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Proposte per il rilancio culturale della nostra Pescara

Una nuova Biblioteca ed un nuovo Museo sulle ceneri del presente

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1.  La Biblioteca Unificata “Ennio Flaiano”

La situazione degli studenti a Pescara Pescara è il cardine di un’estesa area metropolitana, nella quale si intrecciano le vite di migliaia di individui, tra studenti e pendolari.

I ragazzi che frequentano scuole superiori a Pescara sono diverse migliaia, mentre gli studenti delle 4 facoltà dell’Università D’Annunzio che vi hanno sede (Architettura, Economia, Scienze Manageriali, Lingue) ammontano approssimativamente a 10'000 – 15'000 unità. A questo rapido conteggio vanno aggiunti tutti i giovani che frequentano il campus Ud'A di Chieti e gli innumerevoli altri pescaresi che, immatricolati nelle altre università italiane ed estere, tornano nella loro Pescara al termine delle lezioni e durante l’anno per preparare esami e concorsi. Ciò porta a concludere che a Pescara sono presenti approssimativamente almeno 20'000 studenti.

Il sistema bibliotecario pescarese Senza contare le piccole biblioteche specializzate (quali quella del Museo delle Genti d'Abruzzo o quella del Liceo Classico d'Annunzio), piccoli gioielli meno conosciuti ai più, Pescara può contare su 3 biblioteche, aperte agli studenti per prendere in prestito libri e, soprattutto, trovare un luogo quieto per studiare:

  • Biblioteca Provinciale G. D’Annunzio: è probabilmente la biblioteca più utilizzata dagli studenti pescaresi. Dispone teoricamente di 128 posti a sedere e risulta aperta dal Lunedì al Venerdì con orario continuato dalle 8.30 alle 19.30. Un tempo aperta anche il sabato mattina, risente della fase di transizione dalla gestione provinciale a quella regionale, che l'ha lasciata orfana di un direttore e dell'apertura del sabato.
  • Biblioteca Regionale Di Giampaolo: è l’altra storica biblioteca di Pescara, aveva sede nella centralissima piazza Salotto e godeva di una disponibilità di posti a sedere lievemente più alta della biblioteca provinciale. E' ospitata da ormai un paio d'anni nella nuova sede di via Tiburtina, dove gode di spazi più moderni ed affitti più economici, ma vede la propria attrattività come polo culturale fortemente menomata dall'ubicazione periferica.
  • Biblioteca unificata delle 4 facoltà pescaresi dell’ Ud’A: gode di un numero di posti a sedere maggiore rispetto alle precedenti, ma è anche vero che è teoricamente riservata ai soli studenti della locale Università. Ha buoni orari di apertura, essendo aperta dal Lunedì al Venerdì dalle 9 alle 19, e il Sabato dalle 9 alle 13. Ciononostante, l'assenza di finestre non permette di qualificarla come un luogo ove è piacevole studiare.

Conclusione: a fronte di un numero elevato di giovani, studenti e utenti adulti interessati alla fruizione di un buon sistema bibliotecario, nel comune di Pescara vi è una offerta totalmente insufficiente di posti dove studiare, a malapena sopportabile nei giorni feriali.

Dal Lunedì al Venerdì sono aperte tutte le biblioteche locali, che nonostante il numero fortemente limitato di posti si sforzano di accogliere il maggior numero possibile di ragazzi e adulti, rischiando il collasso nei periodi in cui cadono gli appelli d’esame universitari. Il Sabato la situazione si fa critica, in quanto solo due biblioteche sono aperte, con orario ridotto a mezza giornata. La domenica e i festivi la situazione è disperata, in quanto a Pescara nessuna biblioteca/sala studio risulta aperta.

Si dirà: “Ma perché questi ragazzi non studiano a casa loro?” La risposta è semplice:

sempre più giovani scelgono di studiare in biblioteca/sala studio per trovare un ambiente che concili lo studio, con disponibilità di libri da consultare o talvolta da prendere in prestito. Le case private sono piene di fonti di distrazione, rumori molesti e ogni genere di disturbo. Le biblioteche costituiscono inoltre un fantastico luogo di ritrovo e cultura, dove i ragazzi possono al tempo stesso studiare e socializzare, confrontandosi tra amici nelle pause dallo studio.

I più cinici non dimentichino, inoltre, che il flusso di studenti in entrata e in uscita da una biblioteca/sala studio è fonte di sostentamento anche per le piccole attività commerciali adiacenti, le quali offrono ristoro, svago, oggetti di cancelleria e molto altro agli utenti.

In breve: biblioteche e sale studio, troppo spesso viste dalle istituzioni che le gestiscono come un peso improduttivo da mantenere, fanno girare l’economia locale:

  1. Nel breve periodo, grazie al volume di entrate generato nelle piccole attività commerciali e di ristorazione presenti nelle loro vicinanze;
  2. Nel lungo periodo, per le esternalità positive riversate a pioggia nella società, nella scienza, nella cultura e nell'economia dall'emergere di generazioni più preparate e produttive. 

Ritornando alla questione di cui sopra, i punti critici dello studio in biblioteca a Pescara sono:

- La scarsità totale di postazioni di studio rispetto al numero degli studenti presenti in città: nella migliore delle ipotesi, può trovare posto nelle biblioteche cittadine meno di uno studente su 40 di quelli esistenti.

- L’esiguità degli orari e dei giorni di apertura: in ogni città universitaria d’Italia che voglia meritare davvero questo appellativo gli studenti possono contare ogni giorno su almeno una sala studio o una biblioteca dove poter studiare, 7 giorni su 7, spesso anche la sera.

- L'insufficiente attività di promozione della lettura tra i giovani ed i meno giovani, in un mondo sempre più complesso in cui – al contrario – enti pubblici e biblioteche dovrebbero invogliare fortemente la cittadinanza a leggere e mantenersi informata. Se da un lato alcune biblioteche locali, quali la “Di Giampaolo”, tentano da tempo di promuovere eventi ed iniziative volte ad invogliare i cittadini alla lettura, il numero di libri dati in prestito presso la biblioteca d'Annunzio nel biennio 2014-2015 è tanto scarso da apparire inquietante: meno di 4000 volumi, una cifra enormemente inferiore alla già esigua media italiana. Il dato preoccupante della biblioteca “d'Annunzio” appare verosimilmente causato tanto dall'inaccessibilità (fatta eccezione per i dipendenti) dei depositi quanto da una gestione particolarmente confusa e, spiace dirlo, scoraggiante.

La nostra amata Pescara si vanta di essere una città aperta ai giovani, una città universitaria, ma non potrà esserlo realmente finché non metterà a disposizione degli studenti strutture culturali idonee.

LA BIBLIOTECA UNIFICATA "ENNIO FLAIANO" - LA PROPOSTA:  

Lo sviluppo del sistema bibliotecario pescarese appare pertanto minato da due fattori principali: l'inadeguatezza dei locali che ospitano le biblioteche, sottodimensionati, oggetto di scarsa manutenzione o decentrati allo scopo di ridurne gli oneri di locazione, e la carenza cronica di fondi. Ad avviso di chi scrive, negli ultimi anni sono emersi sempre più indizi di una necessità di rifondare dalle fondamenta il sistema bibliotecario pescarese, passando da un assetto frammentato (tante biblioteche gestite da singoli enti e pochi fondi) ad uno omogeneo.

Propongo la fusione dell' ex Biblioteca Provinciale “d'Annunzio” e della Biblioteca Regionale “Di Giampaolo” in un unica, grande istituzione culturale, le cui nuove strutture andrebbero realizzate e gestite dalla Regione in sinergia con enti pubblici e privati, quali il Comune di Pescara, la Fondazione PescarAbruzzo ed altri eventuali mecenati privati.

Una biblioteca unificata, da collocare nel centro di Pescara e caratterizzata da locali ampi e funzionali (realizzabili solo con una collaborazione tra più enti) avrebbe numerosi punti di forza, quali:

• La possibilità di razionalizzarne i costi di gestione e renderla persino parzialmente autosufficiente dal punto di vista del finanziamento;

• Un patrimonio librario finalmente imponente, ammontante a 250'000 – 300'000 volumi.

• La possibilità di garantire un orario di apertura continuo e più esteso, in locali confortevoli.

• Il ritorno, dopo anni di assenza, di un grande punto di riferimento culturale nel centro di Pescara, le cui vie, seppur riqualificate e abbellite, rischiano di assomigliare sempre più ai corridoi di un centro commerciale e sempre meno ai viali di una città economicamente, ma anche culturalmente, dinamica. Ricordiamo che gli unici poli culturali del centro di Pescara sono oggi: il Museo d'Arte Moderna “Vittoria Colonna”, ancora in cerca di una collezione in grado di garantirgli un afflusso continuo di turisti e, quindi, l'autofinanziamento; il Museo di Villa Urania e le sale eventi della Fondazione PescarAbruzzo, entrambi privati.

• Una biblioteca unificata, il cui finanziamento andrebbe ripartito tra Regione, Provincia e Comune con l'apporto esterno di mecenati privati, potrebbe finalmente fruire delle risorse sufficienti a garantire una gestione adeguata e competente, con ricadute positive per tutta la città.

Se la realizzazione della Biblioteca Unificata “Ennio Flaiano” appare quindi la soluzione ottimale, come e dove andrebbe realizzato tale progetto?  Ecco 2 proposte alternative, classificate per oneri decrescenti:

1. LA BIBLIOTECA SUL MARE

2. LA “SALA BORSA” PESCARESE

1) La biblioteca sul mare

Dagli anni '60, il volto di Pescara sopporta, proprio nello scorcio che dovrebbe esserne il punto forte, una cicatrice bruciante: la demolizione del Teatro Pomponi nel dopoguerra ha lasciato piazza 1° Maggio orfana del suo edificio simbolo, di una chiara destinazione nella vita urbana (fatto che ne ha provocato lo svuotamento ed il conseguente degrado) e di un'architettura degna di fare da contraltare al lungomare. L'area su cui un tempo sorgeva il teatro ospita oggi un anonimo parcheggio e l'abside di una chiesa che, seppur dedicata al mare, a quest'ultimo non rivolge che la propria abside.

La proposta della biblioteca sul mare è di certo la più suggestiva, ma anche la più onerosa. Ciò non significa però che sia anche irrealizzabile, tutt'altro, visto che negli ultimi anni molte città e regioni, grazie anche ai finanziamenti europei, sono riuscite a realizzare ex novo biblioteche1 ampie, eleganti e modernissime. Propongo pertanto i seguenti interventi, il cui cofinanziamento potrebbe essere effettuato dal Comune di Pescara, dalla Regione Abruzzo e dalla Fondazione PescarAbruzzo con l'eventuale apporto esterno di privati:
Prima fase: i lavori interesserebbero piazza 1° Maggio dal limite dei giardini pubblici (fronte Bar Berardo) fino al perimetro della chiesa del mare, sul lato nord. Si potrebbe scavare la piazza allo scopo di realizzarvi un parcheggio sotterraneo completamente automatizzato, volto a sostituire ed ampliare quello presente. In questa proposta i giardini pubblici di piazza 1° Maggio non vanno assolutamente toccati: al contrario, l'eventuale parcheggio sotterraneo dovrebbe fermarsi prima, sotto la porzione di piazza dove oggi sorge l'aiuola-orologio, mentre il verde pubblico andrebbe finalmente riqualificato. Riqualificazione che potrebbe comprendere la ripavimentazione dei sentieri, la collocazione di nuove panchine e, infine, la realizzazione di due box in legno da offrire in concessione per attività di bar/ristorazione, come avvenuto già con buoni risultati per il parco De Riseis. Tutte le città d'Italia vorrebbero una piazza sul mare, riqualificare la nostra e farne un bellissimo affaccio alberato sul mare è un nostro dovere morale. Seconda fase: la parte centrale della piazza resterebbe uno spazio aperto tra il corso e la Nave di Cascella. Uno spazio da abbellire con aiuole, alberelli e panchine, celando al di sotto il parcheggio sotterraneo, collegandola all'area pedonale di piazza salotto e completando quindi la pedonalizzazione dell'asse Stazione – Mare. Ripetiamolo ancora una volta: il giardino di piazza 1° Maggio non andrebbe toccato, ma anzi riqualificato, ed il parcheggio sotterraneo dovrebbe (se lo si vuole costruire) occupare il sottosuolo della piazza solo fino alla sua zona centrale, in modo da non danneggiare le radici degli alberi. Nell'area ove un tempo si ergeva il Teatro Pomponi, ed oggi troviamo un parcheggio a raso, sorgerebbe la nuova Biblioteca Unificata di Pescara. L'edificio dovrebbe avere, a mio avviso, un'elevata qualità architettonica ed un uso assai ridotto di cemento, data la posizione fronte mare che lo caratterizzerebbe. Suggerisco una struttura “leggera”, caratterizzata almeno sul lato Est (fronte mare) e Sud (fronte giardini), da facciate di vetro ad innesti d'acciaio. L'ampio uso delle finestre e del vetro nella facciata garantirebbe la luminosità degli interni, un'estetica leggera all'edificio ed il richiamo al cielo e al mare, principali caratteristiche della location. Pescara si doterebbe così di un grande centro culturale, custode di centinaia di migliaia di libri, in grado di ospitare studiosi, eventi e conferenze proprio di fronte al mare, a due passi dalla pista ciclabile della Riviera, in centro e a 5 minuti a piedi dal Terminal Bus della Stazione FS. Inutile dire che una struttura tanto bella e attrattiva diverrebbe in breve tempo un simbolo della città, contribuendo a riportare a nuova vita piazza 1° Maggio, una zona della città che da troppo è caduta in disgrazia. Lo stesso capitale culturale della città ed il museo d'arte moderna adiacente ne uscirebbero fortemente rafforzati.

Terza fase: il grande edificio vetrato della biblioteca andrebbe dotato di alcuni accorgimenti utili a favorirne la fruibilità e, soprattutto, a finanziare almeno in parte le spese di costruzione e gestione. La realizzazione del parcheggio sotterraneo potrebbe stimolare l'interesse di privati ad investire nel progetto, in cambio di una concessione temporanea dei profitti derivanti dallo stesso. Ciononostante, una quota non inferiore al 20% delle entrate di tale parcheggio andrebbe vincolata al finanziamento della gestione della biblioteca stessa.

Inoltre, la posizione eccezionale della nuova biblioteca del mare (che potrebbe essere dedicata al buon Ennio Flaiano) potrebbe portare con sé altri due vantaggi:

• La possibilità di installare su gran parte del tetto dell'edificio pannelli solari, in grado di garantire elettricità e riscaldamento all'edificio, in toto o almeno in parte.

• La possibilità di concedere a privati un locale, ad accesso indipendente, ubicato sul terrazzo dell'edificio e da dare in concessione ad uso caffé. Lo stesso potrebbe farsi sul lato Ovest della biblioteca, rivolto verso l'edificio che oggi ospita pizzerie e fast food, ove potrebbero essere ricavati piccoli spazi commerciali rivolti verso l'esterno il cui canone di locazione dovrebbe essere vincolato al finanziamento della biblioteca.

Una struttura così articolata, in grado di autofinanziarsi anche solo parzialmente, di ispirare una rinascita culturale e di sottrarre al degrado una delle aree più centrali di Pescara, è un'idea da prendere seriamente in considerazione. Non dimentichiamo che, con ogni probabilità, nel corso della costruzione dell'edificio verrebbero alla luce le fondamenta del Teatro Pomponi, le quali potrebbero essere integrate in parte nella nuova struttura in modo da renderle visibili.

2) La “Sala Borsa” pescarese

Come sappiamo, nel cuore di piazza Maggiore a Bologna sorge la “Sala Borsa”, un edificio maestoso che, nel corso del tempo ha avuto innumerevoli destinazioni d'uso. Tra queste vi fu anche, nel XIX secolo, quella di luogo destinato alla contrattazione commerciale: la “borsa” di Bologna, per l'appunto. Oggi, la Sala Borsa ospita invece un grande centro culturale e, soprattutto, una grande biblioteca ove ogni giorno studenti, lavoratori, curiosi e turisti si incontrano per soddisfare la propria curiosità intellettuale, studiare o scambiare due chiacchiere in un ambiente stimolante. Dal 1933, nel centro di Pescara sorge un palazzo imponente, austero, un tempo crocevia di attività bancarie e finanziare ed oggi abbandonato: stiamo parlando del Palazzo del Banco di Napoli, all'incrocio tra Corso Umberto I e corso Vittorio Emanuele II. Tale edificio, dal 2012 proprietà della Fondazione PescarAbruzzo, avrebbe dovuto essere adibito a detta di quest'ultima ad usi culturali, ma da allora i buoni propositi sono rimasti sulla carta e l'edificio, purtroppo, vuoto. Il Palazzo dell'ex Banco di Napoli gode di una posizione straordinaria, essendo di fatto la porta del centro di Pescara, ubicato a 20 metri dal terminal bus, a 150 metri dalla stazione di Pescara Centrale, a due passi dall'enorme parcheggio delle aree di risulta e, infine, al crocevia di tutta la rete di piste ciclabili pescarese.

Questo edificio, caratterizzato da ampi spazi e dal grande salone d'ingresso che fu atrio dell'antica banca, sarebbe perfetto – se concesso in comodato d'uso dalla Fondazione PescarAbruzzo – per ospitare una grande biblioteca unificata pescarese. Vi sarebbe lo spazio per allestirvi il grande patrimonio librario delle due biblioteche “Di Giampaolo” e “d'Annunzio” e numerose postazioni studio. La collocazione della biblioteca nell'edificio sarebbe inoltre una vera manna dal cielo per le attività commerciali del centro, dal momento che le centinaia di utenti quotidiani della struttura si trasformerebbero in nuovi potenziali clienti per le attività commerciali della zona.
Tale proposta ha il vantaggio di eliminare le spese necessarie alla realizzazione ex novo di un edificio da adibire a biblioteca, contribuendo alla razionalizzazione di risorse che, tra Regione e Comune di Pescara, si renderebbe necessaria per la gestione del sistema bibliotecario pescarese.

UNA PROPOSTA PER IL RILANCIO DEI MUSEI D'ARTE PESCARESI

La seconda parte della presente lettera attiene invece ad un altro progetto, imperniato sulla riorganizzazione dei musei d'arte e degli spazi esposivi esistenti in città. In ogni campo, dal 1927, Pescara ha avuto ambizioni elevate, anche se non sempre la cittadinanza e la classe politica si sono rivelati in grado di dar loro seguito. Per questo, in città si contano numerosi edifici/spazi sottoutilizzati, la cui riorganizzazione potrebbe favorirne il rilancio. La riflessione sul contenitore, troppo spesso, ha preceduto quella sui contenuti, facendo sì che il patrimonio artistico della città fosse indebolito e trascurato anche a causa di una distribuzione frammentaria nei vari musei cittadini, piccoli, purtroppo poco conosciuti dai cittadini e, di conseguenza, sottofinanziati.

Dopo aver proposto la realizzazione di una nuova biblioteca unificata nel Palazzo dell'ex Banco di Napoli, un contenitore da tempo rimasto orfano di contenuti, concentriamoci ora su altri due: il Museo Cascella, in via Marconi, ed il Museo Vittoria Colonna, in piazza 1° Maggio. Questi due musei a vocazione artistica, seppur caratterizzati da una storia completamente diversa, attraversano la medesima crisi: entrambi, seppur aperti ed arricchiti da opere d'arte meravigliose, soffrono però un volume di passeggeri talmente esiguo da non render loro giustizia e, soprattutto, tale da renderne impossibile l'autofinanziamento e l'appropriato svolgimento della missione culturale che li contraddistingue. Ritengo che questi due musei ed il patrimonio artistico che contengono potrebbero essere valorizzati e fatti conoscere al grande pubblico attraverso un'opportuna riorganizzazione, utile a superare la frammentazione che oggi ne ostacola lo sviluppo.

Il Museo Cascella, ospitato nei locali ove oltre un secolo fa Basilio Cascella iniziò una vera e propria dinastia di artisti, soffre oggi numerosi problemi: i suoi spazi sono del tutto insufficienti ad ospitare adeguatamente le centinaia di opere d'arti presenti, ad organizzare un nuovo percorso espositivo o altri eventi culturali. Gli orari di apertura sono poi indecifrabili se non chiamando direttamente gli uffici, assenza di pagine web tese a pubblicizzarlo o a valorizzarlo. La presenza di guide stabili, audioguide o altri supporti alla visita è impossibilitata dagli scarsi finanziamenti attuali.

Il Museo Vittoria Colonna, dall'altro lato, soffre del problema opposto: pur godendo di spazi ampi, dispone di una collezione permanente piuttosto esigua, e lo scarso numero di visitatori rimane spesso spaesato di fronte ad una struttura dalle grandi potenzialità ma, paradossalmente, riempita adeguatamente solo in occasione di (rare) esposizioni temporanee. Al tempo stesso, come visto nella vicenda legata alla donazione della splendida collezione d'arte del collezionista Venceslao Di Persio, la città non dispone di un polo museale di richiamo idoneo ad attirare le donazioni di collezionisti privati interessati a condividere le loro opere con la città.

>> Propongo pertanto di rilanciare il sistema culturale pescarese attraverso la fusione dei due musei menzionati e la creazione, sulle ceneri del Museo Vittoria Colonna, del nuovo Museo d'Arte Moderna “Basilio Cascella”. Queste le caratteristiche che verrebbero a qualificare il nuovo museo:

• Esposizione, nei locali nuovi e spaziosi di piazza 1° Maggio, dell'intera collezione di dipinti, statue ed opere varie realizzate dalla famiglia Cascella nel corso di un secolo, oggi esposte in via Marconi.

• Esposizione della collezione dell'attuale Museo V. Colonna, anch'essa confluita nel nuovo museo.

• Esposizione delle opere d'arte di Misticoni oggi custodite nella biblioteca Provinciale “d'Annunzio”.

Dulcis in fundo, esposizione, sempre nei locali del nuovo Museo d'Arte Moderna “Basilio Cascella”, del capolavoro di Michetti, “La Figlia di Jorio”, oggi esposto all'interno del Palazzo della Provincia di Pescara, dove è stata ormai dimenticata dalla cittadinanza.

Un museo arrittito da così tante opere d'arte in pieno centro città, darebbe a Pescara un lustro artistico e culturale un tempo impensabile. La città si arricchirebbe di una nuova attrazione irrinunciabile tanto per i turisti, che avrebbero un motivo in più per sostare a Pescara (una città che, ricordiamolo, da sempre insegue un posto di rilievo nel panorama turistico nazionale), quanto per i Pescaresi, che avrebbero un motivo in più per andar fieri della propria terra, riscoprendone il volto culturale troppo spesso dimenticato.

Al tempo stesso, la vecchia sede del Museo Cascella, in viale Marconi, non perderebbe affatto la propria vocazione culturale: essa potrebbe diventare un accogliente angolo di Pescara vecchia ove ospitare, in alternativa:

• Uno spazio volto a consentire ai giovani artisti emergenti del panorama abruzzese e nazionale la possibilità di esporre le proprie opere pubblicamente e, volendo, organizzare mostre mercato, per finanziare la propria attività artistica facendosi conoscere dal pubblico. Nell'edificio potrebbero trovare spazio anche presentazioni di libri, conferenze o eventi organizzati da privati i cui proventi finanzierebbero nuove politiche culturali messe in campo dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Pescara.

• La prima sala studio comunale della città di Pescara (una sala studio, a differenza di una biblioteca, contiene postazioni studio e lavoro ma non necessariamente libri, e offre una valida alternativa agli studenti che non trovano posto in biblioteca o che vivono nelle vicinanze).

La realizzazione di una grande biblioteca unificata nel centro di Pescara, accompagnata dalla riorganizzazione del patrimonio artistico cittadino e dall'apertura del nuovo Museo d'Arte Moderna “Basilio Cascella”, farebbe di Pescara una città estremamente attrattiva e dinamica dal punto di vista culturale, una città vissuta, in maniera molto più omogenea, sia di notte che di giorno, una città animata non solo in funzione dello shopping, ma anche da studenti e persone di ogni età assetate di cultura. Persone che col tempo costruirebbero una Pescara più matura e curiosa, in grado di attrarre turisti, lavoratori e studenti fuorisede ma anche di dare ai suoi cittadini una nuova consapevolezza del valore della propria terra. 
Vi sarebbe beneficio per l’intera comunità, ed è questo ciò cui dobbiamo puntare nel momento in cui immaginiamo una nuova opera pubblica: il bene di tutti. 

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