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Marco Rossi risponde al professor Dursi

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Caro prof, rispondo prontamente dopo aver letto il suo "contro-comunicato".

Ha definito quella frase come un qualcosa estrapolato ad hoc da un discorso più grande. I romani e gli antichi popoli latini erano soliti dire "verba volant et scripta manent". Questo a chiarire che, come testimoniato dagli screenshots da me allegati al precedente comunicato, non vi è stato nessun travisamento, ma il mero commento di quelle brevi frasi scritte tramite un tweet di lunghezza inferiore alle 140 battute, per essere in seguito ricondivise su Facebook, quest'ultimo network permette di inserire più caratteri e di argomentare meglio un pensiero.

No, non ho bisogno dei miei 15 minuti di celebrità, poiché sono già attivo da tempo nel campo dell'associazionismo.

Dunque, "passiamo alle cose formali": l'articolo 21 della Costituzione, quello che lei ha tirato in ballo, certamente difende le libertà di parola, d'espressione, di pensiero e di stampa. Il problema è che quelle righe non sono critiche, ma offese, diffamazioni, discriminazioni e istigazioni a delinquere.

  • "Fuori dalle palle" = offesa/diffamazione;
  • "Togliere la cittadinanza ai leghisti" = discriminare qualcuno solo perché di quel partito, invocando metodi nazisti, visto che i gerarchi del Reich erano in prima linea nel far diventare apolidi gli ebrei, un po' come vorrebbe lei per i leghisti;
  • "Ibernarli al polo nord" = qui si invita a mettere i leghisti sotto ghiaccio, ed i toni precedentemente usati, accompagnati dalla frase finale, sembrano lanciare un invito al linciaggio dei tesserati del partito salviniano.

È vero che bisogna separare ciò che concerne la sfera professionale, politica e privata, ma è ancor più vero che i dipendenti statali sono i primi ad essere chiamati a rispettare le leggi ma, soprattutto, ad offrire esempi di buon costume.

Se lei avesse scritto "Questi atteggiamenti della Lega non mi piacciono, la politica non si fa così" non si sarebbe alzato questo polverone.

Deve capire, quindi, che la libertà di diffamazione non è una libertà di espressione. Le libertà di critica e di replica sono sacre, però dobbiamo parlare di critica costruttiva, che è diversa dallo scrivere "fuori dalle palle".

Forse mi capirà in questo e capirà il suo sbaglio; lo spero, perché dopo una battaglia che lei fece in inverno-primavera, disse che vi era gente in cerca di notorietà, ma io non sono qui a commentare se gli altri cercano di farsi pubblicità o meno.

Del resto, in quella situazione parlò di subculture partitiche all'attacco del liceo, per poi condividere, tramite l'account dell'ufficio stampa della scuola, le parole di Maurizio Acerbo, che mi pare sia una persona tutto fuorché fuori dalla politica.

Quindi, concludendo, non voglio perdermi in spicciola retorica, ma farle intendere qual è il messaggio di questa campagna: i professori, ma soprattutto professionisti del MIUR, sono invitati a tenere sempre una condotta esemplare e devono dare il buon esempio agli studenti sia fuori che dentro le mura dell'istituto scolastico. Spero che abbia capito, finalmente, il succo del discorso.

Con affetto

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