significativa dal passaggio della famiglia Farnese, le cui tracce vengono mantenute ancora vive e visibili nel quotidiano. Anche Farindola ha beneficiato della loro presenza e gli ha dedicato un convegno tematico che si è svolto lo scorso 29 dicembre presso la sala consiliare.

L'associazione culturale FIAF (Farindola International Arts Festival), presieduta da Martina Borgheggiani, si è fatta nuovamente promotorice di un evento culturale destinato ai tanti cittadini desiderosi di ampliare la conoscenza del proprio passato. Una serata voluta ed organizzata dal giovane Antonio Costantini, che ha presentato ed affiancato i due relatori impegnati ad intrattenere la folta platea proveniente da tutto il circondario. Ad iniziare è stato Antonio Di Vincenzo, presidente dell’associazione Italia Nostra di Penne e grande appassionato di storia. Durante il suo intervento ha mostrato parte della sua nutrita collezione di incisioni dedicate alla famosa famiglia rinascimentale, ripercorrendo in breve la vita dei componenti più importanti. Le immagini mostrate, raccolte con cura nel corso degli ultimi 10 anni, includono pezzi unici provenienti anche da Germania ed Olanda e un notevole olio su tavola di Margherita D’Austria che si è riusciti a portare a Penne grazie a un privato. A conclusione dell’excursus temporale, Di Vincenzo ci ha tenuto a sottolineare come il tesoro farnese locale possa divenire una fonte proficua dal punto di vista culturale, turistico ed economico.

Il secondo intervento ha visto protagonista lo storico d’arte Paolo Di Simone, che si è concentrato sul Palazzo Farnese di Farindola. Grazie ai proprietari dell’edificio, di cui c’era una rappresentanza in sala, e alle accurate foto,  è riuscito ad analizzare i dipinti presenti all’interno e a condividerne le proprie considerazioni. Si tratta di opere di pittura a secco di cui non si conosce il nome dell’artista, ma il cui identikit tracciato lascia pensare conoscesse bene l’arte romana, seguisse tecniche artigiane e operasse nella seconda metà dell’ottocento. I dipinti, tutti legati dal contrasto tra opere auliche e cultura popolare, comprendono: il giudizio di Salomone, la regina di Saba e le 4 virtù cardinali (fortezza, temperanza, giustizia e prudenza). Infine, è stata trovata una pittura tonda di grande entità, unico esemplare del suo genere nel paesino montano.

Non si ha la certezza che il palazzo sia stato effettivamente residenza dei Farnese, ma si sa che per anni è stato di proprietà della notabile famiglia Frattaroli. Data l’importanza acquisita nel corso degli anni, però,  l’unica certezza è la necessità di tutela e valorizzazione del suddetto; discorso valido per tutte le numerose ricchezze culturali presenti a Farindola, a Penne e lungo le vie che percorriamo ogni giorno.

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